
IL PROSSIMO SCAZZO ALLA CASA BIANCA SARÀ SULLA FEDERAL RESERVE – IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT, È CONTRARI ALLA RIMOZIONE DEL PRESIDENTE DELLA FED, JEROME POWELL, CHE TRUMP HA MESSO NEL MIRINO – IL TYCOON QUALCHE ORA FA HA PRESO IN GIRO IL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE, SOPRANNOMINANDOLO “TROPPO TARDI”: “È SEMPRE IN RITARDO, LA FINE DEL SUO MANDATO NON ARRIVERÀ MAI ABBASTANZA IN FRETTA…”
SCOTT BESSENT INTERVISTATO DALLA MSNBC
(Agenzia_Nova) - L'incarico del presidente della Federal Reserve Jerome Powell dovrebbe essere al sicuro, nonostante i frequenti attacchi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Lo riferisce "Politico", che menziona due fonti vicine alla Casa Bianca secondo cui l'ipotesi della rimozione del capo della banca centrale Usa vedrebbe contrario il segretario al Tesoro Scott Bessent, che durante le riunioni dell'amministrazione starebbe sottolineando come il licenziamento di Powell scatenerebbe ulteriori turbolenze nei mercati dopo quelle provocate dai dazi.
Lo stesso Trump, afferma il portale, sarebbe ben consapevole dei rischi connessi a una tale mossa. La fiducia degli investitori nella capacita' della Fed di agire sulla base dell'andamento dell'economia, anziche' di pressioni politiche a breve termine, rappresenta un pilastro della reputazione finanziaria globale degli Stati Uniti.
Secondo le fonti, il messaggio pubblicato mattina da Trump su Truth Social oggi, 17 aprile, non sarebbe da interpretare come un tentativo immediato di rimuovere Powell, bensi' come un modo per indebolirne la posizione e attribuirgli la responsabilita' di eventuali difficolta' economiche.
Tuttavia, gli stessi alleati del presidente avvertono che Trump potrebbe cambiare idea repentinamente e decidere di procedere concretamente contro il presidente della Fed. Nel messaggio, Trump afferma che la fine del mandato di Powell, soprannominato "Troppo tardi", "non arrivera' mai abbastanza in fretta". Ieri il capo della Fed ha avvertito che la politica dei dazi adottata da Washington potrebbe mettere la banca centrale nella non invidiabile posizione di dover scegliere tra il controllo dell'inflazione o dell'occupazione. Trump continua a invocare un taglio dei tassi di interesse per compensare gli effetti delle sue politiche tariffarie, che - secondo alcuni economisti - rischiano di spingere il Paese verso la recessione.
I mercati finanziari ritengono che la Fed interverra' con un taglio solo in caso di un aumento significativo della disoccupazione, anche a fronte di un'inflazione persistente. Al momento, i dati economici restano solidi, e Powell ha sottolineato che non c'e' urgenza nel modificare l'attuale orientamento.
Le tensioni tra Trump e Powell risalgono al primo mandato del presidente, quando - dopo aver nominato Powell alla guida della Fed - il leader repubblicano critico' ripetutamente la decisione della banca centrale di alzare i tassi nel 2018, arrivando a valutare la rimozione di Powell nel dicembre di quell'anno. La sola ipotesi provoco' forti oscillazioni sui mercati, poi rientrate dopo il dietrofront della Casa Bianca.
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SCOTT BESSENT INTERVISTATO DALLA MSNBC
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