F. Pac. per “il Messaggero” - Estratti
In Campidoglio è corsa contro il tempo per trovare un direttore generale per il Teatro di Roma.
Così come si lavora in tempi molto stretti per convincere il dg nominato soltanto da una parte dei soci (Regione e ministero della Cultura), il regista Luca De Fusco, ad accettare un ruolo diverso, che non vada oltre l'ambito artistico e non rientri nelle competenze più amministrative.
Il prescelto in una prima fase dal Campidoglio, Onofrio Cutaia, attuale commissario del Maggio Musicale Fiorentino, ieri ha ufficializzato quanto già girava nelle ore scorse: non ha alcuna intenzione di lasciare il Festival giunto al 87ma edizione per trasferirsi nella Capitale a occuparsi come direttore generale del rilancio del Teatro di Roma.
Pare che non abbia gradito l'esito della trattativa tra Comune, Regione e ministero della Cultura per superare lo stallo sulla governance di strutture come l'Argentina, l'India, il Torlonia e dall'anno prossimo il Valle: cioè lo spacchettamento delle deleghe del direttore per creare un sistema duale, cioè un responsabile amministrativo e uno artistico.
onofrio agostino angelo cutaia 1
Parallelamente scenderebbero anche le chances di Paola Macchi, che al momento guida il Festival dei Due Mondi di Spoleto: a quanto pare Macchi, che ha già diretto il sistema dei Teatri di Roma in passato, non sarebbe con piacere da una parte dei rappresentanti delle maestranze del teatro.
In ogni caso, fanno sapere dal Campidoglio, «il suo è un nome comparso sui giornali, che non abbiamo fatto noi. E non possiamo rincorrere ai rumors secondo modalità e origini che non conosciamo. È un'affermata professionista come ce ne sono tanti altri e altre, ma non possiamo inseguire questo sport che avviene con ogni nomina». In quest'ottica l'assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, anche ieri ripeteva: «Sceglieremo il miglior professionista disponibile come direttore generale (quindi con qualità manageriali/gestionali) che è disponibile a lavorare dentro il quadro di un modello duale, cioè anche con un direttore artistico».
Dopo l'accordo tra i soci (Comune e Regione) e il ministero della Cultura per superare lo strappo legato alla nomina di De Fusco come dg, ora i rappresentanti in consiglio d'amministrazione delle parti in causa devono sedersi intorno a un tavolo e mettere in pratica l'intesa che si regge sull'introduzione del sistema duale.
In quest'ottica oggi si entra nel vivo con un Cda della Fondazione che deve affrontare i più importanti nodi amministrativi: presente anche De Fusco, invitato dal presidente Francesco Siciliano, i soci devono iniziare a discutere di modifica allo statuto per introdurre la doppia governance con un direttore generale e un direttore artistico, che dividendosi gli ambiti dovranno lavorare assieme per il bene del sistema Teatro di Roma. Un passaggio che ha un iter non breve, visto che il nuovo testo deve passare prima nell'assemblea dei soci, poi in giunta regionale e in Consiglio Comunale, quindi tornare nell'assemblea della fondazione per l'avallo finale.
Sempre oggi il Cda deve dare i via libera alla richiesta da inviare al ministero della Cultura per garantire 1,8 milioni di euro di finanziamenti dal monte delle risorse del Fus (fondo unico dello spettacolo): la "lettera" sarà firmata da Siciliano, la relazione artistica la scriverà De Fusco. Senza questi passaggi difficilmente rientrare la crisi di governance scoppiata più di una settimana fa, con i tre rappresentati nel cda di Regione e ministero che hanno messo in minoranza i due membri scelti dal Comune (compreso il presidente Siciliano) scegliendo come dg De Fusco.
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