IL RISCHIO DI MORTE DI COVID PER UN NON VACCINATO È 16,6 VOLTE PIÙ ALTO RISPETTO A CHI SI È VACCINATO CON TRE DOSI, 11,1 VOLTE RISPETTO A CHI LO È DA MENO DI 5 MESI E 6,9 VOLTE RISPETTO A UN VACCINATO DA PIÙ DI 5 MESI - LA RELAZIONE DELL'ISS SPIEGA CHE L'EFFICACIA DEL VACCINO NEL PREVENIRE LA MALATTIA SIA NELLA FORMA SINTOMATICA CHE ASINTOMATICA SCENDE DAL 74% AL 39% DOPO 5 MESI DAL RICHIAMO DEL CICLO, MA RIMANE ELEVATA L'EFFICACIA NEL PREVENIRE CASI DI MALATTIA SEVERA – MENTRE PER LE TERZE DOSI…
Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”
Un non vaccinato ha 16,6 volte in più la possibilità di morire di Covid rispetto a chi si è fatto somministrare la terza dose. Il dato è contenuto nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità ed è stato diffuso ieri nelle stesse drammatiche ore in cui a Trento un no-vax di 50 anni è morto dopo aver rifiutato di essere intubato. Il rischio di decesso di un non vaccinato è 11,1 volte superiore rispetto a chi lo è da meno di 5 mesi e 6,9 volte rispetto a un vaccinato da più di 5.
Dal 22 ottobre al 21 novembre, si legge nel documento dell'Istituto, il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (19 per 100 mila) è circa 9 volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo da oltre 5 mesi (2 ricoveri in intensiva per 100 mila) e 6 volte rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 5 mesi (3 ricoveri in intensiva per 100 mila). L'Istituto superiore di sanità ha fornito anche nuove indicazioni sulla durata del vaccino.
TERZA DOSE DI VACCINO ANTI COVID
«Dopo 5 mesi dal completamento del ciclo l'efficacia nel prevenire la malattia sia nella forma sintomatica che asintomatica scende dal 74% al 39. Rimane elevata l'efficacia nel prevenire casi di malattia severa», prosegue il rapporto, «in quanto l'efficacia nei vaccinati con ciclo completo è pari al 93%, mentre risulta pari all'84 nei vaccinati con ciclo completo oltre i 5 mesi. L'efficacia nel prevenire la diagnosi e casi di malattia severa sale rispettivamente al 77% e al 93 nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva-booster».
Il rapporto spiega che in questo momento l'efficacia complessiva dei vaccini nell'evitare il contagio è del 65%, nell'evitare ospedalizzazioni dell'88,7, nel prevenire i ricoveri del 93,5 e i decessi dell'89,2%. Altri dati. Nell'ultima settimana, rileva l'Iss, c'è stato «un aumento dell'incidenza del contagio in tutte le fasce d'età, in particolare nella popolazione con meno di 12 anni, attualmente non eleggibile per la vaccinazione».
Tra i 6 e gli 11 anni, entrando nel dettaglio, viene evidenziata una maggior crescita dei contagi a partire dalla seconda settimana di ottobre, con un'impennata negli ultimi 15 giorni. Nei bambini fino ai 9 anni l'incidenza nell'ultima settimana ha raggiunto valori superiori a 250 casi per 100 mia abitanti. Il bollettino di ieri riporta 21.042 nuovi contagi (mai così tanti dal 3 aprile) e un tasso di positività in crescita, al 3,7% (venerdì era al 2,8).
In tutto i pazienti in terapia intensiva sono 818, soltanto 2 in più. 96 i morti (venerdì ne erano stati comunicati 118). In Calabria, che da domani entrerà in zona gialla, il tasso di positività è cresciuto in un giorno dal 4,9 al 6,7%. A Matera torna l'obbligo di mascherina all'aperto. Prendendo in esame i dati delle singole regioni si nota il calo drastico di ricoveri rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e ciò inevitabilmente è legato alla campagna vaccinale.
Riportiamo un caso su tutti, quello del Piemonte, dove il numero di contagi dal 4 al 10 dicembre (8.273) è pressoché identico a quello del 2020 (8.600) ma le ospedalizzazioni sono quasi 10 volte meno (40 posti occupati in terapia intensiva contro i 341 del 2020 e 455 posti letto ordinari contro 4.200). L'anno scorso la percentuale di positivi al tampone era dell'8,2 e oggi è al 2,2. Notevole l'impatto dei vaccini anche sulla riduzione della mortalità: da 457 decessi a 12.
«Tutto questo», ha detto il governatore del Piemonte Alberto Cirio, «conferma il valore della nostra campagna vaccinale. I dati della Fondazione Gimbe ci mettono in testa per terze dosi assieme alla Toscana».
PREVISIONI NEFASTE
Intanto nel Regno Unito un modello di previsione della London School of Hygiene&Tropical Medicine desta preoccupazione: la variante Omicron potrebbe causare fino a 75 mila morti (questo lo scenario peggiore) nei prossimi 5 mesi «se non verranno prese ulteriori misure».
Anziano in terapia intensiva 3
Il timore dei ricercatori è che la variante sudafricana possa causare un numero di contagi e ospedalizzazioni maggiori che a gennaio 2021. Nello scenario migliore, dice il modello inglese, Omicron potrebbe portare a un picco di oltre 2 mila ricoveri al giorno.