VIENI AVANTI, MARINO! IL SINDACO-CICLISTA ORA TENTA DI PRENDERE LE DISTANZE DAL PD ROMANO: “NON ERO IL CANDIDATO DELL’ESTABLISHMENT” - MA SE LO SANNO TUTTI CHE LA SUA NOMINA FU DECISA DAL PATTO BETTINI-ZINGARETTI-VENDOLA

1 - L’IMPRESA IMPOSSIBILE DELLA “BELLA ADDORMENTATA” MARINO: PRENDERE LE DISTANZE DAL PD ROMANO CHE LO HA FATTO ELEGGERE IN CAMPIDOGLIO

Dall’intervista di Ignazio Marino al “Messaggero”

 

ignazio marino vigileignazio marino vigile

Alla luce di quanto sta uscendo in questi giorni sui rapporti tra il sodalizio criminale e la sua maggioranza, ammette di essere stato ingenuo o raggirato?

«E` diverso: c`era la convinzione che io fossi ingenuo e quindi raggirabile. Tutti sanno che non ero il candidato dell`establishment del Pd: io alle primarie ho speso 32mila euro. Dopo averle vinte qualcuno pensò che, ín caso dí elezione a sindaco, mi avrebbero affiancato un gruppo di esponenti del Pd per condizionarmi. Ma non funziona così. Io cí metto la faccia: vado alle manifestazioni e metto in conto di prendere i fischi.

 

Ignazio Marino con una delle 16 coppie di cui oggi ha trascritto il matrimonio contratto all’estero Ignazio Marino con una delle 16 coppie di cui oggi ha trascritto il matrimonio contratto all’estero

Quando un pezzo del Pd romano ha visto che non riusciva a condizionarmi ha provato a fare altro. Ci sono state riunioni del Pd romano ci sono stati momenti in cui quando volevo fare le nomine di Acea in base ai curriculum, quel metodo al Pd romano non piaceva. Ci sono state riunioni in cui hanno pensato di sostituirmi: per loro era meglio liberarsi di Marino, ritornare alle elezioni e magari perderle, pur di ripristinare certi meccanismi».

 

2 - MARZO 2013: LA CANDIDATURA MARINO ALLE PRIMARIE NASCE DAL PATTO D’ACCIAIO SEL-EX DS, SOTTO LA SUPERVISIONE DI BETTINI  E ZINGARETTI

Daniele Di Mario per “Il Tempo” del 24 marzo 2013

 

ignazio marino by bennyignazio marino by benny

«Daje». Per un genovese eletto in Piemonte che si candida a sindaco di Roma è già qualcosa. Parte dal Teatro Eliseo di via Nazionale la campagna del senatore del Pd Ignazio Marino alle primarie a sindaco del centrosinistra. Una candidatura che spacca, perché ventilata da tempo - sin dalla compilazione delle liste elettorali del Senato, con la contemporanea candidatura sia in Piemonte sia nel Lazio - ma maturata tra le polemiche solo all’ultimo momento, con 5.600 firme piovute in via delle Sette Chiese sotto la supervisione del segretario romano Marco Miccoli, ben visibile in platea con il giovane turco Stefano Fassina, Michele Meta, Enzo Foschi e Roberto Morassut.

 

GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO

Per le centinaia di persone che ieri lo hanno osannato, Marino è l’uomo giusto per salvare Roma. Per la base del partito di osservanza non zingarettiana è l’ennesima candidatura calata dall’alto dalla nomenklatura di una parte degli ex Ds, quella egemone che governa il partito romano.

 

È un fatto che gli applaudi più scroscianti Marino li abbia ottenuti parlando di testamento biologico e coppie di fatto. E quando ha lasciato intendere che il Pd non è ancora un malato terminale, ma non se la passa bene. Tanto che lui si propone come candidato non di partito. Con il segretario romano fermo come la Sfinge.

IGNAZIO MARINO NICOLA ZINGARETTI IGNAZIO MARINO NICOLA ZINGARETTI

 

«La prima cosa che cambieremo è il modo di gestire il Comune e di governare la città - ha detto Marino - Abbiamo assistito per cinque anni allo scempio del bene comune, asservito ad amicizie, parentele, affiliazioni partitiche, senza rispetto dei cittadini, senza nessun progetto di crescita e di sviluppo. Se vinciamo cambiamo tutto: finirà l’epoca dei privilegi e dei favori. Inizierà quella dei diritti e delle possibilità».

 

«Amo molto Roma e mi ritengo fortunato di viverci - ha detto il senatore alla platea dell’Eliseo - Roma oggi soffre: si sono persi senso etico e senso di comunità, organizzazione e servizi, capacità di innovazione e forza produttiva. Così Roma rischia di perdere anche la sua storia e sta già perdendo il suo ruolo nel mondo». Secondo Marino, «il Comune di Roma deve diventare efficiente, aperto, trasparente, attento a fornire servizi a chi ne ha bisogno: ogni incarico sarà attribuito solo per capacità e curriculum. Idee, merito e competenza saranno gli unici amici a cui il Campidoglio aprirà le porte. Su questo saremo intransigenti. Metteremo fine ad ogni logica di appartenenza, di spartizione, di potere».

FABIO E MINGO CON VENDOLAFABIO E MINGO CON VENDOLA

 

Tra le varie iniziative a cui pensa Marino se fosse eletto sindaco, «le persone dovranno poter entrare nell’ufficio del sindaco e chiedere di vedere il bilancio e dovranno poter incontrare un esperto che glielo illustra in parole semplici». Tra le altre proposte, «Referendum di indirizzo svolti in rete e aperti a tutti i romani», «impegno sul decoro e sui rifiuti», «diffusione di car sharing e biciclette per incoraggiare ad abbandonare le macchine con chilometri di piste ciclabili».

 

Poi, rispetto alla competizione in vista: «Credo che tutti i candidati sindaco siano autorevoli, da Alemanno, a Sassoli, fino a M5S: io ho costruito un programma molto scientifico, con l’aiuto di esperti. Su quel programma ci confronteremo».

 

IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA

«A Roma bisogna far crescere una cultura del rispetto di quei diritti su cui abbiamo costruito tante battaglie e che non dimenticheremo, a partire da quella per il registro delle unioni civili e per il testamento biologico», ha detto inoltre Marino, che sulla propria candidatura arrivata all’ultimo ha spiegato di aver deciso tardi di sciogliere la riserva «perché governare Roma è una scelta di grande responsabilità e io ho riflettuto molto se fossi la persona adatta a un lavoro così importante e decisivo».

 

Nel frattempo Bettini, Zingaretti, Miccoli e Foschi avevano preparato il terreno e, grazie alla gestione del Pd romano delle primarie nei Municipi, oggi Marino - il candidato più a sinistra tra quelli Pd - può contare sul sostegno di zingarettiani, Sel - ieri c’è stato l’endorsement di Nichi Vendola e il contestuale ritiro della candidatura di Luigi Nieri - e Rivoluzione Civile.

 

marino in bicimarino in bici

I candidati sono 8 e il rischio che il vincitore s’imponga con meno del 40% è concreto. Ma Marino non vede la possibilità di un ballottaggio. «Credo che dopo il 7 aprile - ha spiegato - dovrà esserci un vincitore delle primarie, che si dovrà concentrare sulla corsa per le elezioni di fine maggio. Sono sicuro che il vincitore delle primarie sarà eletto con una grande maggioranza». E sull’attuale primo cittadino ha chiosato: «Alemanno è un candidato sindaco autorevole, ma è stato un disastro soprattutto per aver affidato ad amici, parenti e conoscenti incarichi a volte pagati anche 100 volte di più di quelli dei lavoratori».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…