Estratto dell'articolo di Rodolfo Parietti per “il Giornale”
[…] per Gautam Adani è un momentaccio. Fino a qualche giorno fa quarto nel ranking globale dei miliardari pur senza avere l’esposizione mediatica di un Musk o di un Bezos, l’indiano del Gujarat col pallino originario per le materie prime è passato, in una manciata di giorni, dal businessman con la grisaglia del successo all’uomo in gramaglie finanziarie.
[…] in Borsa può capitare - e a lui è successo - di vedere svaporare, quasi nell’éspace d’un matin, 68 miliardi di dollari di capitalizzazione delle sue imprese raggruppate sotto l’ala della Adani Enterprises. A conti fatti, una botta micidiale anche per le sue fortune personali, collassate nell’ultimo anno di oltre 28 miliardi, a quota 97 miliardi, secondo Bloomberg Billionaires. […]
Tutta colpa di Hindenburg Research, uno degli alfieri a stelle e strisce delle vendite allo scoperto, che ha accusato Adani di aver messo in piedi «la più grande truffa finanziaria nella storia aziendale» e di aver manipolato i titoli grazie anche «alla bandiera indiana usata come scudo». […]
Adani ha infatti subito colto la palla al balzo per sostenere che quello in atto «non è meramente un attacco immotivato a una specifica società, ma un attacco calcolato all’India, all’indipendenza, all’integrità e alla qualità delle istituzioni indiane e alla storia di crescita e alle ambizioni dell’India». […]
Il sospetto di legami non proprio trasparenti fra Adani e il mondo politico indiano circola peraltro da anni e si è trascinato fin nelle aule dei tribunali, da cui il Paperone asiatico è finora sempre uscito con la fedina penale immacolata. Resta però un fatto: le fortune di Adani, un self-made man privo della licenza liceale, si sono consolidate durante la reggenza in Gujarat di Narendra Modi, poi divenuto primo ministro. Da lì in poi, l’impero ha allargato i tentacoli dal settore immobiliare al carbone, dagli aeroporti all’olio alimentare, fino alla trasmissione di energia.
[…] Per abbattere i debiti, Adani è stato costretto a mettere in cantiere un’offerta pubblica da 2,5 miliardi di dollari. Un progetto a rischio, dopo l’affondo di Hindenburg e i rovesci in Borsa. Eppure, nonostante tutte le turbolenze, la International Holding di Abu Dhabi si è detta pronta a mettere sul piatto 1,4 miliardi di dirham (400 milioni di dollari), ovvero il 16% dell’offerta totale, senza curarsi troppo se di fronte ha un abile uomo d’affari o il Madoff indiano.
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