jean marie le pen

JEAN MARIE DALLA BENDA NERA - IL RITRATTONE DEL FONDATORE DELL’ULTRADESTRA FRANCESE JEAN MARIE LE PEN, SCOMPARSO IERI A 96 ANNI, BY FRANCESCO MERLO: "CONSIDERAVA LE CAMERE A GAS UN DETTAGLIO DELLA STORIA. RACCONTAVA DI AVER COMBATTUTO I TEDESCHI CON DE GAULLE. PIU’ TRUFFATORE CHE FASCISTA, DICEVA DI AVER (QUASI) PERSO UN OCCHIO, UNA VOLTA IN UNA RISSA POLITICA E LA VOLTA DOPO IN UN DUELLO D’AMORE" – LE INVETTIVE CONTRO FINI, PANNELLA "OMOSSESSUALE LIBERTINO" E LA ROTTURA CON LA FIGLIA MARINE...

Francesco Merlo per “la Repubblica” - Estratti

 

jean marie le pen

Mi parve orrendamente fascista in quel comizio agli Champs-Élysées perché davvero gli sentii dire che «camere a gas e forni crematori sono stati un dettaglio della storia». Poi, però, con l’altoparlante che diffondeva la canzone Aux Champs-Élysées , mi guardò con il suo famoso sguardo obliquo, mi prese a braccetto e mi sorrise mentre le sue labbra facevano il verso ai versi dell’ebreo Joe Dassin: “Il y a tout c’que vous voulez / aux Champs-Élysées ”.

 

Infine: « Monsieur, io ho combattuto i tedeschi insieme al generale De Gaulle». Ed era vero: “C’è tutto quello che voi volete aux Champs-Élysées ”.

 

Il fascino e la repulsione di Jean-Marie Le Pen non erano quelli del fascista maudit , ma quelli del truffatore. Nel corpo era Obelix alla Depardieu e nell’anima era la canaglia alla Belmondo. E nella biografia non c’erano le figure tragiche di Céline, Brasillach, Drieu La Rochelle.

 

E neppure lo Zarathustra di Nietzsche, che premia “il folgorante destino di chi tramonta”, ma la beffa di quella benda nera che faceva litigare noi giornalisti, perché non tutti la raccontavamo sull’occhio sinistro.

jean marie le pen

 

Quella maledetta pupilla lui diceva di averla (quasi) persa, una volta in una rissa politica e la volta dopo in un duello d’amore. 

 

(...)

 

C’era qualcuno, tra i quali anch’io, che gli aveva visto la benda sull’occhio destro. E così, in quel giorno senza bende, alla fine del pranzo che ci aveva offerto nel suo castello, sulla collina elegantissima di Saint Cloud — «qui è come un colle di Roma, questo è il mio Quirinale» — gli chiedemmo della benda ballerina: sinistro o destro? E lui rispose così: «Monsieur, je suis breton». E spiegò che era nato lassù sul mare del Morbihan che diventa Finistère, maree crudeli, venti prepotenti e dolci naufragi nel “finis terrae”, dove lo storico normanno Alain Corbin (“L’invenzione del Mare”, Marsilio) dice che la Creazione non è ancora finita e dove tutto è controllato dalle sentinelle, i famosi fari di Bretagna, «di pietra come me».

 

marine jean marie le pen

Sono «i fari — spiegò con l’aria romantica — che, appunto, hanno un occhio solo, che non è a destra e neppure a sinistra, perché dipende da voi che lo guardate; non dal mio occhio, ma dai vostri». E raccontò una storia che ancora oggi non ho capito, neppure dopo averla letta anche nelle biografie accreditate: la pupilla ferita era la destra, che però la chirurgia rimise al suo posto, ma per lento contraccolpo si ammalò la sinistra. Vero, falso o solo beffarda goliardia?

 

 

 

JEAN MARIE LE PEN CON LE FIGLIE MARINE YANN E MARIE CAROLINE

Durante quel pranzo non mi parlò solo del “tradimento” di Fini, che era il nostro tema, e al quale Le Pen rimproverava come un orrore quel che la storia gli riconosce come un merito, la defascistizzazione che a Parigi chiamano dédiabolisation. E sarebbe l’esorcismo anche se l’esorcista Marine ha usato troppo zolfo, troppa schiuma e troppi improperi, e lo ha trasformato in una nemesi.

 

E non le è nemmeno completamente riuscito forse perché il diavolo non può cacciare il diavolo e la Le Pen non può cacciare il Le Pen che la nomina e la domina, ancora di più ora che è morto di quando, ricoverato, era diventato una lampada fioca come lo spirito della vita «lo quale — dice Dante — dimora nella secretissima camera de lo cuore».

 

l'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 8

E invece ieri che in tutte le tv del mondo correvano le loro immagini, il morto pareva vivo mentre la viva somigliava al morto con una differenza finalmente messa a fuoco: mentre tutte le figlie femmine “diventano” il padre ingentilito, Marine è il padre intristito, con lo stesso caratteraccio vendicativo, afflitto però dal moralismo.

 

(...) Era la Francia della goliardia, la Francia degli anni cinquanta, la stessa di Marco Pannella che ci visse a lungo, e con il quale, non solo nel Parlamento europeo, si toccavano, si sfidavano a pizzichi, e Marco dava del fascista a Jean-Marie che gli dava dell’omosessuale libertino. A me disse: «L’italiano che mi piace di più è quello che mi somiglia di meno».

l'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 6francesco merlol'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 5l'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 2yann jany paschos jean marie marine e marie caroline le penmarion e jean marie le penMARINE JEAN MARIE LE PEN

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”