DI POSITIVO VOGLIAMO VEDERE SOLO L’EFFETTO DEL VACCINO – LE INOCULAZIONI FANNO CALARE IL NUMERO DEI CONTAGIATI TRA IL PERSONALE SANITARIO, GLI OSPITI DELLE RSA E NEGLI ULTRA 80ENNI – A METÀ NOVEMBRE MEDICI E INFERMIERI ERANO IL 5% DEGLI INFETTATI IN ITALIA: ORA I CASI SONO SCESI ALL’1% - MA SE VOGLIAMO EVITARE NUOVI DECESSI LE REGIONI DEVONO SPINGERE NELLA VACCINAZIONI DEGLI ANZIANI….
Valentina Arcovio per “Il Messaggero”
È solo un segnale ma è talmente positivo, e soprattutto atteso, che è difficile non sperare per il meglio: calano i contagi tra il personale sanitario e le persone con un'età superiore agli 80 anni. Si tratta delle stesse categorie che sono state vaccinate per prime e che, a differenza della popolazione non vaccinata, mostrano un'evidente inversione di tendenza. Questo nonostante l'incidenza dei contagi a livello nazionale sia in netta risalita.
L'ultimo report di aggiornamento sull'epidemia di Covid-19 in Italia pubblicato dall'Istituto superiore di sanità (Iss) segnala un peggioramento della situazione epidemica, ma allo stesso tempo registra una tendenza molto confortante tra le persone vaccinate. «Le differenze nei trend osservati nel numero di casi tra gli operatori sanitari e nelle persone di età pari o superiore a 80 anni sono probabilmente da attribuire alla campagna di vaccinazione», sottolinea l'Iss.
LE SOMMINISTRAZIONI Al 19 marzo sono state somministrate 2.825.292 dosi a operatori sanitari e sociosanitari, 1.169.920 dosi a personale non sanitario, 2.433.867 dosi a persone over 80 e 502.394 dosi a ospiti di Rsa. Questo significa, secondo il report dell'Iss datato 10 marzo, che il gruppo che, in proporzione, ha ricevuto il numero maggiore di dosi è la fascia delle persone con un'età superiore ai 90 anni con il 40% circa che ha ricevuto almeno una dose, seguito dalla fascia 80-89 anni con circa il 32% che ha ricevuto la dose iniziale.
I primi effetti sono evidenti tra gli operatori sanitari. «Le curve epidemiche dei casi» di Covid-19 «riportati come operatori sanitari e quella dei casi non riportati come operatori sanitari - si legge nel rapporto dell'Iss - hanno avuto un andamento molto simile fino alla seconda metà di gennaio, quando hanno iniziato a divergere, mostrando un trend visibilmente in calo per gli operatori sanitari a fronte di un trend stazionario, con tendenza a un evidente aumento dall'8 febbraio, nella popolazione generale».
CORONAVIRUS - VACCINAZIONE A MILANO
La proporzione di casi tra operatori sanitari sul totale dei casi segnalati in Italia, a metà novembre superava il 5% del totale, ma dalla metà di gennaio si osserva una tendenza al calo «verosimilmente attribuibile al completamento del ciclo vaccinale in una buona percentuale di soggetti appartenenti a questa categoria», scrive l'Iss. Durante il periodo 22 febbraio - 7 marzo 2021 ci sono stati 2.154 casi tra gli operatori sanitari, l'1% del totale. I dati riportati dalle Regioni indicano anche che la letalità tra questi soggetti è inferiore, anche a parità di classe di età, alla letalità totale.
Allo stesso modo, «analizzando il numero di casi di infezione da Sars-CoV-2 nella popolazione suddivisa per fascia di età 60-79 anni e maggiore o uguale a 80 anni, si osserva un andamento molto simile nelle due fasce fino all'inizio di febbraio con una piccola inversione di tendenza nell'ultima settimana», spiega l'Iss, del mese scorso. A partire dalla quale la curva degli over 80 è scesa al di sotto di quella dei 60-79enni. Nelle prossime settimane, in concomitanza con l'aumento della copertura vaccinale, ci si aspetta «un'ulteriore diminuzione del numero di casi» di Covid-19 nelle persone di età pari o superiore agli 80 anni «e della gravità dello stato clinico in questa fascia di età», segnala il report dell'Iss.
CORONAVIRUS - VACCINAZIONE A MILANO
NELLE REGIONI Sul fronte dei vaccini, dai dati presentati dalla Fondazione Gimbe, si evidenziano rilevanti differenze regionali nella vaccinazione delle categorie più fragili. Se nella provincia autonoma di Bolzano è stato vaccinato con almeno una dose circa il 63% degli over 80 in Sardegna si è arrivati al 22%. Mentre in Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte e Puglia sono tra il 40% e il 50%. Sotto il 30% ci sono Umbria e Toscana, mentre la Lombardia è al 35%.
Per questo la Fondazione Gimbe precisa: «Numeri in crescita ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di età più colpita dalla Covid-19». Nonostante questo, sappiamo già che nel Lazio, da febbraio a oggi l'incidenza dei casi nelle persone con un'età superiore agli 80 anni è passata da 13,5 a 8,6 ogni 10mila abitanti, nonostante il paese sia stato travolto dalla terza ondata.
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