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1. VIA LE TORRI E MENO CEMENTO: SI' DELLA RAGGI ALLO STADIO DIMEZZATO DELLA ROMA 2. ALLA FINE DI UNA GIORNATA COMPLICATA ANCHE PER IL MALORE CHE COLPISCE LA SINDACA, IL CLUB GIALLOROSSO ACCETTA LA PROPOSTA CHE PREVEDE IL TAGLIO DELLE CUBATURE, MENO UFFICI E LA MESSA IN SICUREZZA DEL QUARTIERE DI DECIMA PER GLI ALLAGAMENTI 3. DAI NEGOZI ALLE OPERE PUBBLICHE: TUTTI I NODI ANCORA DA SCIOGLIERE - LA RAGGI: "ADESSO AIUTATEMI A FARE LO STADIO DELLA LAZIO"
Maria Rosaria Spadaccino per il Corriere della Sera
Sarà un progetto dimezzato ma lo stadio di Tor di Valle si farà. La Roma ha accettato la proposta della giunta Raggi, che arriva alla fine di una giornata complicata, anche per il malore che colpisce la sindaca. È lei stessa ad annunciare l' accordo: «Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima per gli allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido».
Sono state ore difficili per Virginia Raggi e ora, che sta meglio, non nasconde la sua soddisfazione: «Abbiamo rivoluzionato il progetto dello stadio e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio, ma nel rispetto della legge e per il bene della nostra città».
Uguale soddisfazione esprime Mauro Baldissoni, dg della Roma: «A nome di Pallotta voglio ringraziare il sindaco, è stato un segnale importante vederla qui oggi. Siamo molto felici di questo accordo che migliora il progetto. È un giorno storico, non solo per la Roma ma anche per la città».
RAGGI - ACCORDO SULLO STADIO D
Il nuovo progetto prevederebbe 500 mila metri cubi al posto del milione previsto nel progetto originario (quello di Ignazio Marino). Il piano regolatore nell' area prevede un' edificabilità di 350 mila di metri cubi ma per la legge sugli stadi la struttura sportiva stessa e gli spogliatoi sono fuori da questo conteggio. Le slides del progetto vengono presentare in serata, in Campidoglio, da Raggi appena dimessa dall' ospedale, alla maggioranza capitolina. Ventuno consiglieri grillini subito manifestano il loro gradimento, «era quello che ci aspettavamo», dicono alla fine della riunione.
Otto di loro, invece, capeggiati dal presidente dell' assemblea capitolina, Marcello Di Vito, dissentono. Raggi quindi incassa un' approvazione fragile da parte della sua maggioranza: è un numero alto di grillini dissidenti ma non sufficiente per non presentare il progetto ai proponenti che arrivano in Campidoglio in serata, poco prima delle 22. La delegazione formata dal dg romanista Baldissoni, dal costruttore Luca Parnasi, dal project manager di Parsitalia, Simone Contasta, e da Gianluca Comin dell' agenzia di comunicazione Comin and Partners e altri tecnici, non incontra i tifosi e sostenitori che per tutto il pomeriggio manifestano a favore dello stadio.
Quando la delegazione arriva la piazza del Campidoglio è già semivuota, anche perché la Questura dichiara di avere le immagini del sit-in e annuncia denunce nei confronti dei sostenitori, poiché la manifestazione non è autorizzata.
Una dichiarazione che provoca molte reazioni politiche. «Mi autodenuncio per aver partecipato alla manifestazione non autorizzata dei tifosi. Farebbe ridere, se non fosse avvilente, leggere che la Digos sia stata mobilitata per la manifestazione pacifica dei tifosi romanisti per chiedere all' amministrazione di interrompere il balletto sullo stadio», dice il vicepresidente della Camera e consigliere capitolino Roberto Giachetti.
Ma se la fumata bianca è spiegata da Raggi come un successo, ci sono ancora passaggi amministrativi come «la modifica della delibera Marino». Sullo stadio della Roma, al di là degli annunci, rimangono quindi molte incognite.
2. NEGOZI, SERVIZI, PALAZZI E PONTI TUTTI I NODI ANCORA DA SCIOGLIERE
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
RAGGI - ACCORDO SULLO STADIO .it
È ormai tarda sera quando Virginia Raggi chiude con una battuta l' incontro in Campidoglio: «Adesso aiutatemi a fare lo stadio della Lazio». Prima di scendere in piazza parla al telefono con il presidente della Roma calcio James Pallotta: «Vi ringrazio per la disponibilità dimostrata e per la scelta di cambiare il progetto per venire incontro alle nostre richieste. Possiamo ripartire».
Le parti esultano per l' accordo raggiunto. Ma basta entrare nei dettagli della trattativa per comprendere che su molti punti del capitolato bisognerà ancora discutere. E la partita politica - ma anche tecnica - appare tutt' altro che conclusa. La necessità di mostrare che il risultato è stato raggiunto costringendo i «palazzinari» a cedere soprattutto sulla parte legata all' impatto ambientale, certamente ha pesato sulla scelta di annunciare il patto siglato.
Ma ora si entra nella fase più difficile, quella della realizzazione. Oltre al taglio della cubatura, sono state inserite una serie di clausole legate alla realizzazione delle opere pubbliche e alla costruzione dei negozi che cambiano in maniera pesante il progetto allegato alla delibera 132 firmata nel 2014 dall' allora sindaco Ignazio Marino. E dunque bisognerà preparare una nuova delibera, ottenerne l' approvazione e soprattutto riconvocare la Conferenza dei Servizi per le autorizzazioni.
Su tutto questo, certamente peseranno i continui cambi di rotta del Movimento 5 Stelle, compresi quelli di Beppe Grillo, che appena qualche giorno fa aveva dichiarato: «Lo stadio si farà, ma non a Tor Di Valle». Una dichiarazione che secondo alcuni potrebbe essere legata alla titolarità dei terreni di Tor di Valle da parte della società Eurnova, che fa capo al gruppo Parnasi. Su quei lotti gravava infatti il fallimento della Sias, precedente società proprietaria e il processo per bancarotta nei confronti dei suoi titolari, ma i legali di Parnasi assicurano di aver dimostrato che «tutto è in regola» e non c' è alcun rischio legato alle eventuali ipoteche.
Per andare incontro alle richieste dei grillini i «proponenti» (i rappresentanti della Roma calcio guidati da direttore Mauro Baldissoni, in rappresentanza di Pallotta e il costruttore Luca Parnasi) hanno accettato una riduzione del 50 per cento delle cubature e l' eliminazione di alcune opere come la cosidetta «bretella» sulla Roma-Fiumicino e un ponte sul Tevere. Ma proprio su questo potrebbero sorgere intoppi. Anche perché la costruzione del nuovo stadio è legata al prolungamento di un tratto della metropolitana e su questo le incognite appaiono numerose, soprattutto tenendo conto dei ritardi nei cantieri delle linee già approvate dalle precedenti giunte.
Secondo alcuni esperti il cambio del progetto e l' eliminazione di alcune opere impone la chiusura dell' attuale Conferenza in maniera negativa ed è necessario convocarne una nuova.
Dunque si deve ripartire dal nuovo progetto per ottenere le autorizzazione di tutti gli enti coinvolti. Una posizione che i «proponenti» contestano. Per questo annunciano che già lunedì chiederanno una slittamento della Conferenza, già fissata per il 3 marzo prossimo, di un mese «in modo da poter adempiere a tutte le necessità e partire subito con i lavori».
Tra le nuove clausole inserite dal Campidoglio c' è quella legata all' apertura dei negozi. È infatti noto che oltre all' impianto sportivo il progetto prevede la costruzione di palazzi e un vero e proprio centro commerciale. Su questo la sindaca ha sottolineato ieri la necessità di aprire «bandi di quartiere» per la scelta del tipo di negozi da autorizzare.
Una mossa che sembra andare incontro alle esigenze dei cittadini. Nel corso dell' incontro di ieri sera Raggi ha spiegato che dovranno essere gli abitanti del quartiere - estrema periferia della capitale - a indicare le priorità e su questo si procederà a concedere le autorizzazioni.
STADIO ROMA
STADIO ROMA FOTOMONTAGGI
STADIO ROMA TOR DI VALLE