vito petrocelli le iene

QUI LO VITO E QUI LO NEGO - IL SENATORE FILO-PUTIN “PETROV” PETROCELLI NON MOLLA E SI SFOGA ALLE “IENE”: ““PERCHÉ NON DEVO RIMANERE ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE ESTERI SE RAPPRESENTO IL PENSIERO SUL TEMA SPECIFICO DI BUONA PARTE DEGLI ITALIANI?” - “L’ESPULSIONE ANNUNCIATA DA CONTE? NON MI È STATA ANCORA NOTIFICATA. IL TWEET CON LA Z DI PUTIN? È UNA PROVOCAZIONE, AVREI POTUTO METTERE LA BANDIERA DELLA NATO. C’È UN GOVERNO CHE STA PORTANDO IL PAES SULL’ORLO DELLA GUERRA…”

Da www.iene.mediaset.it

 

GIUSEPPE CONTE VITO PETROCELLI

Stasera in prima serata su Italia 1, nel nuovo appuntamento con “Le Iene”, condotto da Belén Rodriguez e Teo Mammucari, il servizio di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti con l’intervista al presidente della Commissione Affari Esteri al Senato Vito Petrocelli.

 

 

Il senatore grillino aveva suscitato numerose polemiche all’interno del Movimento 5 Stelle con cui è stato eletto per aver disertato la seduta congiunta con il premier ucraino Volodymyr Zelenskij e per aver votato contro al decreto sull’invio di aiuti militari al paese invaso dalla Russia. In questi giorni è balzato di nuovo agli onori delle cronache per aver scritto, alla vigilia del 25 Aprile, sulla sua pagina Twitter: “Per domani buona festa della LiberaZione…”.

 

IL TWEET DI PETROCELLI CON LA Z DI PUTIN

Parola scritta con la Z maiuscola all’interno della parola liberazione, che ricorda a tutti quella impressa sui carri armati dell’esercito russo, che starebbe per “za pobedu” e che significa “per la vittoria”. Al suo tweet ha risposto duramente il presidente del M5S Giuseppe Conte, con queste parole: “Il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso. Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle”. La decisione di Conte di espellerlo dal Movimento è stata poi condivisa sia dal ministro degli Esteri Luigi di Maio, che ha chiesto anche le sue dimissioni dal ruolo di presidente della commissione, che da tutti gli altri partiti politici. Nel servizio anche le dichiarazioni dell’ex premier Giuseppe Conte.

vito petrocelli 7

 

Conte: Petrocelli deve avere la bontà di dimettersi perché, come sapete dai regolamenti, l'espulsione dal gruppo non è sufficiente per rimuoverlo dalla presidenza. Io lo invito a dimettersi perché chiaramente in questo momento, lui non è in condizione di poter garantire il buon funzionamento della Commissione, a prescindere dalle sue convinzioni.

 

Monteleone: Anche l'immagine di indipendenza, secondo lei, quindi?

 

Conte: Diciamo che le ultime uscite hanno compromesso, ecco, quel ruolo di quella funzione che aveva il presidente di autorevolezza, imparzialità e, ripeto, garanzia del buon funzionamento dei lavori della Commissione.

vito petrocelli intervistato dalle iene

 

 

Questi alcuni stralci dell’intervista a Vito Petrocelli:

 

Monteleone: La liberazione, dalla A alla Z.

 

Petrocelli: Che domanda è? È ironica?

 

Monteleone: No, il tweet è il suo.

 

Petrocelli: Io ho sempre festeggiato il 25 aprile come la Festa della Liberazione, e ho deciso di scrivere un tweet per lanciare una provocazione.

GIUSEPPE CONTE E VLADIMIR PUTIN

 

Monteleone: Però, la z maiuscola, considerato che i russi la mettono sui carri armati che vanno a invadere un paese sovrano…

 

Petrocelli: E, ripeto, è una provocazione. Avrei potuto mettere la bandiera della Nato.

 

Monteleone: Perché non lo cancella?

 

Petrocelli: No, non si cancella, era necessario e discutibile.

 

Monteleone: Lei non fa il capo ultras. Lei fa il presidente della commissione Esteri del Senato della Repubblica.

 

vito petrocelli 5

Petrocelli: Certo, il momento è difficile. C'è un governo che sta portando il Paese sull'orlo di una guerra. Allora è necessaria una provocazione.

 

Monteleone: Ma, per fare una provocazione, è necessario solidarizzare con degli invasori secondo lei?

 

Petrocelli: È necessario solidarizzare.

 

Monteleone: Se lei mette la Z maiuscola dentro la parola liberazione qualcuno potrebbe offendersi. Qualcuno a cui sono morti familiari, magari…

 

Petrocelli: Io credo che una provocazione debba essere forte, altrimenti non ha senso. Altrimenti non è una provocazione.

vito petrocelli 4

 

Monteleone: In politica estera quando c’è un'aggressione bisogna scegliere da che parte stare.

 

Petrocelli: No, non necessariamente. Bisogna scegliere di stare dalla parte della legalità della Costituzione italiana che dice che l'Italia non deve partecipare ai conflitti. A me non sembra che la Russia stia minacciando la sicurezza nazionale.

 

Monteleone: L'ultima volta che ha fatto una previsione così è andata male, lei diceva che la Russia non ha mai attaccato nessuno nel corso della sua storia.

 

Petrocelli: Era vero fino a quel momento, io credevo che la Russia non sarebbe entrata in guerra. Mi sono sbagliato.

 

Monteleone: Però lei si fida un po’ troppo della Russia e un po’ meno degli alleati occidentali. Come facciamo cessare l'aggressione russa ai danni dell'Ucraina?

 

Petrocelli: Di sicuro noi non dobbiamo partecipare a un conflitto che non ci riguarda, quindi dovremmo smettere.

vito petrocelli 6

 

Monteleone: Lasciare l'Ucraina indifesa?

 

Petrocelli: Dovremmo smettere di inviare armi.

 

[…]

 

Petrocelli: Lei ricorda che quella Z significa anche denazificazione di un Paese.

 

Monteleone: Ma che cosa vuol dire per la vittoria?

 

Petrocelli: Lei ricorda che il 2 maggio è anche l'anniversario dell'eccidio a Odessa perpetrato nella Casa del Lavoro di circa 50 persone da parte di coloro i quali oggi siedono nelle istituzioni ucraine. È un conflitto cominciato otto anni fa. Noi non dobbiamo averci a che fare. Questo è il senso del mio tweet. Dovremmo aver a che fare con una guerra?

 

[…]

 

Monteleone: Dice Giuseppe Conte: «Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle. Stiamo completando la procedura di espulsione».

vito petrocelli 3

 

Petrocelli: Non mi è stata ancora notificata.

 

Monteleone: Ma lei perché rimane presidente della commissione Esteri, visto che adesso ci sono i suoi colleghi che non vogliono più partecipare ai lavori?

 

Petrocelli: Io rimango presidente perché credo di dover rappresentare un pezzo di paese che nel Parlamento italiano non è rappresentato. Perché non devo rimanere alla presidenza della Commissione Esteri se rappresento il pensiero sul tema specifico di buona parte degli italiani?

 

[…]

 

Monteleone: Lei cosa pensa della Nato?

 

Petrocelli: Io penso della Nato quello che pensava il Movimento 5 Stelle quando ha fatto il programma del 2018.

 

Monteleone: Cioè?

 

Petrocelli: Il ruolo dell'Italia nella Nato andrebbe riformato. Significa che bisogna stare in un'associazione come è l'Alleanza atlantica da pari e non da sottomessi. In questo momento…

 

Monteleone: Noi saremo sottomessi?

vito petrocelli 2

 

Petrocelli: È evidente

 

Monteleone: A chi?

 

Petrocelli: Agli Stati Uniti, soprattutto. 

 

Monteleone: Le pare bello quello che ha detto Lavrov che Zaleski è ebreo come Hitler? Le sembravano farneticazioni inaccettabili da un ministro degli Esteri di un Paese?

 

Petrocelli: Avrà avuto le sue ragioni. Io non lo so se Hitler era ebreo, nel senso di quello intende Lavrov.

 

Monteleone: Ma a lei sembra che stiano denazificando l’Ucraina i russi?

 

Petrocelli: Mi sembra di sì.

VITO petrocelli

 

Monteleone: E come la stanno denazificando? Ammazzando donne e bambini civili, bombardando teatri, infrastrutture civili?

 

Petrocelli: No, eliminando questa presenza.

 

Monteleone: Ma le ha viste le bombe sulle case? Quello è denazificare?

 

Petrocelli: Lei le ha viste le bombe sulle case del Donbass?

 

[…]

 

Monteleone: Beppe Grillo l’ha chiamata per esprimere solidarietà?

 

Petrocelli: No.

 

Monteleone: È un silenzio vergognoso quello di Grillo?

 

Petrocelli: È un silenzio vergognoso quello di Grillo sì, su questa vicenda, non perché non mi ha chiamato.

 

salvini putin conte

[…]

 

Monteleone: È vero che lei è marxista, giusto?

 

Petrocelli: Sì.

 

Monteleone: Lo è ancora?

 

Petrocelli: Sì.

 

Monteleone: Si dimette?

 

Petrocelli: No, non mi dimetto.

vito petrocelli 1

 

Monteleone: Nemmeno se glielo chiede il suo partito?

 

Petrocelli: Me l'ha già chiesto il mio partito, tra l'altro, me l'ha chiesto il ministro degli Esteri. Piccolo l'errore.

 

Monteleone: Diciamo, lo sbaglio è nel 2018.

 

Petrocelli: È da vedere.

 

 

 

putin conteMATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…