Estratto dell'articolo di Marinella Venegoni per “Specchio - La Stampa”
I Cccp oggi Giovanni Lindo Ferretti Annarella Giudici Massimo Zamboni Danilo Fatur
Uno spettro si aggira per Reggio Emilia. I residenti più giovani magari non ne sanno ancora niente, come del resto i loro coetanei presi dalla trap o dalla nuova canzone per l'estate. Ma i ritrovati dell'anno, più da scoprire che da riscoprire universalmente, nel 2023 sono loro, i Cccp Fedeli alla Linea.
La band punk teatrale che imperversò fra i più attenti e accorti dai primi '80 a poco dopo l'89 quando – come seguendo la caduta del Muro – si polverizzò e ricompose sotto altra formazione seguendo le evoluzioni della Storia: faro succulento della scena indie come Csi fino circa alla fine dei '90, poi Pgr nel giro del secolo. Qui ormai dei Cccp si troverà soltanto il carismatico agitatore imperterrito Giovanni Lindo Ferretti che terrà botta in ulteriore formazione ancora per alcuni anni, dopo aver segnato in modo indelebile la controcultura di vent'anni d'Italia.
Ma i Cccp nessuno li aveva visti arrivare sul momento, quando gli '80 ancora si stavano togliendo dagli abiti la polvere da sparo. Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, quasi due Mick e Keith della stagione alternativa italiana, simbiotici ma con prudenza tanto che poi si lasceranno, l'uno filosofo e l'altro chitarrista, si erano incontrati a Berlino nell'82 e avevano girato per la Germania armati di chitarra e drum machine, innamorati dell'espressionismo punk tedesco.
Al ritorno, pensano di impregnare della cultura emiliano-romagnola le loro esperienze: e incamerano una ragazza di talento, Annarella Giudici, e Danilo Fatur, barista e ballerino, per arricchire e trasmettere allo scarso pubblico i bizzarri contenuti dei testi di canzoni che stanno nascendo, scarne ma sode.
Titoli rivelatori: l'album "Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi"; brani come lo struggente "Amandoti" del 1990, segnalato da Manuel Agnelli – uno dei loro discendenti – ai Maneskin, i quali ne faranno un successo a Sanremo.
[…] Ci sono corde di chitarra che si spezzano sovente e impongono per la riparazione di Zamboni alcuni tempi morti: riempiti da una verve teatrale espressionista, a cura di Annarella (che si veste) e Fatur (che si denuda) e di un po' tutti; una specie di circo fumoso Anni '50.
[…] Quando la storia tramonta, e sorgono i Csi (Consorzio suonatori indipendenti) e poi i Pgr (Per grazia ricevuta), sui Cccp (traduzione fedele italiana della scritta che in cirillico indicava l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche) scende un velo: ora sta per essere squarciato da una mostra di memorabilia del leggendario quartetto nella natia Reggio Emilia, a 40 anni dall'uscita dell'album "Ortodossia".
L'altro giorno ne hanno parlato nella loro Reggio, riuniti con qualche imbarazzo. «Tutti insieme non ci vedevamo da trent'anni», ha detto Ferretti; e Zamboni: «Ci siamo addormentati maledicendo la Fininvest, ci risvegliamo con la morte di Berlusconi».
La mostra, con racconto cronologico "Felicitazioni – Cccp Fedeli alla linea", a cura del Comune di Reggio e della Fondazione Magnani, sarà aperta dal 12 ottobre all'11 febbraio 2024, ai chiostri di San Pietro. C'è un catalogo di cui già si dicono meraviglie, si stanno creando ambientazioni immersive e installazioni sonore che introdurranno i consapevoli e gli ignari dei Cccp attraverso un passato che più originale e di rottura non sarebbe potuto essere.
Ferretti intanto ha continuato il suo percorso spirituale, scrive libri e vota Lega: «Berlusconi è quello che ha detto le cose più giuste sulla guerra dell'Ucraina», dice fiero. Non si è tirato indietro sull'iniziativa, che prevede anche un incontro con la band al teatro Valli: «Son vecchio e stanco ma ai Chiostri non si dice di no».
Zamboni è sempre un chitarrista, ed è stato essenziale per la costruzione della mostra. Di rinascita del gruppo non sembra proprio tiri aria. Però, vai a sapere.
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