ARSENICO, MERLETTI & ZONETTI - RAI INVASA DAI MELONIANI? MA QUANDO MAI, I NUMERI DICONO ALTRO. LA TANTO ATTESA MILITARIZZAZIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO, CHE PREOCCUPAVA I TELE-SINISTRATI, ALLA FINE SI È ANNACQUATA: LE NOVE POLTRONE LASCIATE IN MANO AL PD SUPERANO LE CINQUE DI FRATELLI D'ITALIA, LE SETTE DELLA LEGA E LE TRE DI FORZA ITALIA – PIÙ CHE UNA RAI “MELONIANA” SEMBRA UNA TV “DEMOCRISTIANA”…
Marco Zonetti per Dagospia
Più che una "nuova Rai meloniana", quella uscita dalle nomine in CdA di oggi è una Rai quanto mai "democristiana", nella quale - per paradosso - le poltrone lasciate in mano al Pd superano le cinque di Fratelli d'Italia (Corsini, Mellone, Rao, Chiocci, Petrecca), le sette della Lega (Pionati, Pacchetti, Casarin, Zappi, Mariella, Ciannamea, Giorgino) e di gran lunga le tre di Forza Italia (Preziosi, Santo, Volpi).
L'area dem, a conti fatti, mantiene ben nove poltrone con: 1) Mario Orfeo al Tg3; 2) Stefano Coletta alla Distribuzione; 3) Simona Sala a Radio2; 4) Silvia Calandrelli a Rai Cultura; 5) Paolo Del Brocco Ad Rai Cinema; 6) la moglie Paola Marchesini capostaff dell'Ad Rai Sergio; 7) Maria Pia Ammirati a Rai Fiction; 8) Luca Milano a Rai Kids; 9) Elena Capparelli a RaiPlay e Digitale.
Aggiungiamoci le tre assegnate al M5s - Claudia Mazzola alla presidenza di RaiCom, Adriano De Maio alla direzione Cinema e Serie Tv e Giuseppe Carboni a Rai Parlamento - e avremo ben dodici poltrone affidate all'area di Centrosinistra, contro le quindici assegnate oggi all'area di Centrodestra, fra le quali contiamo la carica di Ad di RaiCom a Sergio Santo che proveniva in passato dall'area dem-renziana.
Quella varata dal dirigente Rai di lungo corso ora divenuto Ad Roberto Sergio, molto stimato da Gianni Letta, sembra praticamente fatta con il manuale Cencelli. Sotto le spoglie del cavallo morente di Viale Mazzini, insomma, continua sempre a celarsi un vivo e vegeto gattopardo.
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Il desiderio di una rivoluzione culturale e i propositi di rinnovamento della weltanschauung in chiave destrorsa da parte di Fratelli d'Italia e dei suoi esponenti, in primis il Dg uber-meloniano Giampaolo Rossi, sembrerebbero essersi scontrati con la realtà dei fatti, almeno in Rai.
La direzione Fiction è infatti rimasta saldamente in mano alla franceschiniana Maria Pia Ammirati; Rai Cultura permane affidata all'inossidabile Silvia Calandrelli, che ne mantiene la poltrona fin dal lontano 2011 quando ancora si chiamava Rai Educational; Rai Cinema è ancora appannaggio di Paolo Del Brocco vicino all'area dem.
Le fiction dedicate alle avventure del gerarca Ettore Muti, i programmi culturali incentrati sull'opera di Alain De Benoist e i film su Italo Balbo possono aspettare.
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Chi aveva vagheggiato che Roberto Sergio si sarebbe limitato a fare l'Ad Rai "di facciata" per lasciare in mano al direttore generale Giampaolo Rossi tutte le decisioni importanti, potrebbe aver preso un grosso granchio. Le nomine varate oggi in CdA lo dimostrano, ma soprattutto lo conferma il piglio decisivo con il quale Sergio ha arginato nei giorni scorsi varie ipotesi piuttosto "ardite" di stravolgimento dei palinsesti e delle conduzioni. Roberto Sergio è stato nominato Ad e pare intenzionato a farlo appieno: se ne facciano una ragione un po' tutti, soprattutto coloro che pensavano di relegarlo a tagliare i nastri. Stiano invece attenti a non essere "tagliati" loro.
gian marco chiocci foto di bacco Giampaolo Rossiroberto sergio angelo mellone 2angelo mellone 2nicola raoGIORGIA MELONI