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QUANDO L'AMERICA VENNE CONTAGIATA DALLA BEATLESMANIA - ARRIVA SU DISNEY+ "BEATLES '64", IL DOC PRODOTTO DA SCORSESE, SULLA PRIMA VOLTA DEI "FAB FOUR" NEGLI USA - CASTALDO: "SI DISSE CHE GLI AMERICANI CERCARONO NEI BEATLES UNA POSSIBILE CONSOLAZIONE PER IL TRAUMA DELL’ASSASSINIO DI JFK. FU UN MOMENTO EPOCALE. LA LORO PERFORMANCE ALL'"ED SULLIVAN SHOW" FU VISTA DA 73 MILIONI DI SPETTATORI. IN QUEI MINUTI SI REGISTRÒ ANCHE UN CALO DEI CRIMINI. I BEATLES SE NE USCIRONO CON LA BATTUTA: “A QUANTO PARE PIACEVAMO ANCHE AI LADRI” - VIDEO

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2024/11/25/news/beatles__64_i_quattro_favolosi_che_illuminarono_il_sogno_americano_perduto-423726450/

Estratto dell'articolo di Gino Castaldo per "la Repubblica"

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Si disse perfino che gli americani cercarono nei Beatles una possibile consolazione per l’insostenibile trauma dell’assassinio di Kennedy. Un’esagerazione? Non troppo. Lo racconta lo stesso Paul Mcartney. […] Di sicuro alla fine del 1963 c’era un vuoto, l’America era a corto di musiche, poche canzoni per sognare, per evadere, per guardare al domani col brivido dell’immaginazione e i Beatles arrivarono al momento giusto, con un tempismo degno delle grandi coincidenze della storia.

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Sta di fatto che quando i Beatles sbarcarono a New York il 7 febbraio del 1964, esplose una febbre collettiva. […] E dire che appena un paio di mesi prima il gruppo era praticamente sconosciuto. La Beatlemania era già esplosa in Europa, gli adolescenti andavano fuori di testa per She loves you e Please please me, ma negli Stati Uniti non ne sapevano nulla, l’urlo scintillante dei Fab four non era ancora arrivato. Ma quando arrivò fu uno tsunami, ed è esattamente la storia raccontata da Beatles 64 (da venerdì su Disney+) diretto da David Tedeschi e prodotto da Martin Scorsese.

 

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[…] Fu un momento epocale, un giro di boa della cultura pop. Gli americani, che della musica inglese ignoravano addirittura l’esistenza, si arresero, disarmati e impreparati a quella che fu definita “british invasion”. Le immagini, tenere e incandescenti, raccontano masse di ragazzi americani improvvisamente invasati, eccitati. Ma partiamo dall’inizio.

 

I Beatles avrebbero desiderato avere una chance americana ma nel 1963 l’impresa appariva impossibile, proibitiva. Il loro manager Brian Epstein fece dei tentativi. Alle spalle avevano una solida etica da working class provinciale e per questo mantenne gli impegni che aveva preso quando in America erano sconosciuti: due apparizioni all’Ed Sullivan show per appena 10 mila dollari, e due concerti alla Carnegie Hall, per soli 6500.

 

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[…] I want to hold your hand schizzò al primo posto in classifica scatenando il furore di massa. Ed Sullivan si ritrovò tra le mani per pochi dollari una performance di inestimabile valore che fu vista da 73 milioni di spettatori. In quei minuti si registrò anche un calo dei crimini, e per questo i Beatles se ne uscirono con una delle loro più celebri battute: “A quanto pare piacevamo anche ai ladri”.

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[…] Le immagini saltano da reperti d’epoca fino a Paul e Ringo che oggi commentano quei momenti con Martin Scorsese. Erano quattro amici catapultati in cima al mondo e atterrarono in America, eccitati perché l’America era il loro mito musicale, chiedevano, curiosi di tutto quello che li circondava.

 

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“Noi eravamo abbastanza tranquilli, era il resto del mondo a essere folle” dice George a un certo punto. Loro scoprirono l’America, l’America scoprì i Beatles, allineandosi col resto del mondo. Iniziava la globalizzazione e la storia di una infatuazione collettiva che non è mai realmente finita.

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