MANGIA, PREGA, ROTTAMA: IL VESCOVO DI FIRENZE SPUTTANA RENZI PER GLI SCANDALI SESSUALI A PALAZZO VECCHIO

Simona Poli per "la Repubblica"

Prima in Italia per consumo di cocaina, quarta per presenza di senza fissa dimora. Firenze "peccatrice", egoista, incurante delle sue bellezze culturali e infettata dalla «voglia di trasgressione, in tutte le forme possibili». Così la descrive il cardinale Giuseppe Betori parlando dal pulpito del Duomo nel giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono della città e simbolo della rinascita morale della cristianità.

Ad ascoltare Betori c'è anche il sindaco Renzi, che esce dalla chiesa visibilmente seccato per l'attacco a sorpresa. L'inchiesta sul giro di escort che ha puntato i riflettori su incontri a luci rosse negli uffici del Comune è ancora in corso e per Renzi è difficile non pensare che le parole di Betori non suonino come un rimprovero.

Cerca di cavarsela con una battuta di replica ma stavolta la dice a denti stretti: «Vorrà dire che quest'anno a Benigni facciamo leggere Dante, mentre il prossimo anno gli faremo leggere Boccaccio», scherza

In realtà è furioso, sulla storia degli homeless chiede alla sua vice Saccardi di chiarire in un comunicato ufficiale che «Firenze spende oltre 50 milioni di euro nelle politiche sociali, di cui 4,2 nell'accoglienza» e per il resto decide di ingoiare l'amaro boccone senza scatenare polemiche che inevitabilmente avrebbero riflessi sulla sua corsa verso la leadership del Pd.

Ma le critiche dell'arcivescovo al sindaco cattolico rischiano di segnare una svolta nella fin qui civile convivenza tra la Curia e Palazzo Vecchio.

In Arcivescovado si dà una lettura diversa dell'omelia di Betori, che non sarebbe ispirata da sentimenti anti renziani bensì dal nuovo corso imposto alla chiesa da Papa Francesco, che chiede maggiore impegno sul sociale e un grado di attenzione e partecipazione
alla materia viva dell'emergenza economica.

Qualunque sia la verità, comunque, il monito di Betori non può certo lasciare indifferente chi da quattro anni è alla guida dell'amministrazione. «Un'improvvida voglia di trasgressione passa dalle piazze ai luoghi della cultura, anche qui senza che si notino apprezzabili reazioni, pur con qualche lodevole eccezione», attacca il cardinale. «Si aprono spazi di trasgressione, in tutte le forme possibili, che incidono sull'identità stessa della città», che invece avrebbe tra i suoi compiti quello «di salvaguardare i beni di cui è custode».

I vizi superano le virtù, insomma. Dante avrebbe abbondante materia su cui lavorare per popolare i suoi gironi infernali, secondo l'arcivescovo. «Come non regire alla notizia del primato di questa città nel consumo di cocaina e agli avvertimenti circa la diffusione anche tra noi della piaga del gioco d'azzardo?», dice rivolto alla platea del Duomo.

Ma pensa anche ai poveri, agli ultimi: «Firenze è al quarto posto in Italia per presenza di senza dimora e si registra un'allarmante crescita del bisogno alimentare. I senza dimora sono quasi duemila, centinaia e centinaia di famiglie cui è negata la possibilità di un tetto che le accolga. Aumenta la gente che letteralmente ha fame», insiste, «mentre non si riescono a debellare le gravi forme di spreco che definiscono il nostro stile di vita». Un avvertimento per tutti, certo. Ma anche una bella tirata d'orecchie per il sindaco che si candida a governare l'Italia.

 

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