NAPOLISPIA - WOODCOCK NUN CE VO’ STA: “L’INCHIESTA RESTI A NAPOLI - PER CHI VOTA LA CAMORRA? SOTTO ‘O VESUVIO PRIMARIE PD NEL MIRINO DELLA DDA: ACQUISITI NELLA SEDE DELLA FEDERAZIONE GLI ELENCHI DI CHI VOTÒ IL 23 GENNAIO PER IL CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA – NEL CENTRODESTRA SIAMO ALLA “GUERRA PREVENTIVA”. CALDORO DICE NO ALLE PRIMARIE E AI CONGRESSI E METTE IN GUARDIA “CON LA DEBOLEZZA DELLE FORZE POLITICHE ATTUALI LA CAMORRA FAREBBE UN PASSO AVANTI” - E SE ARRIVASSERO GLI OSSERVATORI DELL’ONU?...

1 - RICATTO A PREMIER: PM, INCHIESTA PER ORA RESTI A NAPOLI...
(ANSA)
- La procura di Napoli ha presentato oggi al gip e al tribunale del Riesame un'istanza per chiedere l'annullamento dell'ordinanza con cui ieri lo stesso gip, Amelia Primavera, aveva dichiarato l'incompetenza territoriale dell'autorità giudiziaria napoletana in relazione alla vicenda del presunto ricatto al premier e la trasmissione degli atti a Roma.

2 - PER CHI VOTA LA CAMORRA? SOTTO ‘O VESUVIO PRIMARIE PD NEL MIRINO DELLA DDA
Carlo Tarallo per Dagospia

Per chi vota la camorra? Non si sa, ma quello che è certo è che a Why Not City ormai le accuse, i sospetti e ora anche le inchieste sull'inquinamento del voto si moltiplicano. Non solo le elezioni nel mirino: pure le primarie. Quelle flop del Pd, di qualche mese fa, ora sono finte nel mirino della Dda (come rivela oggi Il Mattino). Vinse il neuroparlamentare Andrea Cozzolino, sconfiggendo Umberto Eterno Secondo Ranieri, ma alla fine saltò tutto per aria tra accuse incrociate e veleni. E nel Pdl? Qui siamo addirittura alla "guerra preventiva".

In un'intervista rilasciata dal governatore Stefano Caldoro al Corriere del Mezzogiorno domenica scorsa, tra una considerazione e una riflessione, Valium, per spiegare il suo "no" a congressi, tesseramenti e primarie ha dichiarato: "Con la debolezza delle forze politiche attuali la camorra farebbe un passo avanti. E questo vale per il Pdl, ma anche per gli altri". Camorrista a chi? I napoberluscones sono saltati sulle sedie. Soprattutto perché Caldoro è uno abituato a pesare le parole. A chi era indirizzato quel messaggio? Non si sa. Certo è che da 48 ore Caldoro ha ufficialmente contro di lui tutto il partito.

Ma proprio tutto, a cominciare dai dirigenti considerati più lontani dalla linea di Nick Cosentino, detto "O Mericano", da sempre acerrimo avversario del Presidente: Nunzia De Girolamo, Paolo Russo, Vincenzo Nespoli tanto per fare qualche esempio di napoberluscones di prima linea che non condividono più ciò che dice e fa Caldoro. Un pretesto per scatenare una guerra di poltrone? Why not?

La cosa certa è che è subito partito un supersiluro contro il governatore da parte di tutto il Pdl campano. Riuniti all'Hotel Mediterraneo consiglieri regionali presidenti di provincia pidiellini, coordinatori provinciali, parlamentari di spicco, hanno tutti, ma proprio tutti, criticato Stefano Caldoro. E nel pomeriggio è arrivata la mazzata, sotto forma di documento sottoscritto dal gruppo in consiglio regionale, che chiede al Governatore "una nuova fase". In pratica, ci vuole prima di tutto un bel rimpasto in giunta: via i tecnici considerati più vicini alla sinistra che al centrodestra, dentro esponenti di partito e delle realtà territoriali.

3 - VOTO SPORCO, L'ANTIMAFIA INDAGA SULLE PRIMARIE DEL PD
Adolfo Pappalardo per Il Mattino

Sono finite sotto un ciclone tutto politico e passate (indenni) per due ricorsi urgenti in tribunale. Epperò ora, a nove mesi dal suo svolgimento e a tensioni solo parzialmente ormai superate, sulle primarie del centrosinistra c'è qualcuno altro che vuole vederci chiaro.
Sono i magistrati della Dda di Napoli che una decina di giorni fa hanno fatto acquisire dalla polizia giudiziaria, nella sede della federazione del Pd di Napoli, gli elenchi di chi votò il 23 gennaio per decidere chi doveva essere il candidato sindaco del centrosinistra. Si sfidavano, allora, l'europarlamentare pd Andrea Cozzolino, l'ex sottosegretario Umberto Ranieri, l'assessore comunale Nicola Oddati (tutti del partito Democratico) e Libero Mancuso, ex magistrato antimafia, sotto le insegne di Sinistra e Libertà.

Ma nonostante la grande affluenza alle urne (44.188 votanti) di quella piovosa domenica di gennaio si ricordano, soprattutto, le violente polemiche post voto. Vittoria di Cozzolino con 1200 voti di scarto ma mai formalmente riconosciuta né dal Pd né dal suo principale avversario Umberto Ranieri. Accuse pesantissime di brogli da parte di quest'ultimo, già a poche ore dalla chiusura delle urne, che faranno tremare il partito di Bersani sin nelle fondamenta. Poi l'accusa più infamante, prima sussurrata e poi detta ad alta voce: la camorra ha inquinato il voto. Quel voto del popolo di centrosinistra.

Nel mirino, di chi contesta il risultato, finiscono i quartieri di Miano e Secondigliano. Due sezioni, in particolare: un caf e una sede del Pd. Due notti dopo il voto il comitato di garanzia, presieduto da Cananzi e insediato presso la sede del Pd di Napoli, sta per annullare quel voto in quelle due sezioni. Ma tutto si blocca per le violente contestazioni di alcuni iscritti al partito che irrompono nella segreteria di via Toledo. Accuse incrociate che si susseguiranno per giorni avvelenando la vita politica del centrosinistra.

Da quelle accuse sono partiti i magistrati napoletani della Dda per focalizzare tutta la vicenda e cercare di capire se dietro una parte di quel voto ci sia stata la regia dei clan. Ad occuparsene è la sezione dell'antimafia che ha la competenza su tutta l'area nord di Napoli. Secondigliano, in particolare. Nell'ipotesi al vaglio dell'inchiesta, alle prima battute, ci sono le pressioni dei clan della zona nel condizionare il voto delle primarie del centrosinistra. Capire se e come la camorra abbia potuto spingere gli elettori a recarsi alle urne. E se, ovviamente, per questo tipo di pressioni ci sia stato un giro di denaro. Soldi girati dalla politica ai clan che, a loro volta, hanno pagato e spinto decine e decine di persone a esprimere la propria preferenza e, soprattutto, a condizionare quel voto dello scorso gennaio.

Per questo fondamentale, per la polizia giudiziaria, acquisire dagli uffici della federazione pd di via Toledo gli elenchi con i nominativi degli oltre 44mila votanti. Con un focus particolare sulle sezioni dell'area nord. Spulciare uno ad uno i nomi per verificare se ci siano esponenti di famiglie camorristiche, o comunque di persone a loro orbitanti, in quegli elenchi. Inchiesta, alle prime battute dicevamo, ma a colpire subito gli inquirenti una serie di cognomi a loro noti che si susseguono con insistenza. Interi nuclei familiari recatisi nelle sezioni, pronti a mettersi diligentemente in fila, per esprimere la propria preferenza su chi avrebbe dovuto essere il candidato sindaco di centrosinistra. Molte, moltissime persone, ipotizzano i magistrati sarebbero state pagate.

 

WOODCOCK E FRANCESCO CURCIOAndrea Cozzolino COSENTINO CALDORO jpeglbrtrntn38 umberto ranieriNunzia De Girolamo

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