giorgia meloni europa ue euro

VOTA GIORGIA – LA MELONI PENSA DI CANDIDARSI COME CAPOLISTA IN TUTTE E CINQUE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE EUROPEE DEL PROSSIMO ANNO, PER TRAINARE IL PARTITO CON LE PREFERENZE. MA LA SCELTA RISCHIA DI DIVENTARE UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO: METTERCI LA FACCIA E FARE UNA CAMPAGNA ELETTORALE SULLA PANCIA DEL PAESE RISCHIA DI SCATENARE SALVINI, CHE SI SPINGEREBBE ANCORA PIÙ A DESTRA. E POI C’È IL NODO QUOTE ROSA: CON LA REGOLA DELL’ALTERNANZA, IL SECONDO IN LISTA DOVRÀ ESSERE UOMO. E LE “SORELLE D’ITALIA” POTREBBERO FINIRE FREGATE…

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”

 

GIORGIA MELONI

Se il premierato è la «madre di tutte le riforme», per la destra al governo le Europee di giugno sono «la madre di tutte le elezioni». Giorgia Meloni ha messo la faccia sulla prima. E intende farlo anche sulla seconda. Una candidatura da capolista, in tutte e cinque le circoscrizioni. Il motto è presto servito: votate Giorgia, «per un'Italia e un'Europa più forte».

 

Ci pensa da tempo la premier e si è ripromessa di rompere gli indugi entro un mese o poco più: sotto l'albero di Natale di Palazzo Chigi […] potrebbero spuntare i primi depliant. Non vuole prendere rischi Meloni, la posta in gioco […] è troppo alta.

 

giorgia meloni silvio berlusconi

Per questo è tentata dalla discesa in campo, l'all-in elettorale già testato con successo nel 2019 da Silvio Berlusconi per far man bassa di preferenze dalle Alpi alle isole (al Cavaliere andò più di mezzo milione di voti). Una corsa solitaria: se parte Meloni, gli altri restano fermi. Cioè i ministri di Fratelli d'Italia già scivolati nel toto-candidati europeo, da Adolfo Urso a Francesco Lollobrigida.

 

Chissà che il rebus non si sciolga sul palco di Atreju, la storica kermesse meloniana in programma dal 14 al 17 dicembre. Si vedrà. Intanto a via della Scrofa, il quartier generale di Fratelli d'Italia, Meloni Arianna e Giovanni Donzelli, a capo della segreteria e dell'organizzazione del partito, hanno iniziato a studiare le liste. L'opzione Meloni, la corrida europea della premier, ha pro e contro, ragionano i suoi colonnelli.

 

arianna meloni e lollobrigida

[…] Sui "pro" si sono già espressi i primi sondaggi privati commissionati da Palazzo Chigi: un tour della premier in lungo e in largo per lo Stivale darebbe uno slancio non indifferente a FdI, che continua a veleggiare al primo posto nelle rilevazioni settimanali, oltre il 28 per cento. E i contro? Non mancano. Il primo è politico e rimbalza nelle chiacchierate dei Fratelli al governo. Suona così: «Vediamo come superiamo l'inverno...».

 

La manovra, i conti con l'Ue, le turbolenze all'estero e le riforme in casa. Se il nuovo anno dovesse aprirsi con qualche fibrillazione in maggioranza, la scommessa elettorale di Meloni alle europee potrebbe innescare reazioni. Ad esempio, spingere il leader della Lega Matteo Salvini a fare altrettanto. Una spirale che la premier […] preferirebbe evitare.

 

giorgia meloni e matteo salvini.

 Il secondo è invece un dubbio tecnico. Un possibile, paradossale cortocircuito: una candidatura da capolista di "Giorgia", la prima donna premier, potrebbe ostacolare l'elezione delle altre donne pronte a correre con FdI. Perché? Il cavillo è nelle regole europee per la presentazione delle liste. Che richiedono da un lato la composizione paritaria fra donne e uomini, al 50 per cento, e dall'altro l'alternanza in lista: se il capolista è una donna, il secondo deve essere un uomo.

 

Sicché c'è il rischio, ragionano i meloniani a Bruxelles, che la candidatura della leader favorisca i "Fratelli" maschi al secondo posto e molto meno le candidate in terza posizione. Quisquilie, si dirà, eppure presenti nei caminetti della maggioranza che già studiano le urne europee. Al governo minimizzano, «è presto», ma qualcosa si muove.

 

giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa

Mercoledì, per dire, Lollobrigida si è ritrovato assediato alla buvette della Camera da un drappello di onorevoli: dal Dc Lorenzo Cesa al senatore di Noi Moderati Antonio De Poli. Al centro del consulto […] le strategie per candidare l'ala moderata che fa capo a Maurizio Lupi.

 

Magari con una lista unica italiana dei "Popolari" insieme a Forza Italia. «Aiuterebbe a puntellare FI - spiega un dirigente vicino alla premier - è la prima campagna senza Berlusconi e per noi la tenuta dei forzisti è questione vitale». […] c'è ancora tempo […] per scegliere gli alleati con cui tentare la conquista delle istituzioni europee.

meloni orban

 

Tra le questioni in sospeso […], una è più ingombrante delle altre: da mesi Viktor Orban, il filorusso premier ungherese, bussa alla porta dei Conservatori di "Giorgia" e chiede un posto per Fidesz, il suo partito. La porta però è rimasta serrata e così resterà.

 

meme giorgia meloni francesco lollobrigidail videomessaggio di giorgia meloni dopo la morte di silvio berlusconi 5silvio berlusconi giorgia meloni giorgia meloni - la famiglia e fdi - vignetta di ellekappaGIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO