VUOI VEDERE CHE ALESSANDRA TODDE RISCHIA DI DECADERE PER LA PIPPAGINE DEL M5S?! - LE VENGONO CONTESTATI ERRORI NELLA COMPILAZIONE DEI MODULI PER LE SPESE ELETTORALI: MANCAVA IL MANDATARIO ELETTORALE E NON RISULTA ESSERE STATO APERTO UN CONTO DEDICATO ESCLUSIVAMENTE ALLA RACCOLTA DEI FONDI (E’ STATO USATO UN CONTO DI INTESA SAN PAOLO MONTECITORIO) – NEL MIRINO C'E' UNA FATTURA ENEL DA 153 EURO E MANCANO I NOMINATIVI DI DUE DONAZIONI - ORA SPETTA ALLA GIUNTA PER LE ELEZIONI DEL CONSIGLIO REGIONALE DECIDERE SE FAR VOTARE LA DECADENZA (IN CASO DI APPROVAZIONE SI TORNA AL VOTO), O SE PRENDERE ATTO DEL RICORSO AL GIUDICE ORDINARIO (E FORSE AL TAR) E CONGELARE TUTTO…
Estratto dell’articolo di A.Fras. per “la Repubblica”
alessandra todde giuseppe conte
Nel centrosinistra qualche malumore c’è nei confronti del M5S per come si è arrivati alla richiesta di decadenza […] Anche se il collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari non contesta nel merito spese fatte dalla presidente della Sardegna, Alessandra Todde, ne chiede la decadenza, puntando il dito su dieci «gravi» irregolarità nel finanziamento delle campagne elettorali.
[…] troppa confusione ed errori commessi dall’esponente del Movimento 5 stelle e dal suo staff. Per la governatrice e i suoi legali si tratta di una ricostruzione sbagliata e le regole «sono state del tutto rispettate»: da qui il ricorso al giudice ordinario e probabilmente anche al Tar.
Il procedimento nasce inizialmente da 7 contestazioni che il collegio di garanzia elettorale invia lo scorso giugno a Todde. In primis la Corte d’Appello punta il dito su come sono stati compilati i moduli per le spese elettorali: sono state comunicate uscite pari a 90.679 euro «attraverso moduli firmati solo dalla candidata Todde e che non consentono di chiarire se le spese indicate afferiscano a lei o alla campagna elettorale dei candidati consiglieri con il Movimento».
Poi, ed è uno degli elementi fondanti di tutto il provvedimento, non c’è stata mai la nomina formale del mandatario elettorale. Per il collegio, Todde «non avendo nominato un mandatario ha omesso di certificare la veridicità del rendiconto».
E, ancora, si legge nel provvedimento di decadenza, «non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi, ma risulta essere stato utilizzato un conto di Intesa San Paolo Montecitorio». Per giustificare i 90 mila euro spesi «la candidata presidente ha presentato una lista movimenti e non un estratto conto». Andando poi a un’analisi della lista, «non compaiono i nominativi di due donazioni, pari a 30 e 8 mila euro».
ALESSANDRA TODDE GIUSEPPE CONTE
Todde ha utilizzato anche altri sistemi di pagamento: «Non risulta su quale conto corrente sono transitate le operazioni fatte tramite Paypal — scrivono i giudici — inoltre la candidata ha comunicato altre 16 donazioni che non risultano nel conto corrente Intesa San Paolo a Montecitorio. Nel cassetto fiscale della Todde risulta anche una fattura Enel di 153 euro per la sede del comitato elettorale che non compare tra gli atti prodotti».
ALESSANDRA TODDE GIUSEPPE CONTE
Queste le prime sette contestazioni. Il 18 giugno Todde consegna una memoria nella quale sostiene di «non aver affrontato spese elettorali e di essersi avvalsa solo di mezzi messi a disposizione dal Movimento». Il collegio, letta la memoria, fa altre tre contestazioni.
«Dall’estratto conto comunicato da Todde emergono movimenti ascrivibili anche a Pd e Sinistra futura, e le spese del comitato elettorale non possono riguardare solo un singolo candidato », scrivono i giudici, che aggiungono: «Nel conto dedicato per la candidata Todde, conto che non c’è, avrebbero dovuto confluire anche alcune fatture: come quella da 3.500 euro dove risulta committente Ettore Licheri (senatore M5S, ndr) per 55 messaggi politici a pagamento o la fattura per affitto di una sala ad Alghero per evento elettorale».
Il collegio chiede quindi la decadenza e invia gli atti alla procura per eventuali profili penali. Adesso spetta alla giunta per le elezioni del Consiglio regionale decidere se far votare subito dall’aula la decadenza (e in caso di approvazione si tornerebbe al voto), oppure se prendere atto del ricorso della governatrice e congelare tutto in attesa di una sentenza definitiva. […]