
CHE CONCLAVE SARA'? - L’80% DEI CARDINALI CHE SCEGLIERANNO IL NUOVO PAPA E' STATO NOMINATO DA BERGOGLIO MA QUESTO POTREBBE INCIDERE MOLTO POCO: NON E' DETTO CHE IL PROSSIMO PONTEFICE VENGA SCELTO IN CONTINUITÀ CON PAPA FRANCESCO - I 110 ELETTORI A CUI BERGOGLIO HA DATO LA PORPORA CARDINALIZIA NON RAPPRESENTANO UN GRUPPO OMOGENEO NE' DA UN PUNTO VISTA GEOGRAFICO NE' IDEOLOGICO - GLI EUROPEI SONO LA MAGGIORANZA RELATIVA (54), MA GLI ELETTORI DELL’ASIA (24), DELL’AMERICA LATINA (22) E DELL’AFRICA (18) SARANNO DETERMINANTI – LA LISTA DEI “PAPABILI”: GLI ITALIANI PAROLIN, PIZZABALLA E ZUPPI, IL FILIPPINO TAGLE E L’UNGHERESE ERDO, FRONTMAN DEI CONSERVATORI...
I PAPABILI, ECCO I NOMI DEI CARDINALI ATTUALMENTE PIÙ FAVORITI A SUCCEDERE A FRANCESCO:
- Luis Antonio Tagle (Filippine, 67)
- Pietro Parolin (Italia, 70)
- Albert Malcolm Ranjith (Colombo, 77)
- Robert Francis Prevost (Chicago, 69)
- Péter Erdö (Ungheria, 72)
- Robert Sarah (Guinea, 79)
- Matteo Maria Zuppi (Italia, 69)
- Pierbattista Pizzaballa (Italia, 60)
- Jean-Marc Aveline (Francia, 66)
- Mario Grech (Malta, 68)
- Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo, 67)
- Fridolin Ambongo Besungu (RD Congo, 65)
- Peter Turkson (Ghana, 76)
- Wilton Gregory (Stati Uniti, 77)
GLI EQUILIBRI DEL CONCLAVE ELETTORI DA 65 PAESI
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
In un conclave gli schemi interpretativi, anche i più raffinati, ricordano ciò che diceva Wittgenstein alla fine del suo Tractatus : chi ha compreso le mie frasi le riconosce infine insensate, «egli deve, per così dire, gettare la scala dopo esservi salito».
Gli schemi servono a orientarsi ma non funzionano mai, o quasi: quando i cardinali entrano nella Sistina, salta tutto, anche gli scenari che essi stessi, alla vigilia, si erano prefigurati.
papa francesco bergoglio e il cardinale parolin
Perché in fin dei conti non si tratta di stabilire, in astratto, se stavolta debba essere conservatore o progressista, se sia arrivato il turno di un africano o di un asiatico, se piuttosto non sia il caso di tornare agli italiani e così via.
Mentre votano, gli elettori si rendono conto che stanno scegliendo una persona alla quale affideranno un potere assoluto, di diritto divino, che non ha eguali in nessun’altra istituzione del pianeta, l’uomo che in base al diritto canonico (331) avrà «potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa».
[…] Alla fine si sceglie una persona, non uno schema astratto. Altrimenti non si spiegherebbe come sia stato possibile che nel 2013 uno dei conclavi sulla carta più conservatori della storia recente, plasmato quasi per intero durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI — quasi trentacinque anni di nomine cardinalizie — abbia potuto eleggere un prete «di strada» come il cardinale Bergoglio.
Nel corso di dieci concistori, Francesco ha nominato l’80 per cento dei cardinali che sceglieranno il suo successore — non è strano, è il sistema che funziona così da secoli — ma questo non significa affatto che il successore sarà a sua immagine e somiglianza, anche perché i 110 elettori (su 138) nominati dal Papa argentino non sono affatto un gruppo omogeneo.
Di certo il conclave non è mai stato così vario e rappresentativo dell’intero pianeta: gli elettori provengono da 65 Paesi di tutti i continenti, riflesso di una Chiesa sempre più globale e rivolta al Sud del mondo e alle periferie, e sempre meno eurocentrica e occidentale.
Certo gli europei continuano a rappresentare la maggioranza relativa (54), ma gli elettori dell’Asia (24), dell’America Latina (22), dell’Africa (18) e pure dell’Oceania (4), risulteranno determinanti quanto i cardinali del Vecchio Continente e quelli dell’America del Nord (16).
Del resto anche i gruppi continentali e o nazionali non sono omogenei e ad esempio tra i 10 cardinali degli Stati Uniti, espressione della Chiesa in questi anni più critica del pontificato, nel frattempo 6 sono stati nominati da Francesco.
Il Paese con più elettori resta l’Italia, con 17 cardinali che in realtà sono 19 considerando il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e il prefetto apostolico in Mongolia Giorgio Marengo.
[…] Francesco è stato per certi versi rivoluzionario, ci sono state resistenze e contrapposizioni, c’è chi ne ha contestato il piglio «autoritario». C’è il bisogno di calmare gli animi con una figura che rassicuri. Così, tra i «papabili», il nome che da tempo ricorre più spesso è quello del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, 70 anni, grande diplomatico conosciuto da tutti gli elettori, l’artefice dell’accordo con la Cina sui vescovi che è stato un fedele collaboratore di Bergoglio e insieme è intervenuto a smussarne le asprezze quando alcune dichiarazioni, dall’Ucraina a Gaza, minacciavano di creare imbarazzi e polemiche.
PAROLIN, FARRELL E PENA PARRA ANNUNCIANO LA MORTE DI PAPA FRANCESCO
Del resto, se il problema è mantenersi uniti, l’esperienza secolare degli italiani può aiutare. Un altro nome conosciuto e stimato è quello del cardinale Matteo Zuppi, 69 anni, scelto da Bergoglio come inviato di pace per l’Ucraina.
Il terzo papabile italiano è Pierbattista Pizzaballa, 60 anni, il patriarca di Gerusalemme che è da anni una figura fondamentale di equilibrio nell’area più difficile del pianeta. Tra i cosiddetti conservatori, il candidato più accreditato è Péter Erdo, 72 anni, arcivescovo di Budapest, creato cardinale da Wojtyla, un teologo e canonista che ha già partecipato a due conclavi.
In Europa si fa anche il nome del vescovo di Stoccolma Anders Arborelius, 75 anni, battezzato nella comunità luterana e convertito al cattolicesimo a vent’anni. Un’altra figura emergente, dal profilo più progressista, è l’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline, 66 anni.
Fuori dall’Europa In Africa si è affermato il carisma del cardinale Fridolin Ambongo, 65 anni, arcivescovo di Kinshasa, che vive la situazione tragica del Congo e insieme ha rappresentato la rivolta dei vescovi del continente contro le aperture vaticane sulla benedizioni alle coppie gay. Tra gli americani i nomi sono quelli dei cardinali Blase Cupich, 76 anni, arcivescovo di Chicago, e di Joseph W. Tobin, 72 anni, arcivescovo di Newark, che hanno sfidato Trump a difesa dei migranti.
IL CARDINALE PAROLIN CON PAPA FRANCESCO
Restano forti, infine, i candidati asiatici: a partire dal cardinale Luis Antonio Tagle, 67 anni, filippino di madre cinese, già considerato nel conclave precedente, che starebbe a Oriente e Cina come Wojtyla all’Est Europa. […]
IL CONCLAVE DA TAGLE A PAROLIN LA PARTITA DEI PAPABILI NEL COLLEGIO A SUA IMMAGINE
Estratto dell'articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”
[..] Con tutte queste incognite c’è chi scommette che il prossimo Papa sarà una figura meno spumeggiante di Bergoglio, magari qualcuno che già è a Roma […]
Gli italiani, tuttavia, sono ormai solo 19 su 135 elettori. Può ben darsi che il prossimo, come gli ultimi tre Papi, non sia italiano. A Roma spiccano figure come il filippino Louis Antonio Tagle, affabile prefetto di Propaganda fide, Francis Robert Prevost, il meno americano degli americani (ha trascorso 20 anni in Perù), il maltese Mario Grech, che ha guidato la macchina del sinodo, e il salesiano spagnolo Angel Fernandez Artime.
Anche lontano dalla Curia ci sono svariati cardinali che in questi anni si sono fatti notare, come Jean-Marc Aveline, gioviale arcivescovo di Marsiglia appena eletto presidente dei vescovi francesi, un altro salesiano di origini spagnole, Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, in Marocco, o Anders Arborelius, carmelitano di Svezia fermo nella dottrina ma abituato a una società secolarizzata.
PETER ERDO ARCIVESCOVO DI BUDAPEST jpeg
I conservatori nostalgici guardano al teologo ungherese Peter Erdo. Se l’orologio della storia fosse pronto per un Papa africano, sarebbe senz’altro il carismatico arcivescovo di Kinshasa Fridolin Ambongo, molto più a destra di Bergoglio ma convertitosi alla sinodalità di Francesco.
Ma è possibile che i cardinali in arrivo a Roma ne scopriranno uno rimasto nell’ombra, è possibile che in dodici anni di Francesco siano maturati leader che emergeranno solo al Conclave. Proseguendo il soffio dello Spirito che portò all’elezione di Bergoglio.
PAPA FRANCESCO GLI HA CONFIDATO: È L’ASIA IL FUTURO DELLA CHIESA
papa francesco e il cardinale Luis Antonio Tagle
Luis Antonio Gokim Tagle, proprefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, è nato a Manila (Filippine) il 21 giugno 1957. Di madre cinese, è stato in questi anni una figura chiave della Chiesa nel dialogo sottotraccia con Pechino. Dopo il diploma, è entrato nel Saint Jose Seminary di Manila, diretto dai gesuiti, ha studiato filosofia presso la Manila University e la Loyola School della capitale e teologia alla Catholic University of America di Washington, fino al dottorato nel 1991.
Dopo anni di insegnamento, nel 2001 Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Imus. Dieci anni più tardi Benedetto XVI lo ha scelto come arcivescovo di Manila, nel 2012 lo ha creato cardinale. Nel 2015 Francesco lo ha nominato presidente di Caritas Internationalis e quattro anni più tardi prefetto di Propaganda Fide: con la soppressione della congregazione, è diventato pro- prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione guidato dal Papa. Fu a lui che Francesco, durante il viaggio nelle Filippine, confidò: «L’Asia è il futuro della Chiesa»
L’ARCIVESCOVO DI BUDAPEST, CANDIDATO DI PUNTA DEI CONSERVATORI
Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, è nato a Budapest il 25 giugno 1952, primo di sei figli in una famiglia di intellettuali cattolici. Sacerdote dal 1975, dopo il dottorato in teologia ha studiato a Roma e conseguito la laurea in diritto canonico alla Lateranense nel 1980.
Autore di 250 saggi nell’ambito del diritto canonico e della storia medievale del diritto canonico, ha una lunga esperienza accademica: fin dal 1986 ha insegnato Teologia a Esztergom, dal 1986 al 1988 è stato professore incaricato e fino al 2002 professore invitato alla Gregoriana.
concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali 4
Dal 1988 al 2002 ha insegnato diritto canonico e dal 1998 al 2003 è divenuto rettore dell’università cattolica Péter Pázmány di Budapest. Alla fine del 2002 viene nominato arcivescovo di Budapest da Giovanni Paolo II, che l’anno successivo lo crea cardinale. Dal 2006 al 2016 è stato presidente del consiglio delle conferenze episcopali europee. Formato alla scuola della rivista Communio fondata da Joseph Ratzinger, è considerato il candidato di punta dei conservatori.
concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali 1
LA CONVOCAZIONE DEI CARDINALI ELETTORI DA PARTE DEL DECANO DEL COLLEGIO CARDINALIZIO, GIOVANNI BATTISTA RE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali 5