Luca Beatrice per "il Giornale"
Gennaro Savastano è rimasto solo, privato del suo antagonista Ciro che aveva finito per diventare l' altro da sé in cui identificarsi fino al transfert psicanalitico con tracce di omoerotismo - il finale della terza stagione mi aveva ricordato il drammatico epilogo de La sparatoria di Monte Hellman, ma questa è giusto una citazione per cinefili - e combattere contro i propri fantasmi.
Sono passati cinque anni dall' esordio di Gomorra in tv, tanti, forse troppi, e dunque è molto rischioso stiracchiare quella vicenda cominciata a Secondigliano con il boss Pietro e donna Imma, Ciro l' immortale, il perfido Salvatore Conte, Scianel, filmata con stile adrenalinico da Stefano Sollima.
Loro, non solo loro, sono tutti morti, Gennaro lo sa e attraversa il nuovo paesaggio con accentuata disperazione interiore, come un fantasma in attesa del giudizio finale che presto o tardi arriverà anche per lui (ma non lo sappiamo). Salvatore Esposito ha davvero accresciuto le sue capacità interpretative, oggi è attore completo e sensibile, perfettamente a suo agio in questa inedita veste che lo sta trasformando da assassino di strada a cinico boss in connessione con la finanza internazionale, in una rete criminale che si occupa di appalti, rifiuti tossici, interessi politici.
In Gomorra 4, il venerdì su Sky Atlantic le nuove 12 puntate dirette da Francesca Comencini, Napoli non è più la protagonista assoluta, la scena si è spostata all' estero, a Londra, e anche in altre città d' Italia (Bologna, Reggio Emilia) perché la camorra ormai si è delocalizzata, aumentando così il proprio peso maligno.
Se c' era bisogno di un nuovo cattivo che prendesse il posto di Ciro, ecco l' affermazione definitiva di Patrizia, la cui spietatezza che la porta a freddare due ragazzini «traditori» senza alcuna pietà fa da contraltare alla fragilità emotiva nella sfera privata. Rimasta sola senza Pietro Savastano, riuscirà a ricostruirsi una vita? Intanto Patrizia ragiona come un uomo assetato di potere più ancora che di sesso.
Né va sottovalutato il ruolo di Azzurra, la moglie di Gennaro, una che fin qui sembrava la classica ultima ruota del carro, costretta a ubbidire passivamente al marito: e invece no, ora è lei a spingerlo a cambiare vita e ad ambire al «salto internazionale». Insomma, Gomorra, ancor più che Suburra, spinge sul tasto della matrilinearità criminale: laddove i maschi sono rozzi assassini, alle donne è lasciata la strategia e la tattica.
Gomorra 4, dunque, resiste all' usura del tempo attraverso la giusta miscela di cambiare molto (tanti sono i nuovi personaggi che si affacciano di stagione in stagione) senza togliere gli elementi necessari e imprescindibili.
Tra le serie italiane resta una delle migliori. Non conoscendone il finale non ho idea se si concluderà qua o se li ritroveremo ancora, questi antieroi del male che, consapevoli della banalità del bene, alla fine ci sono diventati davvero simpatici.