QUATTRO VOTI E UNA BREXIT - PERCHÉ BORIS ''CHIUDE'' IL PARLAMENTO? HA DUE STRADE: FORZARE BRUXELLES A CONCEDERE DI PIÙ PUR DI EVITARE UN'USCITA SENZA ACCORDO, O INDURRE LA CAMERA A SFIDUCIARLO, COSì DA INDIRE UN'ALTRA ''SNAP ELECTION'', UN VOTO-LAMPO, E INCASSARE UNA VERA MAGGIORANZA PRO-BREXIT - HUGH GRANT: ''NON FOTTERAI IL FUTURO DEI MIEI FIGLI, TU E LA TUA GANG DI PREFETTI PIPPAROLI''
You will not fuck with my children’s future. You will not destroy the freedoms my grandfather fought two world wars to defend. Fuck off you over-promoted rubber bath toy. Britain is revolted by you and you little gang of masturbatory prefects. https://t.co/Oc0xwLI6dI
— Hugh Grant (@HackedOffHugh) 28 agosto 2019
AdnKronos - "Non fotterai il futuro dei miei figli". Hugh Grant contro Boris Johnson. L'attore, su Twitter, si scaglia contro il premier britannico, che ha chiesto e ottenuto dalla regina lo stop alle attività parlamentari per oltre un mese tra settembre e ottobre. Il provvedimento porterà ad una paralisi del dibattito sulla Brexit e incanalerà l’iter verso un’uscita del Regno Unito dalla Ue senza intesa tra Londra e Bruxelles. "Non distruggerai le libertà che mio nonno ha difeso combattendo in due guerre mondiali", scrive l'attore senza risparmiare insulti. "La Gran Bretagna si è sollevata contro di te e contro la tua piccola gang di prefetti masturbatori".
Francesco Guerrera per ''la Stampa''
L' ultima volta che un leader britannico sospese il Parlamento non fini' bene. Nel 1629, il re Carlo I, convinto che Dio avesse conferito ai monarchi inglesi poteri assoluti, decise di chiudere l' assemblea, dando inizio a due decenni di guerre. Nel 1649, sconfitto da Oliver Cromwell, Carlo fu decapitato vicino al palazzo di Westminster.
Ieri è stato Boris Johnson a perdere la testa, questa volta in senso figurato. Per essere sicuro che la Gran Bretagna uscirà dall' Unione europea il 31 ottobre, il primo ministro britannico ha chiesto alla regina di sospendere il Parlamento dal 10 settembre al 14 ottobre (Elisabetta ha detto di sì ma non aveva scelta).
Le date sono fondamentali. Il calcolo di Johnson - e dei "brexiters"- è che due settimane non basteranno ai parlamentari anti-Brexit per bloccare l' uscita dall' Ue senza un accordo con Bruxelles.
Quando Johnson è stato scelto dai conservatori (nota bene: non eletto dal popolo ma scelto dal partito) ha dichiarato che la Brexit si sarebbe fatta a fine ottobre «do or die» - a qualsiasi costo. La mossa di ieri è la prova che un politico buontempone e prono alle gaffe è pronto a rischiare tutto per raggiungere quell' obiettivo. La decisione non è illegale perché in Gran Bretagna il premier ha poteri enormi, ma ha scatenato un putiferio tra cittadini, investitori e politici.
Attivisti sui social media hanno usato l' hashtag «fermiamo il colpo di stato» per incitare i britannici a scendere in piazza. Più di mezzo milione di persone hanno firmato una petizione contro la proroga del Parlamento.
La sterlina è crollata nei confronti del dollaro e dell' euro. E il presidente della Camera dei Comuni John Bercow ha affermato che la sospensione è un «oltraggio costituzionale».
boris johnson regina elisabetta
La realtà è che Johnson ha fatto una mossa alla Donald Trump: una scommessa spericolata che ha alzato la posta in tavola e forzerà la mano ai suoi avversari.
Da oggi al 31 ottobre, ci sono tre scenari plausibili.
Il primo è che il Parlamento passi una legge che impedisca una Brexit senza accordo con l' Ue. Il problema è che l' assemblea ritorna a lavorare il 3 settembre, solo una settimana prima della sospensione. Sette giorni sembrano pochi, viste le divisioni nella fazione anti-Brexit e la riluttanza dei dissidenti conservatori a schierarsi con i laburisti guidati da Jeremy Corbyn, un socialista vecchio stampo.
La seconda possibilità è una mozione di sfiducia, con un elezione a ottobre o novembre che rinvierebbe la Brexit. Anche qui, è improbabile che molti parlamentari conservatori si alleino con Corbyn nello spazio di una settimana, con il rischio che vengano espulsi dal partito e squalificati dalle elezioni. Il partito conservatore, tra l' altro, è in testa nei sondaggi di quasi dieci punti sui laburisti.
La terza idea - sussurata dai consiglieri di Johnson - è che l' azzardo del premier terrorizzi Bruxelles e convinca le altre capitali, soprattutto Parigi, ad acconsentire ai desideri britannici sull' accordo post-Brexit.
Avendo parlato con fonti europee, ciò sembra una pia illusione, perché una Brexit senza rete farebbe più male alla Regno Unito che all' Ue, ma per il momento questa tattica-spaccatutto è parte integrante dei piani di Londra.
I prossimi due mesi dimostreranno se Johnson è uno statista geniale o il peggiore nella lunga serie di mediocri premier britannici degli ultimi anni. In ogni caso, buon per lui che gli inglesi hanno smesso di decapitare i leader falliti molto, molto tempo fa.