E’ polemica nel Regno Unito per la decisione di una corte giudiziaria di imporre l’aborto ad una giovane donna con difficoltà di apprendimento, incinta da 22 settimane, contro la volontà della stessa.
La donna, scrive il Guardian, ha circa 25 anni ma i medici le accreditano le capacità mentali di una bambina. Aveva tuttavia espresso esplicitamente il desiderio di portare avanti la gravidanza, al pari di sua madre, che ha origini nigeriane, e di un’assistente sociale che la segue.
Tutto inutile agli occhi di Nathalie Lieven, giudice della Court of Protection nella capitale britannica. Lieven alla fine della scorsa settimana ha stabilito che quel parto deve essere impedito.
“E’ straziante” e “sono assolutamente conscia che ordinare a una donna d’interrompere la gravidanza contro quella che appare la sua volontà è un’intrusione enorme”, ha messo le mani avanti la giudice, sostenendo tuttavia di averlo fatto nel presunto “interesse” della madre stessa “e non della società”.
ROYAL COURTS OF JUSTICE - LONDRA
Ad alimentare le critiche c’è del resto il fatto che la Lieven non si è lasciata convincere neppure dall’impegno della futura nonna di prendersi cura di figlia e nipote solo perché di origini straniere. E quindi soggetta in teoria, stando al verdetto, a potere dover lasciare in futuro il Regno.
Tra le voci sdegnate, quella di John Sherrington, vescovo cattolico di Westminster, il quale oggi ha commentato: “Forzare una donna ad avere un aborto contro la sua volontà e quella dei familiari più stretti viola i diritti umani, per non parlare del diritto alla vita del nascituro. E’ triste e angosciante”.
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