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Estratto dell’articolo di Valentina Lanzilli e Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
«Devi dimagrire...ti faccio dimagrire io... se non monti a cavallo non dimagrirai mai». «Se voglio una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio la distruggo attaccandomi al collo senza dargli respiro, sarei capace di inventarmi qualsiasi cosa sul suo conto, anche personale, pur di distruggere lui e la sua famiglia...».
Il colonnello ne aveva per tutti, soldati e soldatesse. Fino al malcapitato caporal maggiore che durante un’adunata di graduati e sottufficiali se l’è trovato di fronte urlante: «Tu mi stai sul c...». E sarà anche un’accademia militare, dove la durezza forgia e la regola è il rigore, ma per la Procura di Modena qui si è andati oltre: abuso di autorità con minacce e ingiurie, violenza privata, stalking.
L’indagato è solo lui: il comandante del Centro ippico militare (Cim) dell’Accademia di Modena, Giampaolo Cati, 44 anni, ufficiale senza macchia e pluridecorato. Undici i militari che l’hanno denunciato: quattro donne e sette uomini, fra soldati semplici, sergenti e caporali, tutti naturalmente suoi sottoposti, tutti in servizio al Cim. […]
E Modena ha chiuso ora l’indagine depositando l’avviso di conclusione, nel quale vengono riportati gli atteggiamenti aggressivi, le umiliazioni, le battute sessiste, le molestie e le minacce denunciate dai militari. «Molestava continuamente il personale femminile con battute a sfondo sessuale, commenti sull’aspetto fisico... Le vessava ordinando spesso di lavare i genitali dei cavalli come atto punitivo...». […]
Insomma, il clima al Centro ippico non era idilliaco. Aveva una preferita, V.: «Ti tengo al maneggio per rifarmi gli occhi... mi sto sentendo con una delle tue parti, ma voi giù siete calde vero? Mamma mia come siete calde!... Come scopi bene con quella scopa». La più denigrata era D.: «Sei grassa, goffa e incapace».
Un sergente non ne poteva più: «Quando chiedo di uscire all’orario di fine lavoro lui mi dice che gli ho rotto i c... perché sono un sindacalista. Una volta, siccome stavo troppo in laboratorio di mascalcia mi ha detto che mi trasferiva a Grosseto». […]
Di là l’indagato, il tenente colonnello Cati, rimasto in Accademia ma in altro ruolo, che respinge le accuse: «Non ho abusato del mio potere». Lo difende l’avvocato Guido Sola: «Il mio cliente si è sempre speso per i suoi soldati, ha un profondo rispetto per l’Istituzione e ha dato vita con il centro ippico a importantissimi service territoriali in favore di associazioni di volontariato».
“METTETEVI PIEGATE E PULITE I GENITALI AI CAVALLI” LE MOLESTIE DELL’UFFICIALE ALLE ALLIEVE DELL’ACCADEMIA
Estratto dell'articolo di Clemente Pistilli per "La Repubblica"
[…] «Quando insieme ad altre colleghe sistemavamo il campo — ha dichiarato agli investigatori la soldatessa — spesso diceva di volermi sempre tenere in maneggio per rifarsi gli occhi, perché ero piegata a spostare gli ostacoli».
Ancora: «Allo spaccio faceva pulire solo me e durante una festa, mentre ero di spalle, l’ho visto che mi stava inquadrando il sedere, foto che poi mi è stato riferito ha mostrato a due soldati». Un clima pesante. Tanto da far dire alla giovane: «Ho visto colleghi piangere, molti si sono rivolti a psicoterapeuti e personalmente ho abbandonato l’idea di partecipare ai concorsi e ho deciso di congedarmi. […] Sono stata costretta a bloccare il contatto telefonico del tenente colonnello per le continue chiamate ad orari improponibili».
Una militare calabrese ha giurato di essere stata offesa per il suo peso. «Il tenente colonnello Cati — riferisce — più volte mi ha detto che dovevo dimagrire. […] Mi ha raccontato spesso di sue personali avventure sessuali, mostrandomi foto e messaggi che quotidianamente riceve». […] «Organizzava nel Centro feste private e noi dovevamo pulire».
[…] Un altro: «Ho una foto di una conversazione privata tra me e Cati in cui lui mi invia un’immagine delle parti intime di una nostra collega, la quale si trovava in abiti civili ad assistere a una gara». […] L’Esercito intanto fa sapere che, «ritenendo molto gravi le ipotesi di reato al vaglio delle autorità competenti, promuoverà ogni azione consentita dalla legge per tutelare l’immagine della Forza Armata». […]