IL DIVANO DEI GIUSTI - NON C'È UN GRANCHÉ IN PRIMA SERATA, ANCHE SE MAGARI DUE RISATE LE FATE CON "LA MIA BANDA SUONA IL POP", AVETE ANCHE "LA STANGATA" E IL PIÙ MODERNO "IT", BUONO ANCHE PER I NON APPASSIONATI DI HORROR TRUCULENTI - IN SECONDA SERATA PASSA "UNDER SUSPICION", LA BELLA COMMEDIA SENTIMENTALE E SPERIMENTALE “ONE DAY”, MA VI SEGNALO “LAZZARO FELICE” DI ALICE ROHRWACHER, CHE ANDREBBE VISTO E INVECE È BUTTATO LÌ, NELLA NOTTE PIÙ FONDA ALLE 5 DI MATTINA… - VIDEO

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slow horses quarta stagione slow horses quarta stagione

Marco Giusti per Dagospia

 

Che vediamo stasera? State guardando "Slow Horses" su Apple tv+ ? state guardando "Monsters" di Ryan Murphy su Netflix? E in chiaro in prima serata? No. Non c’è granché in prima serata. Anche se, magari, due risate le fate con “La mia banda suona il pop” scritto e diretto da Fausto Brizzi e interpretato da Christian De Sica XXL, Massimo Ghini biondo, Angela Finocchiaro in version ’mbriacona di facili costumi, Paolo Rossi redivivo e Diego Abatantuono truccatissimo, Cine 34 alle 21.

 

DE SICA LA MIA BANDA SUONA IL POP DE SICA LA MIA BANDA SUONA IL POP

Vi giro qualche battuta. “Ma ti fai i cazzi tua?”-“Ho una voglia di cazzo!”-“Ma sto cazzo!”. Ritorno della commedia scorreggiona dei bei tempi andati. Dove le donne si chiamano bagasce o mignotte. E quando meno te lo aspetti e senza nessun motivo Christian e Ghini finiscono davvero in un bagno di merda a ricordo dei cinepanettoni che furono. Non che questo ci dispiaccia.

 

la mia banda suona il pop la mia banda suona il pop

Nella prima parte, anzi, grazie anche a apparizioni fulminanti accanto ai protagonisti di Fabrizio Nardi come centurione coattissimo, è il mio nuovo Angelo Bernabucci, di Massimo Bagnato come agente di Christian (“la settimana prossima esce Zio Nello da Rebibbia, dobbiamo fargli una festa, vieni a cantare?”), di Stefano Ambrogi, già Cozzaro Nero, come oste volgare che caccia Paolo Rossi diventato goffo cameriere, la comicità trashiona vecchio tipo funziona. E funziona anche l’idea della reunion del gruppo storico di cantanti anni ’80.

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Possiamo anche accettare la storiella dell’oligarca russo, interpretato da Rinat Khismatouline, già Massimo Gorky nel “Capri Revolution” di Martone, che paga fior di centomila per un concerto del gruppo pop i Pop Corn, divisi da anni, che il loro manager, Diego Abatantuono, cercherà di ritrovare e convincere a tornare sul palco.

 

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Non è male neanche la finta Isola dei Famosi presentata dal vero Tiberio Timperi dove finisce il Tony Brando di Christian De Sica e dalla quale viene cacciata subito per aver bestemmiato. Ma da quando la situazione si sposta nella finta Russia ricostruita a Praga, con Natasha Stephanenko che fa una sorta di cattiva da 007 e il film prende i toni della commedia col grande furto, mi dispiace, ma non torna più niente. Uffa.

 

sorvegliato speciale. sorvegliato speciale.

Su La5 alle 21, 10 passa “The Twilight Saga: Breaking Dawn - Part 2” di Bill Condon con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Anna Kendrick, Dakota Fanning. Avrà ancora i suoi fan. Come li avranno i film di Stallone. Stasera ne avete una marea. Tra “I mercenari - The Expendables” anche diretto da Sylvester Stallone con Mickey Rourke, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Eric Roberts, Rai Movie alle 21, 10, e il più sofisticato “Sorvegliato speciale” diretto da John Flynn con Sylvester Stallone, Donald Sutherland, Darlanne Fluegel, Sonny Landham, Tom Sizemore, Iris alle 21, 10.

la stangata 3 la stangata 3

Ci rifacciamo con “La stangata”, grande successo di George Roy Hill con Paul Newman, Robert Redford, Robert Shaw, Charles Durning, Canale 27 alle 21, 10. Con 5 milioni di dollari di budget ne incassò 156. Vinse sette Oscar, miglior film, regista, sceneggiatura, scenografia, montaggio, costumi e musica, che poi era di Marvin Hamlisch, ma il tema originale era del vecchio Scott Joplin. Redford e Newman vennero pagati 500 mila dollari l’uno (pari oggi a 3 milioni di dollari). Fu Paul Newman a indicare Robert Shaw a George Roy Hill.

 

bill skarsgard it bill skarsgard it

Shaw fu incredibile. Si fece male a una gamba pochi giorni prima delle riprese e fece del suo personaggio uno zoppo. E tutti lo ricordiamo zoppo. Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa invece il più moderno “It” di Andres Muschietti con Finn Wolfhard, Bill Skarsgård, Nicholas Hamilton, Javier Botet, Jaeden Lieberher, un horror semplice nella struttura ma non così facile nella sua messa in scena, che segnalo anche ai non appassionati di horror truculenti. E che It sia truculento lo capiamo fin dalla prima scena che vede sbranato il piccolo Georgie.

 

bill skarsgard it clown stephen king bill skarsgard it clown stephen king

Non in fuori campo, come accadeva nella vecchia versione tv in due puntate con un indimenticabile Tim Curry nei panni di Pennywise e la regia di Tommy Lee Wallace, ma ben visibile, con la bocca piena di denti spalancata. E’ un buon biglietto da visita che ci condiziona per il resto del film, anche se nella seconda parte, sia noi spettatori che i bambini protagonisti, siamo ormai così abituati alla paura che riusciamo a gestirla. Perché questo It, come il romanzo di Stephen King, è un film sulla nostra paura.

 

it clown stephen king it clown stephen king

E il clown Pennywise, interpretato stavolta da un meraviglioso Bill Skarsgard che non scorderemo facilmente, è una specie di uno specchio che prende le forme e le voci delle nostre paure più profonde. Da quelle dei film che vediamo, nel romanzo e nella prima versione erano i grandi horror anni ’30 e ’40 visto che la storia si svolgeva negli anni ’50, in questa invece i mostri del cinema anni ’80, da Goonies e Poltergeist a Freddy Kruger, visto che siamo a cavallo tra il 1988 e il 1989, alle paure più consistenti della realtà di tutti i giorni.

 

Frutto di un lungo e travagliato processo produttivo, It, nella versione di Andy Muschietti, il notevole regista di Mama sponsorizzato da Guillermo Del Toro, è in realtà un film molto classico nella linea di Poltergeist e Goonies e dello stesso vecchio It. Non solo ambientato alla fine degli anni ’80, ma anche costruito come uno di quei film, con una fotografia di altissimo livello, Muschietti ha addirittura chiamato il coreano Chung-hoon Chung, il direttore della fotografia di Old Boy di Chan-wook Park.

IT - STEPHEN KING IT - STEPHEN KING

 

 Muschietti ha limitato il più possibile gli effetti speciali digitali che vanno di moda adesso, preferendo giocare sulla fisicità stessa del Pennywise di Bill Skarsgard, e per questo ci fa più paura, e sulla sua capacità di interpretare gli orrori delle sue piccole vittime. Rispetto alla versione molto adulta e più cattiva che voleva farne Cary Fukunaga, primo regista del film, rimpiazzato per dissapori con la produzione a causa di una serie di scene di sesso violnete che riguardavano soprattutto i bulli, Muschietti preferisce qualcosa di meno esplicito ma non meno conturbante, soprattutto per quel che riguarda il personaggio di Beverly e i rapporti con l’orrendo padre.

moonfall moonfall

 

Inoltre Muschietti, assieme al suo sceneggiatore Garu Dauberman, re-inseriscono nel copione già scritto da Fugunaga e Chase Palmer (e prima ancora da David Kajganich), molte scene classiche del libro che erano state tolte. Se Fukunaga tendeva a un It molto diverso da quello di King e da quello del film per la tv, Muschietti cerca di recuperare come un valore d’epoca proprio la loro classicità.

come ti ammazzo il bodyguard come ti ammazzo il bodyguard

 

Rai Due alle 21, 20 ci propone ancora una volta il fantascientifico “Moonfall” di Roland Emmerich con Halle Berry, Patrick Wilson, John Bradley, Michael Peña, Donald Sutherland. Si vede. Warner Tv alle 21, 30 passa l’action “Come ti ammazzo il bodyguard” di Patrick Hughes, regiosta pubblicitario, con Ryan Reynolds come bodyguard e Samuel L. Jackson come il killer che deve difendere dai cattivissimi russi, Gary Oldman, Salma Hayek, Elodie Yung.

monica bellucci morgan freeman under suspicion monica bellucci morgan freeman under suspicion

Passiamo alla seconda serata con “Under Suspicion” di Stephen Hopkins con Monica Bellucci, Gene Hackman, Morgan Freeman, Thomas Jane, remake americano del giallo francese “Guardato a vista” diretto da Claude Miller, tratto dal romanzo di John Wainwright Brainwash con Romy Schneider, Lino Ventura e Michel Serrault. Allora si disse che non funzionava la pur bellissima Monica Bellucci. Non sarei così cattivo. Era un buon film, ma non all’altezza dell’originale francese.

 

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Su La7D alle 23, 20 avete la bella commedia sentimentale e sperimentale “One Day” della danese Lone Sherfig, acclamata regista di “Italiano per principianti” e “An Education”, un passato dai scuola Dogma alla corte di Lars Von Trier. Tratto da un romanzo di David Nichols, classe 1966, è il tipico film per trenta-quarantenni. Un come eravamo di una generazione europea divisa tra MTV, aspirazioni letterarie, coca, party selvaggi, voglie di tenerezze varie.

 

Emma e Dexter, cioè la bellissima Anne Hathaway e il Jim Sturgess di “Across the Universe”, sono due ragazzi che si laureano lo stesso giorno a Cambridge. Il 14 luglio del 1988. Lei è carina, dimessa, di classe operaia e non troppo esperta, lui è bello, elegante, ricco e piacione. Si amano, ma per un puro caso diventano solo amici. Poi si perdono, si ritrovano, si amano. Il film li seguirà per tanti 14 luglio fino a oggi, seguendo i loro cambiamenti.

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Lei prima triste e mal fidanzata con un bruttone innamorato ma scorreggione (è così e non è un film italiano), poi single, sempre più carina e riuscita. Lui piccola star della tv per i giovani, sempre più pippato e odioso, poi sposato con figlioletta, poi solo e abbandonato da tutti. Il sentimento tra i due non cambierà mai. Molto carino, ben scritto e diretto, anche se non all’altezza di “An Education”, cupo ritratto dell’Inghilterra piccolo borghese dei primi anni ’60, non tradisce le qualità della regista, ha due interpreti deliziosi e una musica bellissima di Rachel Portman che ci fa piangere.

 

nikita nikita

Su Iris alle 23, 25 passa l’originale, ma remekkato mille volte, “Nikita” di Luc Besson con Anne Parillaud, Marc Duret, Jean-Hugues Anglade, Tchéky Karyo, Jeanne Moreau, Jean Reno. Su Italia 1 alle 23, 40 l’ottimo action “Blood Diamond” di Edward Zwick con Leonardo DiCaprio, Djimon Hounsou, Jennifer Connelly, Arnold Vosloo, Antony Coleman. Su Warner tv alle 23, 50 abbiamo il sentimental-fantascientifico “Amore per sempre” di Steve Miner con Mel Gibson, Jamie Lee Curtis, Elijah Wood, Isabel Glasser, dove un pilota della Seconda Guerra Mondiale si fa ibernare  quando la sua fidanzata muore. Lo svegliano cinquant’anni dopo.

 

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Rete 4 alle 0, 50 passa un raro film di Steven Soderbergh, ”No Sudden Move” con Benicio Del Toro, Don Cheadle, Ray Liotta, Brendan Fraser, Jon Hamm, David Harbour, ambientato nella Detroit razzista del 1954. Un colpo facile facile che non va come dovrebbe andare. Mai visto. Ha critioche strepitose. Da registrare. Su Cine 34 alle 0, 50 trovate una commedia nera con killer che ti deve un favore, “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia con Diego Abatantuono, Antonio Folletto, Sandra Milo, Antonio Catania, Ugo Conti.

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Iris all’1, 45 propone una commedia dal cast bizzarro, “Insieme per caso” diretta dall’australiano P.J. Hogan con Kathy Bates, Rupert Everett, Jonathan Pryce, Dan Aykroyd, Lynn Redgrave, dove la fan americana e buzzicona di un cantante inglese pop scopre, andando al suo funerale che era gay e conosce il fidanzato di lui… Su Cine 34 alle 2, 35 una commedia erotica pecoreccia per i fan, “Campagnola bella” di Mario Siciliano con Femi Benussi, Franca Gonella, Gianni Dei, Filippo Torriero, Carla Calò.

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Era terribile “Il tuo ultimo sguardo”, diretto da Sean Penn e interpretato da sua moglie o ex-moglie Charlize Theron, da Javier Bardem, da un Jean Reno come Doctor Love, che appena apre la bocca fa scoppiare dalle risate il pubblico, dall'Adele Exarkopoulos di "La vie d'Adele" che finisce come trombata di coproduzione‎ con Bardem ("non le ho mai detto ti amo", si difende il bastardo) e si prende pure l'Aids. A Cannes fu un disastro. Del resto volano battute assurde.

il tuo ultimo sguardo il tuo ultimo sguardo

 

"Mi penetri, ma non mi capisci", dice Charlize Theron al bel dottore Javier Bardem nell'Africa delle guerre selvagge e delle Ong dove i dottori salvano vite in tempi brevi e scopano allegramente col sorriso sulla faccia. Aiuto! Inseguiamo per un paio d'ore la storia d'amore fra Theron, figlia del direttore defunto di una Ong, e il dottor Bardem sempre dietro a qualche gamba da amputare, bambini da far nascere, pallottole da schivare.

nella citta l’inferno nella citta l’inferno

 

Difficile ridere della guerra, ma dei dialoghi assurdi che sentiamo fra i protagonisti del film, magari sì. Peccato perchè il cast è di pregio, la Theron bellissima, fa vedere anche il sedere in una complessa inquadratura dall'alto con lui che le bacia una caviglia, la Exarkopoulos pure, anche se totalmente sprecata, Bardem ha visto schermi migliori. Per Sean Penn è un film un po' inutile, coinvolge anche Eddie Vedder, Mary J.Blige, i Red Hot.

 

l inquilina del piano di sopra 2 l inquilina del piano di sopra 2

Su Rete 4 alle 3, 25 ci rifacciamo con un grande carcerario di Renato Castellani, “Nella città l’inferno” con Anna Magnani, Giulietta Masina, Myriam Bru, Renato Salvatori, Alberto Sordi. Girato alle Mantellate, tratto da un romanzo di Isa Mari, sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico. Non piacque a nessuno quando venne visto a Cannes. Sembra che i rapporti non furono il massimo tra le due star, Magnani e Masina. Cine 34 alle 4, 20 passa la commedia sexy “L’inquilina del piano di sopra” di Ferdinando Baldi con Lino Toffolo, Silvia Dionisio, Pippo Franco, Enzo Cannavale, Liana Trouché.

l inquilina del piano di sopra l inquilina del piano di sopra

 

Commediaccia per modo di dire, diretta dal bravo Ferdinando Baldi e prodotta con un certo dispiego di mezzi da Manolo Bolognini. Il soggetto deriva addirittura da Maddalena zero in condotta di Mario Camerini! Ci sono Toffolo-Franco-Teocoli-Cannavale, ma al posto di Gloria Guida, eroina del genere, o di una Fenech, troviamo la più sofisticata e fredda Silvia Dionisio, poco adatta a queste operazioni di commedia sexy. Come del resto lo sono Baldi e Bolognini. Alla fine è una specie di My Fair Lady pecoreccio con tanto di matrimonio finale della ragazza, diventata perfino a modo. Non male Cannavale come portiere. Teo troppo bravo ragazzo… Parla pure con l’erre moscia.

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Chiudo con un film che andrebbe rivisto e invece è buttato lì, nella notte più fonda alle 5 di mattina da Rai Movie, “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher con Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Tommaso Ragno, Luca Chikovani, Nicoletta Braschi. Lazzaro, il Lazzaro dei Vangeli, non è solo colui che risorge, ma è colui che Dio piange morto e per questo risorge. E’ il pianto di Dio, la sua commozione, a renderlo santo. Ma nella vulgata comune, almeno in quello del secolo scorso, Lazzaro è anche il povero in terra.

 

lazzaro felice lazzaro felice

Se uniamo le due definizioni abbiamo sia il Lazzaro prova della compassione di Dio sia il povero che appartiene alla terra e per questo portato a resurrezione. Difficile non pensare, di fronte a questo terzo film diretto da Alice Rohrwacher, che ottenne a Cannes il premio per la migliore sceneggiatura, al Lazzaro della tradizione cattolica, ma anche ai tanti lazzari che hanno percorso in lungo e in largo la letteratura e il cinema italiano. Quelli di Olmi o dei Taviani, per esempio, per non tornare a Rossellini.

 

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Quando si parla di “rinnovamento italiano” se non di resurrezione, si ricorre sempre a Rossellini e al Neorealismo, come ha fatto, prima che il film apparisse “Libèration”, che ha lanciato forse troppo avanti il film della Rohrwacher. L’idea vincente del film, e quella più originale, è comunque proprio nella costruzione di questo personaggio buono, così buono da apparir santo, Lazzaro di nome e felice perché  vuole e riesce a essere felice malgrado tutto quello che subisce, interpretato dall’inedito Adriano Tardiolo, perfetto per il ruolo, che attraversa qualsiasi vessazione sociale e umana con lo stesso spirito candido.

 

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Sfruttato in una sorta di passato indefinito sia dai padroni ottocenteschi, come dai contadini, dalla classe cioè alla quale dovrebbe appartenere. I soli che capiranno la sua santità saranno i lupi, come nella parabola che a un certo punto sentiamo raccontare. Se nella prima parte assistiamo alla vita miseranda di Lazzaro e alla sua morte in un dirupo mentre cercava di rispettare i valori dell’amicizia e della parola data, nella seconda lo troviamo risorto in città, ma identico al se stesso di tanti anni prima, alla ricerca dei contadini e dei padroni che lo avevano massacrato. Li ritrova.

 

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Trova i contadini che sono diventati da mezzadri derubati, piccoli ladri, come Sergi Lopez e Alba Rohrwacher, che vivono ai margini della città, e trova i nobili, il marchesino suo amico, Tommaso Ragno, diventato uno spostato squattrinato. Il carattere e il candore di Lazzaro non sono cambiati, e non è cambiata la crudeltà del mondo nei suoi confronti, e di quanti non riescono a vedere la sua santità.

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