giulio tremonti sofia viscardi

VIVERE SENZA UNO SCRANNO (E SENZA STIPENDIO) – COSA FARANNO I GRANDI ESCLUSI DAL PROSSIMO PARLAMENTO: DA ALFANO A TREMONTI, DA VERDINI A BUTTIGLIONE – RAZZI PREOCCUPATO: “MO’ COME FACCIO A PAGARE L’AFFITTO?” – MA QUALCUNO RITORNA, COME CROSETTO 

alfano

 

Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera

 

Angelino Alfano

Si chiude una stagione e se ne apre un’altra anche per chi ha frequentato i palazzi della politica. Sono molti infatti gli ex deputati, senatori, ma anche i ministri, che dalla prossima legislatura non siederanno sui banchi delle due Camere. L’addio più fragoroso è stato quello di Angelino Alfano. Che dal salotto di Porta a Porta ha scandito queste parole: «Non mi ricandido, ma non lascio la politica. Dimostrerò che si può fare politica anche fuori dal Palazzo».

il senatore giuseppe castiglione

 

Giuseppe Castiglione

Di certo, a fargli compagnia ci sarà il suo sodale di sempre Giuseppe Castiglione, che di concerto con il leader di Ap ha preferito saltare un turno.

 

Giulio Tremonti

tremonti a mezzora

Giulio Tremonti, tributarista, anche da parlamentare non ha mai abbandonato il suo studio, a cui ora si dedicherà a tempo pieno.

 

Denis Verdini

denis verdini

Eppoi se ne va dal palazzo un altro pezzo da novanta: quel Denis Verdini che è stato lo stabilizzatore del governo di Matteo Renzi. Cosa farà il leader di Ala che oggi rimpiangono in Forza Italia per le sue qualità di organizzazione? Non è dato sapere.

 

Tuttavia, nei giorni dell’abbandono, non difetta di ironia. Agli amici mostra orgoglioso il vero simbolo del suo partito. Non l’edera del glorioso partito repubblicano. Ma la confezione di una scatola di medicinali il cui nome già nelle trattative con Matteo Renzi era ben più di un presagio: «Minc...», ironizza.

d anna verdini

 

Vincenzo D’Anna

Nessuno dei fedelissimi di Denis varcherà più l’ingresso di palazzo Madama. E fra questi c’è chi come Vincenzo D’Anna, due legislature nel curriculum, ha già iniziato una nuova vita senza rimpianti: «Per chi ama far politica non è più il contesto migliore. Oggi ricopro una carica prestigiosissima: presidente nazionale dell’Ordine dei biologi. Sono in contatto con la comunità scientifica internazionale. Eppoi le devo dire la verità: Denis si è troppo fidato di Renzi. Io lo avevo avvisato».

 

Ignazio Abrignani

Ignazio Abrignani, altro verdiniano escluso da tutto, la mette così: «Ho uno studio legale molto attivo. Dopo dieci anni tornerò a fare il giudice tributario».

Rocco Buttiglione

 

Rocco Buttiglione

Rocco Buttiglione riprenderà l’attività accademica: «Nessuno mi voleva cacciare e me ne sono dovuto andare da solo. Insegnare è la mia grande passione».

 

Antonio Razzi

Antonio Razzi

C’è poi chi non si è ancora capacitato di esser rimasto fuori dalle liste. «Mi devo abituare», allarga le braccia uno sconsolato Antonio Razzi. Il quale per ora si dedicherà alla presentazione del suo libro: «L’unica cosa che mi dispiace è che dal primo dicembre ho preso una casa in affitto in corso Rinascimento che mi costerà per i prossimi due anni 1.500 euro al mese. Un sacco di soldi. Come farò?».

ermete realacci

 

Ermete Realacci

Dopo quattro legislature si ferma ai box Ermete Realacci. Il leader degli ecodem sa già cosa farà dal prossimo 5 marzo: «Mi hanno già offerto 50 cose diverse. Ma preferisco concentrarmi sull’attività della Fondazione Symbola e su Legambiente di cui sono presidente onorario».

 

Luigi Manconi

luigi manconi

Nei banchi di Palazzo Madama non siederà più Luigi Manconi, il quale ha già messo alle spalle la vita da parlamentare: «Sette giorni fa — spiega — sono stato nominato da Paolo Gentiloni direttore dell’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazione».

 

nicola latorre

Nicola Latorre

Nicola Latorre, invece, continua la sua attività da presidente della commissione difesa del Senato: «La mia nuova vita? Ancora non è iniziata. Ho due conferenze una a Sofia e l’altra a Riad in Arabia Saudita. Ma diciamo che dopo il 5 marzo ci sarà tanto da fare nel Pd».

crosetto meloni

 

Guido Crosetto

Chi invece con molta probabilità dopo una fermata ai box tornerà in Parlamento sarà Guido Crosetto. Il quale però assicura: «In questi anni non ho avuto nostalgia, perché fuori si sta bene, si ha più tempo e si conduce una vita più normale».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…