VIALE MAZZINI A PASSO DI SAMBA – LA RAI IN SALSA CARIOCA. CON LA MAGGIORANZA GIALLO-VERDE (M5S/LEGA) TORNANO FLORIS E GILETTI, TEMPI DIFFICILI PER FAZIO – SI PARLA DI DE BORTOLI O MENTANA COME AD E LA GABANELLI PROIETTATA VERSO LA PRESIDENZA – RIBALTONI PER I DIRETTORI DEI TG
Marco Antonellis per Dagospia
Assunzione di antidepressivi in forte aumento a Saxa Rubra e a Viale Mazzini. Il circo Rai trema, terrorizzato dal previsto tsunami carioca (giallo verde) del nuovo governo Salvini-Di Maio. Secondo i rumors che circolano nel triangolo del potere Palazzo Chigi, Parlamento, Quirinale, il dossier Rai passerà al vaglio di Beppe Grillo. Il padre fondatore dei grillini vorrebbe un Amministratore delegato esperto di gestione e di comunicazione, ma soprattutto pronto a trasformare in realtà gli input dei 5 Stelle e dei leghisti.
Anche se le ambizioni pentastellate rischiano di scontrarsi sin dal principo con la realpolitik berlusconiana che reclama per sè, in cambio del silenzio-assenso al governo, la poltrona di Ad, la Presidenza della Commissione di Vigilanza ed anche alcune direzioni di Tg. Ad ogni modo sono in molti nel nascituro governo a sperare di ritrovarsi Enrico Mentana o Ferruccio De Bortoli sulla tolda di comando di Viale Mazzini nel nuovo ruolo di Amministratore Delegato.
marco travaglio enrico mentana
Intanto, si da per scontato il gran rientro su Rai1 di Massimo Giletti (stimatissimo da Matteo Salvini) e di Giovanni Floris (apprezzatissimo in casa Cinquestelle) nonchè il ridimensionamento di Fabio Fazio (poco amato, per usare un eufemismo, in casa Lega).
Durante l'esilio alla Sette, Giletti ha intensificato i rapporti con la Lega tanto da, si dice, sfiorare una candidatura. Per Floris garantisce personalmente Luigi Di Maio. Mentre Fazio oltre ad Anzaldi del Pd, ora se la dovrà vedere con avversari ben più temibili: leghisti e grillini. In pratica è quello che rischierà più di tutti col futuro governo gialloverde. Certo, per i grandi ritorni, che si chiamino Floris, Giletti o Mentana bisognerà rivedere la 'tagliola' dei 240mila euro come limite ai compensi.
Problema non semplice da superare per il nuovo governo. Così come non sarà affatto semplice risolvere il rompicapo Rai Tre: resterà avamposto del Pd oppure cambierà di segno? Per ora decisioni, anche informali, non ne sono state prese ma a quanto pare le priorità del governo carioca, anche per dare una 'svolta simbolica', saranno il primo ed il secondo canale. D'altra parte è proprio su Rai Tre che spesso le esigenze mediatiche di Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno trovato programmi e spazio.
Punto cruciale della nuova Rai saranno tuttavia i palinsesti, vale a dire i programmi e le scelte editoriali della nuova stagione 2018/2019. Salvini e Di Maio temono che gli attuali dirigenti possano blindare fino alla prossima primavera, cioè a ridosso delle europee, conduttori e programmi schierati a sinistra. Ecco perchè saranno chiamati a scelte importanti Monica Maggioni, che tenterà di resistere in qualche testata della corazzata di Saxa Rubra e Mario Orfeo in approdo, si sussurra, verso altri lidi.
Il nuovo governo a trazione grillo leghista conta di insediare alla Presidenza Milena Gabanelli (da non sottovalutare però le chances dell'attuale membro del Cda Carlo Freccero) e di nominare Gennaro Sangiuliano (ma si stanno vagliando anche altre ipotesi) alla Direzione del Tg1, Antonio Preziosi (molto apprezzato da Tajani per via del lavoro svolto a Bruxelles) o Luciano Ghelfi alla guida del Tg2, Andrea Montanari al Tg3, Giusepe Carboni o Sonia Sarno al Giornale Radio, Vincenzo Morgante confermato ai Tg regionali.
Inamovibile come un monoscopio e gradito a tutti, compresi i nuovi regnanti, Bruno Vespa, che continuerà ad officiare il rito dei vincenti e dei perdenti. "Secondo un'antica leggenda la fine Porta a Porta coinciderà con la fine della Rai", si dice scherzando, ma non troppo, tra i viali di Saxa Rubra.