Estratto dell’articolo di Rosanna Scardi per www.corriere.it
L'esultanza è durata poco: «In un solo giorno siamo riusciti a raggiungere il traguardo di 15 mila euro per la mia mastoplastica additiva. Voglio fare un ringraziamento a tutti gli imprenditori d’Italia senza i quali non sarebbe stato possibile». Michelle Comi pochi giorni fa gongolava sui social.
Non aveva fatto i conti con la dura realtà: la piattaforma Gofundme.com - probabilmente per il clamore e le critiche che la vicenda aveva suscitato - ha annullato la raccolta fondi dell’influencer milanese, classe 1995. «Pensavo di essere stata hackerata - dichiara lei -, invece, le tante segnalazioni arrivate alla piattaforma hanno fatto sì che venissi bloccata. E i soldi ricevuti sono stati restituiti». Ma non demorde: «Devo capire come riaprire la raccolta».
[…]. Interpellata, Comi dice: «Perché le persone non dovrebbero donare anche a me se hanno tanti soldi da usare?». […]
Comi […] nell’eterogeneo mondo social capta la regola “dividere, polarizzare, per arrivare”, che è poi il sempreverde “purché se ne parli” […] Le sue dichiarazioni controverse (altro eufemismo) ne hanno fatto un personaggio. Tanto che quando le si chiede conto dell’altra chiacchierata a ruota libera - «Meglio comprarsi una borsa griffata che fare un figlio. Non mi faccio sformare la pancia per farmi uscire un coso. Mille volte meglio spendere tutti i miei soldi dal chirurgo» - fa spallucce: «Sono le stesse cose che dico quando mi ritrovo a tavola con i miei e le mie sorelle». Anche se poi non è dato di sapere come finisca a quel desco.
Residente a Milano, con casa anche a Torino «che è più tranquilla», si è diplomata al liceo artistico Boccioni e per sei anni ha fatto l’impiegata in un ospedale[…] Tre anni fa le dimissioni e l'approdo su Only Fans, mondo da cui dichiara di ottenere «guadagni stellari, 100 mila euro lordi al mese su cui pago le tasse».
Dunque, in teoria, non potrebbe pagarsi lei i suoi sfizi? «Se ho chi mi paga tutto…». In estate - dice di non essere fidanzata, «mi sto frequentando con alcuni imprenditori, niente di serio» - ha urbi et orbi cercato chi le finanziasse una vacanza, rigorosamente di lusso. Come è finita? «Tenerife e Varsavia». Risposta a chi la definisce escort: «La linea tra quello che faccio e una escort è sottile. Ho le carte di credito degli imprenditori, con alcuni non ci siamo mai visti, ma mi mantengono. È il loro modo di corteggiarmi».
Poi si lancia in un paragone pirotecnico: «Gli imprenditori spendono per me 60 mila euro al mese, è lo stesso che nel piccolo fa un ragazzo che porta una rosa alla sua innamorata». La speranza è di fidanzarsi: non con un muratore, di certo. «Non credo al detto due cuori una capanna», puntualizza a scanso di equivoci. Un’ultima domanda: ma lei c’è o ci fa? «Ci sono, ci sono. Fin da piccola, nelle cene in famiglia, mi piaceva spiazzare». […]
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