maccio capatonda

MACCIO MACCIO MAN - VITA, BATTUTE E SKETCH DI MARCELLO MACCHIA, IN ARTE MACCIO CAPATONDA: “I MIEI PERSONAGGI SONO GIÀ TUTTI PARTE DI ME. A ISPIRARMI PER MARIOTTIDE È STATA MIA NONNA. PADRE MARONNO È UN MIX TRA UN UOMO DELLE CAVERNE E MIA MADRE CHE IMITA MIO PADRE” - IL CLAMOROSO FLIRT CON LA CANALIS RACCONTATO NEL SUO LIBRO: "UN TIZIO VESTITO DA LELE MORA MI DISSE CHE DOVEVO FIRMARE UN CONTRATTO. L'ULTIMO INCONTRO? MI AFFACCIAI ALLA FINESTRA E LA VIDI ANDARE VIA MA DOPO POCHI PASSI INCIAMPÒ E…”

 

 

NEL SUO LIBRO MACCIO CAPATONDA PARLA DI ELISABETTA CANALIS E DEL LORO FLIRT NEL 2013: “DEVI FIRMARE UN CONTRATTO SE VUOI CONTINUARE A INTERAGIRE CON ELI, MI DISSE UN TIZIO VESTITO DA LELE MORA...QUALORA VENISSE RIVELATA UNA SOLA INFORMAZIONE SULLA VITA DI ELISABETTA DOVRÀ PAGARE UNA PENALE DI 67 EURO. FIRMAI. L'ULTIMO INCONTRO? MI AFFACCIAI ALLA FINESTRA E LA VIDI ANDARE VIA MA DOPO POCHI PASSI INCIAMPÒ E, CADENDO, FINÌ ALL'INTERNO DI UN SETTIMANALE DI GOSSIP. DA QUEL GIORNO…”

 

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/scherzando-scherzando-si-dice-vero-suo-libro-maccio-capatonda-253677.htm

 

L'INTERVISTA A MACCIO CAPATONDA

Nino Materi per "il Giornale"

 

maccio capatonda herbert ballerina

A differenza del suo socio Herbert che «non regge l'alcol» (quando Maccio gli porge in mano una preziosa bottiglia di cognac, lui la fa cadere giustificandosi: «Te l'avevo detto che non reggo l'alcol...»), Capatonda l'alcol lo regge benissimo: tanto che, ospite in tv di Daria Bignardi, si è scolato una pinta di birra, per poi replicare nel programma di Alessandro Cattelan con vari shortini offerti e tracannati dopo aver vinto un incontro a «dito di ferro».

 

Lo sbevazzatore in questione è, appunto, Maccio Capatonda (all'anagrafe, Marcello Macchia), il jolly della comicità demenziale e surreale che da anni sbanca la rete con milioni di visualizzazioni. L'astemio con le mani di ricotta è invece Herbert Ballerina (al secolo, Luigi Luciano), principale complice del boss nella banda di fuorilegge (e fuoriditesta) che ha germinato il «fenomeno Capatonda».

maccio capatonda 9

 

Trattasi di una filosofia di vita che la «dottrina Maccio» sintetizza nella fuga dalla realtà attraverso la follia di personaggi mostruosi. E quando ci viene il sospetto che quei mostri - almeno in parte - siamo proprio noi, ormai è troppo tardi: il meccanismo della risata è già scattato, senza però farti capire se stai ridendo di te stesso o di un altro; il segreto del successo di Capatonda è saltellare sul filo elastico di questa ambiguità e lungo il piano inclinato delle nostre insicurezze. Senza cadere, o meglio, cadendo in continuazione, ma con una tale velocità da illuderci di rimanere sempre in piedi.

maccio capatonda

 

L'ironia da laboratorio creativo di Maccio è perfetta per ritmi sincopati e i gusti liquidi dei navigatori social, specialmente i più giovani, che (e qui ci riferiamo al fronte maschile) a Maccio invidiano soprattutto il flirt avuto con Elisabetta Canalis. Il popolo della metropoli virtuale di Capa-Town è socialmente trasversale, ma con un'età da Generazione Millennial: quella che i libri non li bazzica neppure di striscio, fedele al precetto di Padre Maronno («E se poi te ne penti?»).

 

L'unica eccezione l'hanno fatta per Libro (Mondadori Electa), l'autobiografia appena uscita di Maccio, ma solo perché Libro sta a un volume vecchio stampo come una concept car sta alla Trabant 601. In entrambi i casi ci troviamo dinanzi a un trash tanto trash da trasformarsi in puro genio visionario.

 

maccio capatonda 5

Risultato: una, nessuna, centomila «capetonde», che tondeggiano su una capa tricologicamente sterile ma prolifica di idee. Un vulcano di immaginazione già in eruzione a 6 anni, quando al piccolo e ancora capelluto Marcello (il nome Maccio sarebbe arrivato più in là, dopo l'adolescenza) fu regalata la prima cinepresa. Iniziò così l'avventura di regista fai-(tutto)-da-te del baby Macchia che, in 40 annidi disonorata carriera, sarebbe passato dal «montaggio combinato» (nel senso di «combinato» grazie a due videoregistratori) alle tecniche super-evolute da provetto youtuber.

 

Maccio, l'esordio fu horror?

Maccio Capatonda - Elisabetta Canalis

«I video giovanili ambivano a terrorizzate lo spettatore. Ma chi li guardava, invece di morire di paura, rischiava di crepare dalle risate».

 

Noir nelle vene, meglio del sangue blu...

«A 14 anni iniziai a girare in versione comica trailer di falsi film ispirati a vere pellicole spaventose».

 

Il primo ciak di terrore?

«Il titolo era "Jason a Chieti". Avevo preso spunto dalla saga di "Venerdì 13". Raccontavo la storia di un tizio mascherato, Jason, che uccideva tutti, compreso il protagonista, e alla fine esultava da solo».

 

Il cast?

maccio capatonda 3

«Gli amici Luca, Alfredo e Roberto. Oltre a fare il regista interpretavo il protagonista buono e anche l'assassino Jason, tranne nel finale in cui venivo squartato dallo stesso Jason».

 

E come rimediò all'«inconveniente»?

«Nell'ultima scena l'assassino fu impersonato da Luca: infatti da uno stacco all'altro Jason divenne magicamente più longilineo».

 

Sostieni di sentirti a tuo agio più nei personaggi che interpreti che nelle vesti reali di Marcello Macchia.

maccio capatonda piero peluria

«Penso di vivere in una sorta di spazio in cui se non interpreto un personaggio non sono niente. E il niente mi fa paura».

 

Come nascono i tuoi personaggi?

«Lo spiego in Libro. Sono già tutti parte di me, sedimentati sotto strati di vissuto, e sepolti per bene al mio interno. Per farli uscire ci vuole una scintilla, una scavatrice, una pala, o semplicemente un buon motivo come una richiesta esigente da parte di un committente».

 

Tra i primi ci fu «Mirkos».

«Un cartomante che leggeva il futuro attraverso strumenti molto particolari come i sassolini, il mestolo e il pendolino. Mi ispirai a un cartomante visto in tv che aveva la schiettezza di dire le cose come stavano.

 

Anche Mirkos diceva le cose come stavano ma portate all'eccesso, il suo cavallo di battaglia era: "Domani muori!"».

 

 

I tuoi sono «mostri» di fantasia o figli della quotidianità di strada?

barbara tabita maccio capatonda

«Non c'è un personaggio che non si rifaccia a qualcuno che ho visto, incontrato o conosciuto, anche solo per un particolare».

 

Tipo «Mariottide».

«Mariottide, il cantante più triste del mondo. A ispirarmi in questo caso è stata la voce e l'atteggiamento di mia nonna materna».

 

E «Padre Maronno»?

«Padre Maronno è un mix tra un uomo delle caverne, il personaggio di "Totò che visse due volte" di Ciprì e Maresco e mia madre che imita mio padre».

 

E «Piero Peluria»?

omicidio all italiana 4

«Piero Peluria è l'espressione più becera e animalesca di me stesso».

 

Personaggi catartici, liberatori.

«Che mi permettono di essere quello che nella vita reale non sono e non potrei mai diventare».

 

Diventare Capatonda in risposta a un mondo che non quadra... Marcello Macchia nasce a Vasto nel 1978, ma cresce a Chieti dove inizia a realizzare i suoi primi sketch comici. Nel 2001 si laurea in tecniche pubblicitarie a Perugia. Dopo aver fondato a Milano la Shortcut Productions, partecipa a vari programmi tv. Nel 2013 è ideatore, regista e interprete principale della serie televisiva «Mario».

maccio capatonda 2

 

Pezzo forte del suo curriculum la produzione di finti reality, caratterizzati da una vena ironico-demenziale. Una comicità riproposta sul piccolo schermo con la Gialappa' s Band che lancia il personaggio dell'attore fittizio, Maccio Capatonda, che recitava in una serie di video-parodia di famosi trailer cinematografici: veri e propri cortometraggi che hanno ottenuto un notevole successo fra gli spettatori, complice anche la diffusione su Internet, diventati oggetti di culto tra gli appassionati.

 

omicidio all italiana 2

Di culto anche i suoi due film «Italiano medio» e «Omicidio all'italiana». Per Mondadori-Electa ha appena scritto la sua autobiografia, dal titolo «Libro»

 

«Ribadisco: i personaggi mi danno la possibilità di esprimere le sfaccettature del mio essere che una vita sola, con la sua categorizzazione identitaria, non basta a tirare fuori». Insomma, il solo Marcello Macchia non ti basta.

 

«Dirò di più: ritengo che la mia identità quotidiana sia una versione neutra, un manichino nudo, insensibile, una versione in stand by di me stesso. Si dice che la tua è una comicità «surreale».

 

Eppure nei tuoi video la denuncia sociale è evidente. Come si conciliano questi due aspetti apparentemente in contraddizione?

maccio capatonda

«Non vedo contraddizione. In Libro dedico un paragrafo al tema. Il mondo reale tende a inquadrarci e definirci in una particolare tipologia di individuo, ma grazie al mestiere dell'attore possiamo combattere e scardinare questa categorizzazione».

 

L'ironia come atto di ribellione.

«La comicità per me è una lotta contro la realtà, un atto di ribellione nei confronti del mondo e allo stesso tempo un modo per rivelare e rivendicare la propria natura di esseri complessi».

 

Un «trucco» per non farsi fagocitare dall'onda anomala del successo?

 «Non prendersi troppo sul serio, giocare e non porsi limiti. Questo ti permette di dare sfogo al tuo essere più intimo, più spontaneo e originale. Ed è proprio questa capacità di giocare che dev' essere presa sul serio. Bisogna difenderla in tutti i modi e non permetterle di essere ingab biata da sovrastrutture razionali o da timori».

maccio capatonda ospite kika4267604

 

Avresti mai immaginato che «far ridere» sarebbe diventata la tua professione?

«Produrre sketch comici è sempre stata la mia passione. Parodie che facevamo con leggerezza col mio amico Luca. Ma non mi è mai passato per la testa che quello sarebbe diventato il mio lavoro. Perché per me era solo un gioco, uno scherzo, qualcosa che non aveva l'autorevolezza del "posto fisso" così come lo intendevano i miei genitori».

 

A proposito di genitori. Hai definito il rapporto tra i tuoi genitori una «fantastica storia d'odio». È una battuta o la verità?

«La verità. Ma devo precisare due cose».

italiano medio di maccio capatonda 7

 

Prego...

«La prima è che il loro odio reciproco si trasformava in amore quando era rivolto verso di me, il che mi rendeva un bimbo ipercoccolato e benvoluto».

 

La seconda?

«È che percepivo chiaramente la solidità del loro legame. Per questo nutro una profonda stima per i miei genitori che continuano ad amarsi odiandosi (o ad odiarsi amandosi) ancora oggi».

 

MACCIO CAPATONDA - ELISABETTA CANALIS

Finché morte non li separi.

«No: finché morte non li spari».

 

Come condizione a questa intervista hai detto: «Ok. Ma niente politica». Eppure le parole «politica» e «politici» tornano più volte nel tuo libro.

«L'ho scritto e lo ribadisco. Ho come la sensazione che la scelta di fare il comico e in generale l'artista sia una via alternativa alla politica».

 

In che senso?

maccio capatonda lory del santo kika4267141

«Anzichè scendere in campo e cercare di cambiare le cose, si sceglie di comunicare il dissenso attraverso l'arte, la destrutturazione dei linguaggi, la risata. Svelare le idiosincrasie del sistema, i nervi scoperti, deridere i meccanismi sociali e di costume in fondo è come fare comizi».

 

«Comizi» sui generis.

«I comici che ottengono maggior successo sono quelli che riescono in fondo a creare una propria poetica e una propria visione del mondo».

 

Quindi il comico potrebbe definirsi «un politico mancato»?

«Sì. Ed è forse per questo motivo che odio la politica. La rifiuto categoricamente perché i politici sono quelli che in qualche modo ce l'hanno fatta. Quelli che giocano la partita nel mondo reale».

 

Il comico vive invece di fantasia?

maccio capatonda herbert ballerina - mariottide

«Il comico si rifugia nella fantasia perché la realtà gli sta stretta e gli fa male. Sotto certi aspetti penso di essere un vile, per non voler prendere parte alla battaglia politica della realtà. Ma in altri momenti mi sento rincuorato».

 

Da cosa?

«Dal fatto che molti politici sono dei comici mancati». I giornalisti sono presenze costanti nei tuoi lavori: «Mario», «Oscar Carogna», «Salvo Errori»... «Il mondo dell'informazione mi affascina. Anche durante la segregazione domiciliare causata dal Covid, il "Tg40ena", che registravo nel chiuso di casa mi ha salvato dallo stress dell'isolamento».

 

MACCIO CAPATONDA - ELISABETTA CANALIS

Perché nel libro parli con toni sarcastici della città dove sei cresciuto?

«Non esiste luogo al mondo che può offrirti minor numero di accadimenti al di fuori di Chieti. E questa per me è stata una risorsa preziosa perché mi ha costretto a viaggiare con la fantasia».

 

maccio capatonda padre maronno

Quindi se sei diventato quello che sei «lo devi» al fatto di essere cresciuto in provincia.

«A volte penso a quanto sarei stato improduttivo e serioso se fossi vissuto in una città piena di problemi e avvenimenti significativi come Milano, ma perché no anche New York o Caracas».

 

Invece a Chieti...

«Devo essere grato alla pigrizia di questa città che mi ha stimolato a tirare fuori quello che avevo dentro. O comunque ad aggrapparmi a quello che c'era e farne qualcosa di grande».

italiano medio di maccio capatonda 6

 

Qual è il succo della tua poetica?

«Cercare di spettacolarizzare ciò che è spicciolo, ordinario, di poco conto».

 

Ma se non ti avessero scoperto, e lanciato, quelli della Gialappa' s forse saresti ancora a Chieti.

«È vero. Infatti sono molto grato alla Gialappa' s. Ma anche a Chieti».

 

C'è una battuta che gli abitanti di Chieti odiano?

«Sì: "Chieti, e ti sarà dato"».

 

maccio capatonda mariottide

Quanti nel nostro Paese prendono la «pillola per utilizzare solo il 2 per cento del cervello» (citazione tratta dal film «Italiano medio» ndr)?

«Non saprei. Ma certo io sono uno di loro».

maccio capatonda padre maronnomaccio capatonda mariottide maccio capatonda maccio capatonda maccio capatonda libro maccio capatonda libro italiano medio di maccio capatonda 1

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...