ztl madrid

LA ZTL E’ UNA “COSA DI SINISTRA”. E INFATTI LA NUOVA AMMINISTRAZIONE DI DESTRA DI MADRID HA TOLTO LE SANZIONI A CHI VIOLA LA ZONA A TRAFFICO LIMITATO - DA SOLO 9 MESI LA CAPITALE SPAGNOLA SI ERA DOTATA DI VARCHI NEL SUO CENTRO STORICO - L'OPERAZIONE AVEVA SUSCITATO PROTESTE MA IL PARTITO POPOLARE E VOX HANNO PROMESSO IN CAMPAGNA ELETTORALE DI TOGLIERE I VARCHI E NON APPENA AL POTERE...

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

penelope cruz

Macchine in coda sulla Gran Vía, clacson scatenati nella Calle Mayor, aria inquinata un po' ovunque: «Riecco la Madrid sempre». Il Comune della capitale spagnola, tornato da due settimane in mano alla destra, ha tolto le sanzioni a chi viola la ztl. Ieri, primo giorno del provvedimento, si è rivisto il traffico in centro, in un solo giorno cresciuto del 6 per cento secondo le prime stime.

 

La misura, presa per congelare una riforma della mobilità molto recente, ha finito per suscitare polemiche contro una giunta, di fatto, ancora non formata. Una parte importante della città si è mobilitata, «ne va di mezzo la salute pubblica», l'Unione europea potrebbe intervenire in nome della lotta all' inquinamento e anche personaggi come Penélope Cruz e Javier Bardem si sono schierati contro il nuovo sindaco José Luis Martinez Almeida.

 

LA PROTESTA DI CHI VUOLE LA ZTL A MADRID

Era solo da 9 mesi che Madrid si era dotata di varchi nel suo trafficatissimo centro. L'operazione, studiata da molti anni, era stata chiamata «Madrid Central» e aveva suscitato proteste specie nei primi giorni, anche perché in Spagna le zone a traffico limitato sono poche. Ma i risultati, in termini di inquinamento atmosferico, si erano iniziati a vedere.

 

Poi sono arrivate le elezioni. La destra (il Partito Popolare e Vox) ha promesso in campagna elettorale di togliere i varchi e, una volta riconquistato il potere municipale, ha mantenuto la parola, almeno in parte. Smontare tutto in pochi giorni non era possibile, così Martínez Almeida ha optato per una moratoria, la normativa resta, ma violarla non costa nulla: chi entra in centro senza titolo non pagherà i 90 euro di sanzione prevista fino a venerdì scorso. Madrid Central però nel frattempo era diventata in poco tempo non solo una misura bandiera dei dell' amministrazione precedente (retta da una lista civica vicino a Podemos), ma anche un provvedimento sostenuto da molti cittadini.

LA ZTL A MADRID

 

Così, sabato scorso, proprio su quella Gran Vía che le macchine ieri hanno riconquistato, si sono dati appuntamenti migliaia di madrileni, 60.000 secondo gli organizzatori, che, nonostante i 40 gradi, hanno reclamato la chiusura al traffico del centro. Prima ancora, erano scesi in piazza i genitori degli alunni delle scuole del centro e altre associazioni ambientaliste.

 

Ieri poi si sono visti anche 17 attivisti di Greenpeace che hanno bloccato il traffico per alcuni minuti nella calle Alcalá, non lontano dal palazzo di Cibeles sede del Comune, fino all' intervento della polizia. «Beati loro che non hanno nulla da fare durante il giorno - dice sarcastico il sindaco alla radio Cadena Ser -, questi cittadini di sinistra vogliono vincere sulla strada una battagliÈa che hanno perso alle urne».

 

LA PROTESTA DI CHI VUOLE LA ZTL A MADRID

Insomma, è gente di sinistra che protesta contro la destra. «Ma è vero il contrario - ribatte al telefono Yetta Aguado, portavoce della Piattaforma in difesa di Madrid Central, nata solo 10 giorni fa grazie ai social network - quella del Comune è una misura soltanto ideologica, non sostenuta da nessun dato scientifico o urbanistico.

 

In questo non c'è destra e sinistra. Loro invocano la libertà, ma questa è una normativa che non possono cancellare e sono convinta che non lo faranno». La lotta dei comitati va avanti, domani è prevista una nuova assemblea civica che renderà difficile la vita al sindaco. Lo scopo è convincere la cittadinanza che la normativa è ancora in vigore, pur senza sanzioni, «se il Comune è irresponsabile, chiediamo responsabilità ai cittadini».

LA ZTL A MADRID

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)