paola ferrari aldo grasso francesca fagnani

FERRARI SBANDA IN CURVA - ALDO GRASSO INFILZA PAOLA FERRARI, OSPITE A “BELVE, CHE LO HA ACCUSATO DI FARE BODY SHAMING PER AVERLA CRITICATA: “FAGNANI HA CITATO E PRESO LE MIE DIFESE. È SEMPRE PIÙ DIFFICILE TENERE VIVO L'ESERCIZIO CRITICO. PIUTTOSTO DI AMMETTERE UNA PROPRIA INADEGUATEZZA, C'È SUBITO CHI TRASFORMA IN IDEOLOGIA LA CORRETTEZZA POLITICA, LA COSIDDETTA “WOKE CULTURE”, L'INCLUSIVITÀ, L'ACCUSA DI SESSISMO. NON STIAMO ESAGERANDO? NON STIAMO PERDENDO IL SENSO DEL RIDICOLO?” - VIDEO

PAOLA FERRARI A BELVE
PAOLA FERRARI A BELVE

 

 

Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

 

paola ferrari a belve 8

Devo ringraziare Francesca Fagnani per avermi difeso, succede di rado. Durante una puntata di «Belve» (Rai2) ha letto a Paola Ferrari una mia recensione: «Come Barbara D'Urso, quando la Ferrari è sola sembra avvolta da un'aura quasi celestiale. Il suo volto è un'esplosione di luce, tanto che risulta difficile immaginarla al di fuori di quell'alone accecante». Non l'avesse mai letto! In quella nota ironica (con il caro energia), Ferrari ha visto una forma di body shaming.

 

aldo grasso

È a quel punto che Fagnani le ha fatto presente che non si trattava affatto di derisione del corpo. Tanto più che, nella mia recensione, riportavo la frase che Ferrari aveva riservato a Diletta Leotta, la sua ossessione: «Ho sempre pensato che bisogna imparare ad accettarsi e quindi trovo diseducativo che una ragazza decida di rifarsi il seno e il lato B. Forse senza quei ritocchi ci avrebbe messo più tempo per arrivare al successo, chissà».

 

francesca fagnani 3

Chi fa body shaming? Chissà! Spesso volte, nei talk, qualcuno (spero di non ledere l'identità di genere) legge un mio brano («Grasso ha scritto che») al quale segue, di regola, una pioggia di insulti da parte del diretto interessato, in mia assenza. Era (è? Non so, non seguo da molto tempo) il metodo di «Tv Talk». Fagnani ha citato e preso le difese, grazie. È sempre più difficile tenere vivo l'esercizio critico. Piuttosto di ammettere una propria inadeguatezza (ne abbiamo tutti, per carità), c'è subito chi trasforma in ideologia la correttezza politica, la cosiddetta «woke culture» (la cultura dei giusti), l'inclusività, l'accusa di sessismo.

 

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Non stiamo esagerando? Non stiamo perdendo il senso del ridicolo? La parola «critica» deriva dal verbo greco «krino» che significa separare, scegliere. Il contrario è indistinzione, indeterminazione, indifferenza. Quanto a Rai2, farebbe meglio a trovare una collocazione più consona a un programma così poco conformista e coraggioso.

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