Estratto dell’articolo di Anna Bandettini per www.repubblica.it
Nel fiume di parole, tra l’estrosa questione delle sue origini romano-napoletano-inglesi-siciliane-ciociaro- veneziane-turche e i racconti sul padre, noto penalista, su Luca Ronconi e Eduardo, Mario Monicelli e Paolo Virzì, passano due notizie: Antonello Fassari è a teatro, con Farà giorno di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, regia di Piero Maccarinelli […]; a giugno, poi, ed è la seconda notizia, tornerà alla grande alla Garbatella, nei panni di Cesare, il verace fratello di Giulio, a conferma che il nuovo ciclo di puntate di I Cesaroni si farà e parliamo di una fiction cult, 8 milioni di spettatori su Canale 5 nelle serate record fino a che si è vista, nel 2014.
Fassari, è contento?
“Sì, assolutamente. I Cesaroni sono stati un fenomeno fortissimo. Ma non so molto altro, per ora. Il format spagnolo da cui eravamo partiti era perfetto: toccavamo temi come la fecondazione assistita, il ragazzo che arriva col preservativo... Cose vere”.
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E’ vero che in quel periodo la gente la assaliva per strada per l’entusiasmo?
“Una cosa inimmaginabile. Io avevo già una mia notorietà, con I ragazzi della 3a C, Avanzi in tv… Ma con I Cesaroni è stato impressionante. Con Max Tortora ci dicevamo, uno va per strada, si sente come se fosse i Beatles, poi torna a casa e mangia da solo davanti alle piastrelle di maiolica. Una schizofrenia totale. C’è la convinzione, che viene dai social, che la gente di spettacolo sia ricca e felice, che tanta visibilità sia tanto guadagno”.
E non è così?
“Per niente. E comunque finiti I Cesaroni nel 2014, c'è voluto un attimo di fermo”.
Lei ha recitato Pasolini, Gadda, Euripide, ha lavorato con Lattuada, Monicelli e ha fatto anche i Vanzina o I Cesaroni: dove è più a suo agio?
“La mia è la carriera all’antica: una volta gli attori dovevamo fare tutto. Drammatico, comico, commedia. Penso a Totò, Gassmann, Manfredi… Mi è piaciuto fare Euripide a Siracusa e i film di Vanzina. Anche se Paolo Virzì non era d’accordo”.
Che vuol dire?
cast di selvaggi di carlo vanzina
“Ai tempi di Ferie d’agosto, metà anni Novanta, Virzì dopo un mese che mi stava appresso viene a sapere che ero nel cast di Selvaggi di Carlo Vanzina. I set non si accavallavano, avrei potuto fare entrambi i film, ma lui disse che non poteva chiamare un attore che lavorava coi Vanzina. Ora, a me non mi si può dire nulla, lo sanno tutti come la penso. Ma una certa sinistra è stata a lungo molto attenta al pedigree”.
Deluso?
“Come tanti davanti a questo modo di fare. Ma un po’ è anche il nostro ambiente. All’inizio degli anni Novanta ho avuto un grave incidente che mi causò l’esplosione di un femore. Girava la voce che ero diventato zoppo. Bisogna essere molto centrati per fare l’attore”.
Lei lo è?
ANTONELLO FASSARI - I CESARONI
“Io non ho avuto il sacro fuoco. Primogenito di quattro figli maschi, ero destinato a fare il mestiere di mio padre, grande avvocato, studio a Roma e Milano. Ma io credo che lì abbia sbagliato papà, perché mi fece fare un tirocinio da lui e mi massacrò. A quel punto chiusi. Feci l’esame per l’Accademia tanto per provare e fu il grande Orazio Costa a scegliermi.
Poi da attore, ho avuto due punti fermi: Ronconi, ai tempi di Utopia, del laboratorio di Prato, che mi ha insegnato come si affrontano i testi, e Eduardo, maestro di recitazione e un uomo sorprendente, che aveva la passione sfrenata per le auto e per Enzo Ferrari. La mia carriera teatrale è tanta roba” […]
FERIE D AGOSTO antonello fassari - una scena di fara giorno antonello fassari ferie d agosto 6 paolo virzi foto di bacco cast dei cesaroni antonello fassari