joe biden contraerea mediterraneo

ZIO SAM MOSTRA I MUSCOLI – L’ESERCITO AMERICANO AMMASSA NAVI, PORTAEREE, CACCIA E UOMINI NEL MEDITERRANEO, IN VISTA DELL’ESCALATION IN MEDIO ORIENTE – BIDEN RIMARCA IL SUPPORTO A ISRAELE MA VUOLE ANCHE MANDARE UN SEGNALE FORTE ALLE MILIZIE FILO-IRANIANE, CHE DA DUE GIORNI HANNO COMINCIATO A TIRARE RAZZI CONTRO LE CASERME USA IN SIRIA E IN IRAQ - UN ALTO DIRIGENTE DEL PENTAGONO: “VOGLIAMO DARE UN SEGNALE ALL’IRAN, A HEZBOLLAH E OGNI ALTRA FORZA MANOVRATA DA LORO"

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

la portaerei uss gerald ford

[…] La “Mount Whitney” è salpata mercoledì dal porto di Gaeta per fare rotta verso est. La partenza di questa lenta nave statunitense conta più dell’arrivo delle portaerei e trasmette al mondo un messaggio chiaro: l’America vuole avere le mani libere nella nuova crisi mediorientale. La “Mount Whitney” infatti è un quartiere generale galleggiante, in grado di dirigere da sola un intero conflitto e permette agli Stati Uniti di non dipendere dal comando napoletano della Sesta Flotta o da quelli presenti in altri Paesi europei. […]

 

JOE BIDEN

Lo schieramento che la Casa Bianca sta accumulando nel Mediterraneo dimostra la preoccupazione per quello che potrà accadere nelle prossime ore. […] Entro pochi giorni a largo di Cipro ci saranno due portaerei, due incrociatori, sei caccia, una task force dei marines. Dalla Scozia sta arrivando a tutta velocità un sottomarino molto speciale, lo “Uss Florida”. 

 

[…]Squadriglie di cacciabombardieri sono state mandate negli aeroporti della Penisola arabica e un gruppo da sbarco si trova all’imbocco del Golfo. L’armada di Biden disporrà di oltre 300 cruise, di 200 aerei da combattimento e di 5.000 marines con i loro mezzi anfibi: una potenza di fuoco sufficiente a condurre una guerra.

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

 

Questa esibizione di forza ha anzitutto la funzione di deterrente: mettere l’Iran di fronte alle conseguenze devastanti di un intervento. Ma lo stesso monito viene calato molto più vicino al terreno del confronto in corso, avvisando anche Hezbollah, protagonista di scontri crescenti sulla frontiera settentrionale di Israele. Lo ha detto John Kirby, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, a cui ha fatto eco un anonimo alto dirigente del Pentagono: «Testimoniamo con i fatti il sostegno alla sicurezza di Israele e vogliamo dare un segnale all’Iran, a Hezbollah e ogni altra forza manovrata da loro nella regione che potrebbe valutare l’attuale situazione per scatenare un’escalation. Questi avversari dovrebbero pensarci due volte».

 

schieramento di mezzi americani in medio oriente

I timori del Pentagono sono primariamente rivolti ai contingenti Usa presenti in Siria e in Iraq per la lotta al terrorismo jihadista: circa 3.500 uomini, praticamente circondati da milizie filo-iraniane che da due giorni hanno cominciato a tirare razzi contro le loro caserme. Nei due Paesi operano dozzine di formazioni sciite, equipaggiate e addestrate dai Guardiani della Rivoluzione, che possono assediare i reparti americani. […] A rendere ancora più complessa la situazione è l’entrata in scena degli Houthi yemeniti, che l’altra notte hanno tentato di attaccare Israele: dispongono di un arsenale di sofisticati ordigni a lungo raggio, impiegato in passato per bombardare città e industrie saudite.

 

i mezzi americani diretti in medio oriente

Le parole pronunciate a Washington dal generale Pat Ryder fanno ritenere che gli Houthi abbiano scagliato un vero e proprio sciame di missili e droni, probabilmente indirizzati verso il porto israeliano di Eilat, tutti abbattuti nel Mar Rosso dalla contraerea del caccia “Carney”. Nonostante la stretta collaborazione con i militari di Riad impegnati nel conflitto yemenita, l’Us Navy non ha mai usato le armi per salvare l’Arabia Saudita dalle incursioni. Quello dell’altra notte è un avvertimento straordinario trasmesso a Teheran: gli Stati Uniti faranno concretamente da scudo a Israele. […]

 

 Contro lo sciame yemenita sono stati usati gli intercettori meno moderni, ma gli incrociatori nel Mediterraneo orientale dispongono degli SM-6 progettati per fermare pure i missili balistici a oltre 350 chilometri di distanza: Israele è totalmente sotto la cupola dell’Us Navy.

 

JOE BIDEN IN ISRAELE

Le Israeli Defence Forces hanno la migliore contraerea del mondo per bloccare attacchi missilistici, come ha ribadito ieri il contrammiraglio Daniel Hagari. L’aiuto americano è quindi superfluo? No, perché la terribile lezione del 7 ottobre ha mostrato come i sistemi di vigilanza più potenti possono essere battuti da una moltitudine di assalti simultanei. E lo schieramento Usa vuole proprio impedire che questo scenario si ripeta nel cielo: […]

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