mattarella

ZITTO ZITTO, MATTARELLA GONGOLA – CON LA SENTENZA DELLA CONSULTA NON E’ COSTRETTO A SCIOGLIERE LE CAMERE: PRIMA IL PARLAMENTO DEVE “OMOGENEIZZARE” LE REGOLE ELETTORALI PER CAMERA E SENATO – E COMUNQUE, ASPETTA IL TESTO SCRITTO: ALTRE 2 SETTIMANE - DA BUON DEMOCRISTIANO DICE AI PARTITI: FATE VOBIS…

 

Ugo Magri per la Stampa

 

mattarella e gentilonimattarella e gentiloni

È naturale che tutti gli occhi, adesso, si rivolgano al Quirinale. Perché nel suo messaggio di fine anno, con 10 milioni di spettatori, Sergio Mattarella aveva piantato tre paletti. Per tornare alle urne, era stato il senso del discorso, occorrono leggi elettorali «non inconciliabili», «omogenee» e «pienamente operative», in modo che tutto si svolga nel rispetto delle regole.

 

In caso contrario, aveva lasciato intendere il Capo dello Stato, non avrebbe mai ceduto alla fretta di sciogliere le Camere che contagia larga parte della politica. Per cui la domanda è: la sentenza della Consulta soddisfa le condizioni poste dal Presidente della Repubblica? Ha ragione o torto chi sostiene che l' Arbitro è ormai in condizione di fischiare la fine della legislatura?

 

BERLUSCONI MATTARELLABERLUSCONI MATTARELLA

La prima risposta dal Colle è che Mattarella si astiene dai commenti, anche positivi, sulla sentenza. E non potrebbe regolarsi diversamente, aggiungono, in quanto sarebbe contro le regole istituzionali. Tuttavia rispetta fino in fondo la decisione della Corte, un po' perché lui stesso ne è stato membro per nove anni; e poi, in quanto l' esito del giudizio appare a occhio nudo coerente con il verdetto del popolo sovrano nel referendum del 4 dicembre scorso. Chi mastica di diritto non ha mai avuto dubbi che la bocciatura della riforma costituzionale avrebbe travolto pure il ballottaggio, perché la Corte mai avrebbe potuto accettare che si votasse in due turni alla Camera e in un turno soltanto nel Senato redivivo, con tutto il caos che ne sarebbe potuto derivare.

 

RISPETTATE LE PREVISIONI

 

RENZI MATTARELLARENZI MATTARELLA

Dunque Mattarella non è stato sorpreso dal verdetto che oltretutto, sussurrano fonti interne della Consulta, il presidente Paolo Grossi gli aveva comunicato appena prima di renderlo pubblico. Nello stesso tempo al Colle fanno presente come, prima di trarre qualunque conclusione sulla durata della legislatura, il Presidente voglia avere tutte le carte sul tavolo. E di queste carte ancora ne manca una, molto importante: le motivazioni della sentenza, cioè le ragioni che hanno ispirato il giudizio della Corte.

 

mattarella 5mattarella 5

Tra i consiglieri del Presidente, più d' uno fa notare come in quelle motivazioni si potrà trovare la risposta più compiuta alle preoccupazioni di Mattarella. Perché si capirà se grazie alle correzioni adottate ieri adesso finalmente il sistema è «tendenzialmente omogeneo» (così assicurano trionfanti dalle parti di Renzi) ovvero la Consulta sollecita ulteriori sostanziosi interventi da parte del Parlamento. Dalla Corte arriverà insomma una definitiva certificazione che farà da bussola allo stesso Presidente.

 

aula senatoaula senato

È interessante allora capire cosa scriveranno alla Consulta. Dove le solite fonti interne non hanno dubbi in proposito: nelle motivazioni, quando potremo leggerle tra un paio di settimane, è vietato attendersi colpi di scena. Vengono categoricamente esclusi appelli al Parlamento perché metta rimedio ad alcune contraddizioni, tipo quella sulle soglie di sbarramento (molto diverse tra Camera e Senato). Al massimo si renderanno necessarie piccole correzioni legislative sulle preferenze al Senato, che per effetto di un' altra sentenza (la numero 1 del 2014) non si capisce bene come andranno regolate; oppure sul bizzarro meccanismo dei sorteggi, riportato in vita dalla Consulta sulle candidature plurime. Ma sono questioni modeste, non saranno certo terreno di scontro.

 

riforme  rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcfriforme rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcf

LE RAGIONI DELLA PRUDENZA

 

A Mattarella farebbe piacere che sulla legge elettorale si registrasse un largo consenso nel Parlamento e nel Paese: pure questo disse nel messaggio di San Silvestro. Ma nel caso in cui proprio non ci fosse verso, e lo strano congegno messo in piedi dalla Consulta fosse quello in fondo più gradito ai partiti per tornare in fretta alle urne, non sarebbe certo il Colle a mettersi di traverso. Ecco spiegata la prudenza di queste ore.

 

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