IL VITA-VIZIO DELLA BINDI - SIAMO ALLE SOLITE: I PARLAMENTARI TAGLIANO LE PENSIONI DEGLI ITALIANI, MA NON LE PROPRIE - CAPITANATI DALLA BINDI, HANNO DECISO DI CALCOLARE IL PROPRIO VITALIZIO COL METODO CONTRIBUTIVO, A PARTIRE DAL GENNAIO 2012 - MA, A DIFFERENZA DI TUTTI GLI ALTRI COMUNI MORTALI, PER LORO IL CALCOLO NON SARà RETROATTIVO - IDV E LEGA PROTESTANO E LA BINDI CHE FA? PROPONE UNA CLAUSOLA PER TAGLIARE IL VITALIZIO SOLO A CHI PROTESTA...

Franco Bechis per "Libero"

Sapevano di fare una marachella, tanto da averne discusso approfonditamente. Il 14 dicembre scorso i deputati che avevano appena votato il decreto salva-Italia cambiando le regole pensionistiche anche a chi era a un paio di mesi dalla pensione, hanno scelto nel chiuso dell'ufficio di presidenza guidato da Gianfranco Fini che lo stesso identico metodo imposto a tutti gli altri non doveva valere per loro.

Dopo la riunione hanno comunicato una sola cosa: che anche i parlamentari come tutti gli italiani dal primo gennaio 2012 avrebbero calcolato con il metodo contributivo la loro pensione, che si chiama vitalizio. Ma è vero solo sulla carta, e sotto c'è un inganno macroscopico.

Perché la differenza è abissale: mentre per tutti gli italiani il metodo di calcolo della pensione è cambiato anche a ritroso (dal 2012 chiunque va in pensione la riceverà sulla base dei contributi versati tutta la vita e non su quella dei contributi degli ultimi cinque anni come avveniva con il metodo retributivo), chi oggi è deputato o senatore (come qualsiasi ex non ancora in età da pensione), riceverà il vecchio e generoso vitalizio maturato alla data del 31 dicembre 2011, e in più un integrativo alla pensione calcolato con il metodo contributivo per i restanti 15-16 mesi di legislatura dalla data del primo gennaio 2012.

LA RIFORMA DINI
Di fatto i parlamentari si sono applicati furbescamente la riforma di Lamberto Dini del 1995 (che prevedeva un mix retributivo-contributivo) invece della riforma di Elsa Fornero inserita nel decreto salva-Italia. Hanno fatto finta di stringere la cinghia come tutti gli italiani, e invece si sono creati l'unica area di privilegio previdenziale che oggi esiste ancora in tutto il paese.

Non si è trattato naturalmente di un errore tecnico, e la prova arriva ora a tre mesi di distanza dalla pubblicazione del resoconto sommario di quella riunione dell'ufficio di presidenza. I deputati si sono scelti di non toccare quanto maturato fino al 31 dicembre 2011, perché hanno considerato il loro un "diritto acquisito", intangibile, cosa che non hanno riconosciuto a tutti gli altri italiani.

In ufficio di presidenza c'è stata pure discussione sul punto, perché ha provato a sottolineare l'anomalia il segretario di presidenza dell'Italia dei Valori, Silvana Mura, che ha chiesto di varare la stessa regola appena approvata per tutti gli altri italiani nel decreto salva-Italia: «Deliberiamo che per tutti coloro che allo stato attuale non percepiscono ancora il vitalizio, il relativo importo sia calcolato esclusivamente sulla base dei contributi versati. Non può valere il principio dei diritti acquisiti».

Con la Mura si è schierato il leghista Giacomo Stucchi, ma tutti gli altri li hanno coperti di fischi. La rivolta è stata guidata dal vice-presidente della Camera, Rosy Bindi (che è anche presidente del Pd), che ha stigmatizzato «la posizione di chi sostiene che occorra di fare di più, ritenendo che tale gioco al rialzo finisca per delegittimare la Camera dei deputati e tutti i suoi componenti».

La Bindi non si è chiesta dunque se la riforma dei vitalizi era equa e simile a quella delle pensioni imposta a tutti gli italiani, ma ha zittito Lega e Italia dei Valori chiedendo invece a Fini di comunicare «adeguatamente» la mezza riforma approvata «all'opinione pubblica, che è particolarmente attenta a queste tematiche, sottolineando come a tale riforma si sia giunti non tanto per la pressione esterna, ma in conseguenza di una riflessione e di un indirizzo maturato in seno all'istituzione parlamentare».

LA PERFIDIA
Perfida la Bindi ha proposto anche di punire la Mura e Stucchi per la richiesta di pensioni calcolate nello stesso modo di tutti gli altri italiani: «Al fine di assicurare una responsabile coerenza fra le prese di posizione pubbliche e le scelte operate in concreto, propongo di integrare la disciplina in esame con l'inserimento di una clausola che consenta ai singoli deputati di optare per un sistema di calcolo totalmente contributivo del trattamento previdenziale».

Insomma: volete tagliarci il vitalizio? E noi lo tagliamo solo a voi che protestate. Applausi di Renzo Lusetti: «Condivido la proposta Bindi che ritengo possa consentire di evitare il prevalere di atteggiamenti demagogici», e alla fine la proposta trappola per Lega e Idv è passata.

 

rosy bindi x FINI Lamberto DiniElsa Fornero ssh35 silvana mura

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO