ambasciata della somalia a roma ahmed adbirahman nur mohamed abdirahman sheik issa

A SOMALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI - LA VICENDA DEL “GOLPE” ALL’AMBASCIATA DELLA SOMALIA DI ROMA È PIÙ GRAVE DI QUELLO CHE SEMBRA: ALL’INTERNO DEGLI UFFICI, DOVE SI È BARRICATO IL NUOVO RAPPRESENTANTE DIPLOMATICO, CI SONO DOCUMENTI MOLTO RISERVATI - LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN’INDAGINE: SHEIK ISSA HA FATTO TUTTO DA SOLO O CON LA COPERTURA DI SUO CUGINO, IL PRESIDENTE SOMALO? - LA LOTTA POLITICA NEL PAESE AFRICANO E LE ACCUSE DELL’AVVOCATO DELL’AMBASCIATORE SFRATTATO: “LA FARNESINA NON È INTERVENUTA…”

mohamed abdirahman sheik issa

1 - ALL'AMBASCIATA SOMALA UNA POLTRONA PER DUE E SI LITIGA SULLE SERRATURE

Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”

 

[…] L'avvocato che rappresenta il diplomatico sfrattato critica il comportamento delle autorità italiane: «la Farnesina non è intervenuta - accusa il penalista Alì Abukar Hayo - quanto alla sicurezza, la questura avrebbe dovuto fare qualche cosa di diverso. Quando il rappresentante di uno Stato estero chiede aiuto, bisognerebbe assisterlo. Questo non è avvenuto».

 

Sul caso interviene anche lo stesso ambasciatore sfrattato: «Nur sostiene che è l'attuale responsabile in carica. Lo sarà a tutti gli effetti quando prenderà la consegna. Allora lui potrà svolgere il suo ruolo - spiega Issa - perché questa è la procedura universale. Lui me l'ha impedito. Ha occupato l'ambasciata.

 

ahmed abdirahman nur con chileshe kapwepwe

Adesso si è messo in una condizione complicata. Sino a quando non ci sarà il passaggio ufficiale, sono ancora io l'ambasciatore. Quanto alla mia sicurezza adesso è nelle mani dell'Italia. Pretendo che siano prese tutte le misure necessarie. Nessuno può commettere reati, anche se vige nella sede dell'ambasciata l'extraterritorialità ».

 

 

2 - PURE I DIPLOMATICI SI FANNO LA GUERRA OCCUPATA L'AMBASCIATA DELLA SOMALIA

Stefano Piazza per “La Verità”

 

ambasciata della somalia a roma

Della martoriata Somalia da anni scriviamo ogni volta che Al-Shabaab (I Giovani), il gruppo terroristico jihadista sunnita, compie attacchi terroristici nel Paese. Stavolta, però, dobbiamo raccontarvi di una vicenda dai contorni a dir poco grotteschi.

 

Avete presente quando vi raccontano di una coppia che si lascia in malo modo, con i mariti e talvolta le mogli che vengono buttati fuori di casa? Ecco, quello che sta accadendo all'ambasciata somala di Roma da venti giorni è, più o meno, una cosa simile, solo che qui sono gli ambasciatori che litigano, e di brutto.

ambasciata della somalia a roma.

 

Il nuovo rappresentante scelto dal governo di Mogadiscio, Ahmed Adbirahman Nur, che è il cugino dell'attuale presidente della Somalia, Mohamed Abdullahi Mohamed, si è barricato all'interno dell'ambasciata somala che si trova nel quartiere Prati.

 

Lo ha fatto dopo aver buttato fuori dalla residenza governativa il suo predecessore (in carica da quattro anni), Mohamed Abdirahman Sheik Issa, che oltretutto non aveva nemmeno terminato il suo mandato.

 

Ma come si sono svolti i fatti? Secondo quanto raccontano le cronache, la notte del 7 aprile scorso Ahmed Adbirahman Nur, che in precedenza ricopriva il ruolo di «incaricato d'affari», approfittando dell'assenza dell'ambasciatore in carica, è entrato nel villino di via Gracchi 305 e mica da solo; con lui c'erano un fabbro e un falegname che lo hanno aiutato prima a forzare la porta d'ingresso, e poi a cambiare tutte le serrature.

Mohamed Abdullahi Mohamed

 

Insomma, «la casa è mia e me la gestisco io», deve aver pensato Adbirahman Nur che, per non farsi mancare niente, si è preso pure le chiavi delle automobili dell'ambasciata. Fin qui la cronaca semiseria di un passaggio di consegne tra diplomatici non certo ortodosso.

 

Tuttavia, la vicenda ha dei risvolti molto sgradevoli per la Procura della Repubblica di Roma che dovrà necessariamente aprire un'indagine su fatti, ma soprattutto in Somalia, perché la «guerra di Via Gracchi 305» non è che l'ennesimo episodio dello scontro tra clan somali che si combattono da decenni per il potere.

ahmed adbirahman nur

 

Altro aspetto da non sottovalutare è che, all'interno dell'ambasciata, c'erano tutta una serie di documenti ritenuti riservatissimi che Sheik Issa avrebbe preso illegalmente. Ma è davvero possibile che un ambasciatore oltretutto appena nominato, si presenti in questo modo anche alle autorità italiane?

 

Ha fatto tutto da solo oppure ha agito con la copertura del presidente somalo? Sarà molto difficile per le autorità italiane venire a capo di questa vicenda. Amaro il commento di uno storico rappresentante della comunità somala in Italia: «Questa vicenda è lo specchio di quanto accade in Somalia da ormai due anni, nei quali non si è potuto votare per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Le fazioni politiche legate alla Turchia, Qatar e Fratelli musulmani lottano con quelle vicine all'Arabia Saudita e agli Emirati, e lo scontro è su tutto». Anche per chi deve essere l'inquilino di Via Gracchi 305.

mohamed abdirahman sheik issa mohamed abdirahman sheik issa

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…