mark zuckerberg

ZUCKERBERG NEI PANNI DELL'OSTE CI DICE CHE IL SUO VINO NON SOLO È BUONO, MA NON DÀ ALLA TESTA: ''GLI STUDI SCIENTIFICI DICONO CHE FACEBOOK CREA DIPENDENZA? NON SONO CONCLUSIONI DEFINITIVE. E NOI NON COSTRUIAMO IN MODO CHE LE PERSONE DIVENTINO 'ADDICTED''' - NELL'AUDIZIONE AL SENATO PARLA DI FAKE NEWS, ELEZIONI E AMMETTE CHE I SUOI DIPENDENTI SONO PIÙ DI SINISTRA CHE DI DESTRA, MA CHE QUESTO SPINGE LA SOCIETA' A ESSERE IMPARZIALE (CIAO CORE)

 

Da www.lastampa.it 

 

Il fondatore e Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, nella sua audizione al Senato ha difeso lo sforzo del suo social network per contrastare la disinformazione online durante il periodo delle elezioni Usa. Zuckerberg e l'ad di Twitter, Jack Dorsey, sono stati convocati dalla Commissione Giustizia per rispondere del loro operato durante i giorni del voto. I due social network sono accusati dai Repubblicani di essere faziosi a danno dei Conservatori e dai Democratici di non fare abbastanza per combattere l'odio online e le bufale.

 

"Abbiamo preso seriamente la nostra responsabilità  nella protezione dell'integrità di questa elezione", ha detto Zuckerberg, "abbiamo seguito le politiche e le procedure che avevamo preparati per proteggere il processo democratico nel periodo precedente e successivo alle elezioni e abbiamo lavorato duro per applicarle in maniera equa e coerente". "Assicurare l'integrità delle elezioni è una sfida continua per le piattaforme e siamo impegnanti a continuare a migliorare i nostri sistemi ma siamo fieri del lavoro che abbiamo fatto negli scorsi quattro anni per prevenire interferenze nelle elezioni e sostenere la nostra democrazia", ha detto ancora Zuckerberg. 

mark zuckerberg in audizione al senato

 

 

“Non creiamo dipendenza”

L'ad di Facebook, invece, non ha risposto direttamente alla domanda del presidente della Commissione Giustizia del Senato, Lindsey Graham, che gli chiedeva se non fosse preoccupato dalla dipendenza che il social network, secondo numerosi studi medici, crea in numerosi utenti. "Non vogliamo che il nostro prodotto crei dipendenza ma vogliamo che sia utile e significativo", ha detto Zuckerberg, che ha definito "non definitive" le conclusioni degli studi medici citati da Graham, che ha paragonato i social network al tabacco. "All'inizio pensavamo fosse una cosa utile e lo fornivamo anche alle nostre truppe ma poi la scienza ci ha fatto cambiare idea", ha detto Graham. "Se uno trova il nostro prodotto utile ci spenderà più tempo ma non lo ottimizziamo perché crei dipendenza", ha detto Zuckerberg. 

 

Bannon e la lista nera

jack dorsey audizione

Col senatore democratico Richard Blumenthal, che gli aveva chiesto se poteva impegnarsi a bandire dalla piattaforma Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump, Zuckerberg è stato elusivo. Bannon aveva pubblicato un post nel quale invitava alla decapitazione del virologo della Casa Bianca, Anthony Fauci, e del direttore dell'Fbi, Christopher Wray. Facebook aveva rimosso il contenuto ma non aveva bandito Bannon. "Non lo abbiamo fatto perché servono diverse violazioni per essere banditi, l'esclusione automatica del profilo scatta per i contenuti sul terrorismo o lo sfruttamento dei minori", ha spiegato Zuckerberg. Nel caso di Bannon, invece, le politiche di Facebook non prevedevano un ban immediato, ha aggiunto il manager. 

Lindsey Graham

 

Zuckerberg ha risposto in modo negativo al senatore Josh Hawley che gli ha chiesto di rivelare la "lista nera" di soggetti, hashtag, contenuti e siti internet tenuta dai moderatori del social network. "Ci riaggiorneremo, sarebbe meglio discuterne prima con il mio team", ha risposto Zuckerberg al senatore, il quale ha replicato che il Congresso potrebbe ottenere queste informazioni con un procedimento legale ma gli sta offrendo la possibilità di farlo volontariamente. Hawley ha definito "del tutto inaccettabile e del tutto prevedibile" la risposta di Zuckerberg, accusandolo di aver negato in precedenza l'esistenza di un simile elenco.

 

 Il fondatore di Facebook ha poi negato di coordinare le politiche di moderazione dei contenuti con Google, Twitter e le altre grandi compagnie digitali. "Ci coordiniamo sulla sicurezza quando ci sono segnali di un attacco terroristico o di un tentativo di influenza di un governo straniero", ha spiegato pur non escludendo che "a livello di dipendenti, ci si confronti tra diverse aziende sulle politiche di moderazione". Hawley ha quindi chiesto se viene tenuto un registro di ogni volta che un dipendente di Facebook accede alla comunicazione o ai dati personali degli utenti. Zuckerberg ha affermato di non saperlo ma di ritenere di no. 

 

mark zuckerberg 1

Più a sinistra che a destra

Il fondatore di Facebook ha poi ammesso che la maggior parte dei dipendenti dell'azienda sono "in qualche modo di sinistra, forse qualcosa di più che in qualche modo". Zuckerberg stava rispondendo alla domanda del senatore repubblicano Ben Sasse, il quale ha accusato Facebook di essere sbilanciato a sfavore dei conservatori e ha sostenuto che "avere opinioni conservatrici è un marchio d'infamia" nell'industria della Silicon Valley.

 

Zuckerberg ha replicato che l'obiettivo di Facebook è "essere una piattaforma per tutte le idee" e che è proprio la prevalenza di uno schieramento ideologico tra i suoi dipendenti a far sì che "venga posta particolare cura nell'evitare pregiudizi" nella moderazione dei contenuti. E tuttavia, ha aggiunto, “la gente non vuole che Facebook sia arbitro della verità, né noi crediamo che sia un ruolo appropriato per noi"; per questo la piattaforma si appoggia a diversi operatori del settore (tra cui agenzie stampa come Ap, Afp e Reuters) per effettuare i fact-checking sui contenuti la cui credibilità è dubbia. 

 

mark zuckerberg

D’accordo col Ceo di Twitter, Jack Dorsey, pure ascoltato dalla Commissione, Zuckerberg ha poi sostenuto che le piattaforme social devono collaborare con le autorità politiche a riformare la Sezione 230, che le solleva da responsabilità sui contenuti condivisi. Ma la norma non va cancellata, come aveva chiesto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in quanto ciò creerebbe gravi danni alla libertà d'espressione.

 

 "Senza la Sezione 230, le piattaforme potrebbero essere potenzialmente considerate responsabili di tutto quello che dice la gente", ha osservato Zuckerberg, "le piattaforme censurerebbero molti più contenuti per evitare rischi legali e molto più difficilmente investirebbero in tecnologie che consentano alla gente di esprimersi in nuovi modi". In secondo luogo, ha detto ancora il fondatore di Facebook, la norma "permette alle piattaforme di moderare i contenuti senza la Sezione 230, le piattaforme potrebbero andare incontro a cause legali persino per la moderazione più elementare, quale la rimozione dei contenuti d'odio e delle molestie che minano la sicurezza delle comunità". 

mark zuckerberg nick clegg

 

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...