Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, e per quanto noi italiani viviamo oggi in un Paese che s’è specializzato nel vivere tempeste grandi quanto una chicchera da caffè, resto allibito innanzi alle polemiche scaturite dal fatto se sì o no al Salone del libro di Torino sarebbe stato presentato un libro/intervista di Matteo Salvini edito da una casa editrice attigua a Casa Pound. Credevo che schifezze di questo genere _ cui ero abituato nella mia giovinezza _ fossero fuori dal nostro tempo.
E invece leggo un post culturalmente miserevole di uno degli organizzatori del Salone, lo scrittore Christian Raimo, il quale vorrebbe mettere fuori gioco tutti quelli che lui giudica intinti nella salsa del “fascismo” , dal giornalista Francesco Borgonovo (mio vecchio amico) ad Alessandro Giuli allo stesso Pietrangelo Buttafuoco, che una colpa in verità ce l’ha. I suoi scritti sono dieci volte più sugosi e stimolanti di quelli di Raimo.
A proposito di Raimo, e siccome sono un bonaccione, avevo letto quel suo librino dell’anno scorso (“Ho 16 anni e sono fascista”) e ne avevo scritto civilmente su questo sito. Era un libro noioso, in cui non c’era una vera tensione a capire e decifrare i sedicenni che si dicono “fascisti”; però a me sembrava positivo che uno così nettamente di sinistra e così vigorosamente “antifascista” come Raimo fosse andato a interrogarli.
Vedo adesso che l’ “antifascismo” di Raimo (a proposito, dirsi “antifascisti” oggi non vuol dire nulla di nulla) è intinto mica male nella salsa del settarismo, e che lui vorrebbe togliere un po’ di spazio sui mass-media a Borgonovo e a Buttafuoco. Dio, che miseria e che offesa ai valori dell’ “antifascismo” il cui primo valore è: “Darò la vita perché tu possa esprimere le tue idee anche se non le condivido”.
Quanto al settarismo, al tempo della mia giovinezza quando molti di quelli che frequentavo davano del “fascista” a Montanelli o dicevano peste e corna dell’editore Rusconi reo di avere pubblicato non ricordo più quale intellettuale europeo “di destra”, ne ho viste di cotte e di crude.
io sono matteo salvini il libro pubblicato dalla casa editrice vicina a casa pound
Ad esempio lo sciopero dei tipografi di una casa editrice italiana rea di star pubblicando un libro favorevole all’azione israeliana all’aeroporto di Entebbe del 4 luglio 1976, quella in cui cadde Yonathan Netanyahu, e su cui ha scritto un gran bel libro Michele Silenzi. Se Raimo vuole, gli faccio un corso universitario su quei tempi, magari sul fatto che era stato un editore adamantino come Vanni Scheiwiller a pubblicare i libri di Evola e quelli di Pound. Libri bellissimi.
Casa Pound ha tutto il diritto di avere una casa editrice e di pubblicare i libri che vuole, che giudicheremo di volta in volta. Quanto poi al voler schiacciare la fisionomia di Matteo Salvini su quella del fascismo italiano 1922-1943 (quello successivo è tutt’altra cosa, è il tempo di una guerra civile) è veramente da analfabeti. Magari fosse così semplice identificarlo, e dunque così semplice contrastarlo.