GUERRE STELLARI - WASHINGTON SENTE FISCHIARE I MISSILI NORDCOREANI DIETRO LE ORECCHIE E ALLORA VAI CON IL “DOPPIO SCUDO SPAZIALE”, IN ORIENTE E NEL MEDITERRANEO – IL MGLIOR REGALO DI NATALE ALL’INDUSTRIA BELLICA, DOPO I PESANTI TAGLI AL BILANCIO DEL PENTAGONO - GIÀ PRONTO IL CASUS-BELLI: LA STAMPA USA “È SICURA” CHE ASSAD VOGLIA USARE GLI SCUD SUI CIVILI E SOSTIENE CHE L’IRAN “POTREBBE” USARE MISSILI A LUNGA GITTATA…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Il successo della Nordcorea nel lancio del vettore intercontinentale Unha-3 e la quasi simultanea scelta della Siria di bombardare i ribelli con almeno sei Scud pongono la Casa Bianca di fronte allo scenario di un'escalation missilistica su più fronti che innesca un domino militare, finanziario e politico destinato ad accelerare lo schieramento dello «scudo» americano tanto in Estremo Oriente che nel Mediterraneo Orientale.

Il primo indicatore di quanto sta maturando a Washington è arrivato con la decisione del ministro della Difesa, Leon Panetta, di reagire al lancio nordcoreano chiedendo al Congresso di «rivedere i capitoli di spesa del National Defense Authorization Act» ovvero il bilancio del Pentagono su quale incombono pesanti tagli. Sebbene Panetta non renda pubbliche le correzioni richieste, l'intervista alla «Cnn» nella quale assicura che «l'esercito dispone dei mezzi per fermare un eventuale attacco missilistico della Nord Corea» lascia intendere che il Pentagono voglia rafforzare lo schieramento anti-balistico attorno alla penisola coreana.

Si tratta dello scudo antimissile asiatico realizzato a partire dal 2007 da Washington e Tokyo che, gestito dalle forze nipponiche con il sostegno di quelle Usa, prevede una doppia capacità di intercettazione: i «Patriot-3» per colpire i missili a corto e medio raggio - simili agli Scud che Saddam Hussein lanciò durante la Guerra del Golfo del 1991 - e gli intercettori posizionati sulle navi Aegis, capaci di colpire i vettori intercontinentali come l'Unha-3 nordcoreano prima che rientrino nell'atmosfera.

Questo sistema doppio, denominato nei manuali del Pentagono SM-3 Block IIA, si basa sui super-radar X, posizionati in Giappone, capaci di individuare la rotta dei missili e guidarvi contro gli intercettori. Lo scudo, creato per proteggere Sud Corea e Giappone, ha avuto finora una rilevanza strategica contenuta perché la minaccia posta da Pyongyang era teorica ma il successo di ieri cambia lo scenario spingendo Washington a rafforzarlo visto che la Nord Corea ora può davvero lanciare missili armati a lunga distanza.

E ancora: poiché i tecnici nordcoreani e iraniani lavorano assieme da anni, il successo di Pyongyang porta a prevedere, come si legge in un documento della US Missile Defense Agency che «il sistema SM-3 Block IIA venga dispiegato in Romania e Bulgaria, assieme a navi Aegis nel Mediterraneo Orientale» per proteggere il fianco sud della Nato da analoghe minacce da parte di Teheran.

L'urgenza di un tale passo è avvalorata dalla scelta di Bashar Assad di usare gli Scud, secondo quanto rivelato dal «New York Times» contro i ribelli nel Nord: è la prima volta che in Medio Oriente un regime ricorre ai missili per tentare di domare una rivolta interna e il timore dei Paesi vicini, dalla Turchia alla Giordania, è di essere coinvolti. Per questo la Nato sta accelerando il dispiegamento di 6 batterie di Patriot nella Turchia del Sud e la Giordania ne ha già fatto richiesta a Washington.

Poiché i radar X sul fronte europeo si trovano in Turchia, l'arrivo delle batterie Patriot fornite da Usa, Germania e Olanda crea la possibilità di accelerare lo schieramento dello «scudo giapponese» nel Mediterraneo.

«Al momento non abbiamo piani di esportare il nostro sistema ma può essere fatto» conferma al «Wall Street Journal» Masayuki Iwaike, direttore dei progetti antimissile al ministero della Difesa di Tokyo. Ciò significa per Obama sta ripensando il nuovo inizio dei rapporti con il leader cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin perché tanto in Asia che in Europa si avvia ad accelerare il dispiegamento di armamenti che modificano gli equilibri strategici regionali.

 

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