j'accuse di roman polanski-6

IL CINEMA DEI GIUSTI – NON SARÀ FACILE VEDERE IN MANIERA LIMPIDA “L’UFFICIALE E LA SPIA” PERCHÉ È IL FILM STESSO A RENDERE IMPOSSIBILE SEPARARE L’OPERA DALLA VITA DELL’ARTISTA. POLANSKI HA FATTO DEL FILM UN PAMPHLET CHE LO DOVREBBE LIBERARE PER SEMPRE DA OGNI ACCUSA – NON È PER NULLA UN FILM ALLA POLANSKI. ANZI. È UNA MACCHINA NARRATIVA COSTRUITA ALLA PERFEZIONE. PER VECCHI SIGNORI, OVVIO. MA… – VIDEO

 

 

 

Ufficiale e spia di Roman Polanski

Marco Giusti per Dagospia

 

j'accuse presentato a venezia

Non sarà facile vedere in maniera limpida il nuovo film di Roman Polanski, “L’ufficiale e la spia – J’accuse”, Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia, appena uscito con grande successo in Francia tra mille polemiche, picchetti femministi fuori dai cinema, accuse di nuove “vecchie” molestie da parte dell’attrice Valentine Monnier (in Italia fece un buon postatomico, 2019-Dopo la caduta di New York di Sergio Martino, che la ricorda serissima sul set).

roman polanski

 

Non sarà facile perché è il film stesso a rendere impossibile separare l’opera dalla vita dell’artista, perché Polanski stesso ha fatto della figura di Alfred Dreyfus e del suo caso una sorta di caso Polanski. E ha fatto del film una sorta di pamphlet che lo dovrebbe liberare per sempre da ogni accusa. 

j'accuse di roman polanski 8

 

“Spero che il fatto di essere ebreo non influisca sul suo giudizio su di me”, chiede proprio all’inizio del film il capitano Alfred Dreyfus al suo superiore e maestro, il tenente-colonnello Georges Picquart. “No, starò attento a separare i sentimenti dai fatti”, risponde Picquart, lasciando così modo a Dreyfus di fargli presente che il suo giudizio è già in qualche modo compromesso.

j'accuse di roman polanski 7

In modo non tanto diverso ci si pone così un po’ tutti noi rispetto al film di Roman Polanski, sceneggiato assieme al Robert Harris di The Ghostwriter e prodotto da Alain Goldman con Luca Barbareschi, Paolo Del Brocco e Roman Abramovich.

 

j'accuse di roman polanski 5

Anche noi stiamo “attenti” rispetto al film proprio perché è di Polanski in un momento particolare della sua vita. Lo hanno dimostrato le polemiche legate al MeToo, le poleniche a Venezia legate alle dichiarazioni di Lucrecia Martel, presidente della giuria, la recente rivelazione di Valentine Monnier. Sia che lo si ritenga un fresco capolavoro o un buon polpettone un filo polveroso girato da un grande maestro a 86 anni, non riusciamo davvero neutrali. Anche perché è Polanski a farci sapere da subito che lui si sente da tutta la vita massacrato e additato come il capitano Alfred Dreyfus, un ufficiale francese innocente degradato e punito come traditore dalla destra reazionaria e fintopatriottica francese solo perché ebreo.

VALENTINE MONNIERj'accuse di roman polanski 4

 

E per questo finirà rinchiuso per anni in una cella coi ceppi ai piedi in quel dell’Isola del Diavolo, prima che il colonnello Picquart, interpretato qui da un grande Jean Dujardin, e Emile Zola sulla prima pagina di “L’Aurore” salvino il suo corpo e soprattutto il suo onore di militare e di francese.

j'accuse di roman polanski 3

Ma c’è di più. Perché, proiettandosi nella storia di Dreyfus, Polanski affronta una serie di situazioni pur di fine ’800 che oggi ci appaiono estremamente attuali. Come se poco o niente fosse cambiato nella vecchia Europa. Il sovranismo, l’odio per l’Internazionale Ebraica della propaganda fascista, il gioco al massacro delle fake news.

 

j'accuse di roman polanski 1sharon tate e roman polanski 4

Se ci fu un vero e proprio Affare Dreyfus, prototipo di tanti se non tutti i casi giudiziari-politici del 900, seguito da centinaia di articoli sui giornali e con uno strascico che portò alla realizzazione di film celebri, come The Life of Emile Zola di William Dieterle con Paul Muni come Zola e Joseph Schlidkraut come Dreyfus, c’è anche un vero e proprio Affare Polanski, con martirio dello stesso regista, centinaia di articoli e polemiche su polemiche. Ripeto.

 

sharon tate e roman polanski

E’ Polanski, nel bene e nel male, con un po’ di grandeur poco polanskiana (lui che è sempre stato così ironico), a vedere il proprio caso riflesso nella storia di Dreyfus, condannato ingiustamente dalle forze fasciste e razziste francesi a un martirio infinito. Come fu ingiustamente condannato, dall’opinione pubblica mondiale, addirittura a causa demoniaca della tragedia della moglie Sharon Tate.

 

j'accuse di roman polanski 2

Condannato perché non americano, regista di un film come Rosemary’s Baby, perché star della Swinging London piena di eccessi, orge e droga. E così, in questo caso, non è semplice, per lo spettatore cresciuto con i capolavori del regista, ma che dagli anni di John Ford e di Pablo Picasso, sa distinguere tra opera e autore, staccarli. Certo. Come film, questo Ufficiale e spia è un perfetto esempio di grande scrittura e messa in scena.

roman polanski (il marito) e mathieu amalric studiano emmanuelle seigner che lotta conrto la forza di gravita

 

emmanuelle seigner e roman polanski 9

Fotografia meravigliosa di Pawel Edelman, lo stesso de Il pianista e di tutti gli ultimi film di Polanski. Scenografie ricchissime di Jean Rabonne. Bellissimo cast, con Louis Garrel cone Dreyfus, Mathieu Amalric come grafologo, Emmanuele Seigneur come amante di Picquart, una serie di nomi eccelsi della Comédie. Non è un film moderno, diciamo. E Polanski è più vicino agli anni di Dreyfus che a quelli del Jocker.

 

E non è per nulla un film alla Polanski, con svelamenti di identità. Anzi. Con questo è una macchina narrativa costruita alla perfezione. Per vecchi signori, ovvio. Ma, ripeto, il problema del nostro sguardo sul film è quasi insormontabile. In sala da giovedì 21.

emmanuelle seigner e roman polanski 7bob evans mia farrow roman polanskiroman polanskisharon tate e roman polanski 8emmanuelle seigner e roman polanski 11emmanuelle seigner e roman polanski 12emmanuelle seigner e roman polanski 13Valentine MonnierValentine MonnierValentine MonnierVALENTINE MONNIER emmanuelle seigner e roman polanski 14sharon tate e roman polanski 7sharon tate e roman polanski 9emmanuelle seigner e roman polanski 8

Ultimi Dagoreport

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO