candidati elezioni inglesi

AFFIDERESTE IL VOSTRO PAESE A QUESTI BEI RAGAZZI? - ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI INGLESI, CAMERON E MILIBAND SONO TESTA A TESTA, E HANNO PREPARATO UN PIANO PER AFFRONTARE UN PARLAMENTO BLOCCATO - IL VIDEO CON UN GIOVANE ED MILIBAND, CHE SI FACEVA CHIAMARE “TED” - SI', QUELLA A DESTRA E' NICOLA STURGEON (SNP)

ed miliband giovaneed miliband giovane

IL PASSATO TORNA SEMPRE – ECCO MILIBAND DA GIOVANE, DOMANI CORRERA’ PER DOWNING ST.- VIDEO

Da http://metro.co.uk/

 

Che ci crediate o no, questo è Ed Miliband, oggi leader del partito laburista inglese. Nel video, giovanissimo, viene intervistato dall’emittente ITV Meridian riguardo ad uno sciopero studentesco a Oxford, nel lontano 1991. All’epoca “Ed” preferiva farsi chiamare “Ted”.

 

Nel video “Ted” si lamenta di aumento degli affitti del 27%. Guardando questa vecchia intervista, rilanciata in Tv la scorsa notte, Miliband ha sbottato: “Come avete fatto a trovarla? Com’è possibile che sia saltata fuori?”. Poi, dopo un tuffo nel passato, si sarebbe voltato dicendo: “Almeno ora sembro dimagrito”.

EDWARD MILIBAND ALLA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DEL NUOVO ARCIVESCOVO DI CANTERBURY JUSTIN WELBY EDWARD MILIBAND ALLA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DEL NUOVO ARCIVESCOVO DI CANTERBURY JUSTIN WELBY

 

 

2. TESTA A TESTA CAMERON-MILIBAND, GB RISCHIA LO STALLO

Alessandro Logroscino per l'ANSA

 

un giovane david cameronun giovane david cameron

Campagna elettorale all'ultimo respiro, poi il salto nel vuoto. La Gran Bretagna va domani alle urne per un voto politico incerto come raramente in passato, sullo sfondo di sondaggi che indicano un testa a testa fra Tory e Labour, ma anche una frammentazione inedita per l'ex regno del bipartitismo. E dietro le quinte è già in moto la macchina del negoziato per sciogliere il rebus di alleanze che, salvo sorprese, si renderanno necessarie per dar vita a un nuovo governo.

 

david camerondavid cameron

Il risultato, in un Paese abituato storicamente a darlo per acquisito fin dal giorno dopo le elezioni, questa volta rischia di essere ingarbugliato. E ad attendere sulla riva del fiume ci sono tanto i mercati - preoccupati che la ripresa degli ultimi 5 anni, dopo i recenti segnali di frenata, possa risentire di una eventuale instabilità prolungata - quanto l'Unione Europea: la cui liaison con Londra, d'interesse se non d'amore, è destinata a esser messa alla prova da un referendum, se Cameron ce la farà.

nicola sturgeonnicola sturgeon

 

Il rush finale ha visto impegnati i prim'attori fino a notte fonda in un vorticoso giro di comizi e messinscene ad uso delle tv, di qua e di là nell'isola: dal premier conservatore David Cameron al leader laburista Ed Miliband; dal possibile ago della bilancia libdem Nick Clegg al tribuno anti-Ue Nigel Farage; fino alle emergenti 'dame rosse' dell'arena britannica, in primis la capofila degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Nicola Sturgeon. Tutti a sgolarsi in appelli e slogan per convincere i molti indecisi, pronti ad abbigliarsi da operai in fabbrica, da facchini in qualche centro di smistamento, da pescivendoli al banco del pesce o da pasticceri al forno di turno.

 

NICOLA STURGEONNICOLA STURGEON

La sfida per la maggioranza relativa (quella assoluta appare fuori portata) è fra Cameron e Miliband. Un sondaggio dell'Icm dell'ultim'ora insiste nel prevedere pareggio secco Tory-Labour, entrambi al 35%, con l'Ukip di Farage all'11 (ridimensionato almeno rispetto al trionfo delle elezioni europee) e i Libdem al 9. Ma a contare è il calcolo dei seggi. E ad averne saranno alla fine anche forze minori capaci di concentrare i consensi: più di tutti gli scozzesi dell'Snp, in pole position in molti se non in tutti i 59 collegi uninominali di casa loro.

giovane faragegiovane farage

 

Gli staff, intanto, lavorano nell'ombra per il dopo-voto. I conservatori corteggiano sempre più scopertamente i Libdem per una riedizione dell'attuale alleanza di governo, sperando che i numeri - malgrado il calo a precipizio del partito di Clegg - possano bastare a lasciare Cameron a Downing Street. Mentre denunciano come un azzardo potenzialmente devastante per la stabilità economica (e la stessa unità nazionale) l'ipotetica alternativa d'un governo Labour sostenuto - magari dall'esterno - dall'Snp. Questo allarme trova eco alla City e su gran parte dei giornali.

farage al parlamento europeofarage al parlamento europeo

 

Ma il maggiore sindacato del paese spinge proprio per un compromesso tra Miliband e le truppe scozzesi della Sturgeon, la cui piattaforma economica e sociale è del resto più a sinistra di quella dei laburisti. Altre opzioni sono un (fragile) governo di minoranza o una 'grande coalizione' Tory-Labour, indigesta tuttavia alla tradizione britannica. In gioco c'è il futuro di un Paese che dopo la crisi si è rimesso in moto e dove la crescita del Pil ha toccato il 2,6% e la disoccupazione è scesa al 5.6, la metà della media europea. Ma che è anche alle prese con contraccolpi sociali, destinati ad aggravarsi in modo drammatico, secondo il quotidiano progressista Guardian, con il taglio del welfare da 12 miliardi di sterline evocato da Cameron.

nick cleggnick clegg

 

Un Paese che inoltre deve fare i conti con i 'mal di pancia' in tema di immigrazione. Esecutivi di coalizione, in passato visti dai sudditi di Sua Maestà quasi come patologie continentali, rischiano d'altra parte di avere problemi di legittimazione popolare. Un 70% di britannici, stando all'Independent, non si riconoscerebbe ad esempio in un governo che desse diritto di veto ai nazionalisti scozzesi su materie estranee alla Scozia. E su questo tasto battono i Tory. Ma Nicola Sturgeon non ci sta: e avverte che a mancare di legittimità sarebbe, semmai, chi non fosse in grado di rappresentare a Londra un'intera parte del Paese.

CLEGG CLEGG

 

 

 

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