i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca

TUTTI GLI UOMINI DELLO ZAR VLAD - AL TAVOLO DEI NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA ERANO PRESENTI DIVERSE PERSONALITÀ CHE DIMOSTRANO LE DIVERGENZE TRA I DUE PAESI - DAL LATO RUSSO C'ERANO, TRA GLI ALTRI, VLADIMIR MEDINSKY, L'EX MINISTRO DELLA CULTURA E UOMO DELLA PROPAGANDA DI PUTIN, LEONID SLUTSKIY E BORIS GRYZLOV, ENTRAMBI SANZIONATI DA UE E USA NEL 2014 PER IL RUOLO ATTIVO NELL'ANNESSIONE DELLA CRIMEA (NON ESATTAMENTE LE PERSONE DA CHIAMARE PER RAPPACIFICARE I RAPPORTI) - GIALLO SULLA PRESENZA DI ROMAN ABRAMOVICH: IL PATRON DEL CHELSEA NON COMPARE IN NESSUNA DELLE FOTO UFFICIALI…

Letizia Tortello per “la Stampa”

 

i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca

La musica di accompagnamento della delegazione russa a Gomel suonava come se Putin volesse fare fallire i negoziati. A guidarli, per il Cremlino, non c'era un diplomatico o un militare, ma l'ex ministro della Cultura Vladimir Medinsky, nazionalista estremo, fedelissimo al presidente, che ha contribuito a costruire la propaganda in questi anni. Autore di libri di grande diffusione, sostiene che fin dalle origini della Russia, l'Occidente ha fatto di tutto per impedirne l'ascesa.

 

vladimir medinsky

Le sue tesi sull'esistenza di popoli non russi nell'impero zarista e in Unione Sovietica sembrano un modello perfetto per negare all'Ucraina il diritto di esistere, come vorrebbe Putin. Medinsky è anche produttore di film di guerra, pieni di falsi storici: «Non abbiamo bisogno di storia, ma di leggende sacre», è una delle frasi topiche. Come dire che se mandi a negoziare uno degli ideologi del disegno zarista, non sei proprio disposto ai compromessi. Ad accompagnarlo, seconde file e falchi.

andrei rudenko

 

Il primo è uno dei vice del ministro degli Esteri Lavrov, Andrei Rudenko, che cura i rapporti con le repubbliche ex sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Moldavia. Poi un vice della Difesa, Aleksandr Fomin, il presidente della Commissione Esteri della Duma, Leonid Slutskiy, e il rappresentante russo nel gruppo di contatto trilaterale, Boris Gryzlov. Gli ultimi due sono stati sanzionati da Ue e Usa nel 2014 per il ruolo attivo nell'annessione della Crimea.

aleksandr fomin

 

Comunque, non appartengono alla ristretta cerchia che influenza davvero la politica russa. Gryzlov è stato presidente del parlamento russo nel primo decennio del governo Putin, è ricordato per aver affermato che la Duma non è luogo di discussione. Slutskiy è uno di quegli oratori d'élite, non estraneo a scandali: nel 2018, diverse importanti giornaliste l'hanno accusato di molestie, lui ha negato, le accuse sono finite nel nulla.

 

david arakhamia

Sul lato ucraino, la composizione dei negoziatori mostra due cose: quanto la leadership di Kiev abbia preso con serietà i colloqui, e quanto sia lontana dalla realtà l'affermazione ripetuta dai russi, secondo cui il Paese «nazista» sopprime sanguinosamente tutto ciò che non è purosangue ucraino. Capofila, il ministro della Difesa, Oleksiy Resnikov. Con lui, Davyd Arachamia, passaporto ucraino solo dal 2015.

 

Quando aveva 13 anni, la sua famiglia è stata tra i 250 mila georgiani costretti a lasciare l'Abkhazia durante i combattimenti del 1992, la regione della Georgia riconosciuta dopo il 2008 «Stato indipendente». Oggi è imprenditore di successo, raccoglie denaro per le forze armate ucraine. Con loro anche Mikhail Podoliak, consigliere presidenziale: ha vissuto in Bielorussia, ha lavorato come giornalista per media in lingua russa, fino a quando è stato deportato in Ucraina nel 2004 per articoli critici con Lukashenko.

i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca

 

Infine, c'era Rustem Umerov, tataro di Crimea eletto nel 2019 per un partito avversario di Zelensky, tiene i rapporti con le repubbliche filorusse. Nel mezzo avrebbe dovuto esserci l'undicesimo uomo, Roman Abramovich, oligarca del business post-sovietico in Russia, patron del Chelsea e mister 14 miliardi di dollari. L'avevano voluto gli ucraini come mediatore, ma è giallo: nelle foto ufficiali non compare.

boris gryzlov vladimir putin vladimir medinsky vladimir putini colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 2leonid slutsky i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 1i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 1i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 4i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca mykhailo podolyak i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 2i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 3i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 4mykola tochytskyioleksii reznikovrustem umerov boris gryzlov

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…