Giuseppe D'Amato per “il Messaggero”
LA BASE MILITARE DI NENOSKA IN RUSSIA
Nessuno ha avvertito i medici che stavano curando pazienti, vittime di un incidente nucleare. Uno di questi dottori ha poi scoperto di avere un isotopo radioattivo nei tessuti di un suo muscolo. La scioccante storia è stata raccontata da fonti ospedaliere a conoscenza di quanto avvenuto al quotidiano russo in lingua inglese The Moscow Times.
Tre feriti «nudi e avvolti in sacchi di plastica traslucidi» furono trasportati alle 16.30 dell'8 agosto al nosocomio regionale di Arkangelesk, ma nessuno avvisò il personale che erano radioattivi. L'unica informazione fornita fu che vi era stato un problema in una base militare. «Dottori ed infermieri hanno raccontato le stesse fonti - hanno avuto dei sospetti, ma nessuno ha detto loro di proteggersi».
Dopo l'esplosione probabilmente del missile sperimentale Burevestnik (per i russi 9M730, per la Nato SSC-X-9 Skyhill) su una piattaforma nei pressi di Nionoksa - il livello di radiazioni è aumentato di 20 volte per circa 30 minuti nella vicina Severodvinsk, la seconda città della regione, dove la popolazione ha attivamente comprato lo iodio, sostanza chimica utile a limitare i danni da esposizione da radiazioni.
L'agenzia nucleare russa, Rosatom, ha successivamente ammesso che l'incidente aveva causato la morte di 5 dei suoi migliori specialisti, che lavoravano alla sede di Sarov, 370 chilometri a nord-est di Mosca. Le autorità federali continuano a conservare il massimo riserbo su quanto accaduto, anche perché nell'arco di poco più di un mese questo è il secondo grave incidente (il 1° luglio è toccato all'imbarcazione sottomarina tagliacavi Losharik) che riguarda le cosiddette nuove armi, che dovrebbero permettere alla Russia il mantenimento dello status di superpotenza militare.
L'ACCELERAZIONE
Dopo l'annuncio Usa del febbraio 2019 sull'imminente abbandono da parte di Washington del trattato Inf - sui missili a medio e corto raggio, firmato nel 1987 - vi sarebbe stata un'accelerazione dei test. Più mass media hanno paragonato il modo misterioso con cui è stato trattato l'incidente di Nionoksa con quanto avvenne nell'aprile 1986 alla centrale atomica di Cernobyl, dove saltò in aria il reattore numero 4.
Tutti i membri dello staff, che hanno avuto accesso diretto ai tre feriti all'ospedale di Arkangelesk, sono stati costretti da agenti del Servizio di sicurezza federale (Fsb) a firmare un impegno alla riservatezza. Il 12 agosto si è tenuto un incontro tra il personale medico ed un funzionario del ministero della Sanità, che tuttavia non ha dato risposte soddisfacenti. A questo punto è stato offerto di effettuare degli esami di controllo a Mosca, dove ad uno dei dottori testati è stata riscontrata la presenza di Cesio 137.
LE IPOTESI DEI MILITARI
Esperti e militari occidentali si interrogano su cosa realmente stavano provando i russi. Secondo l'analista Mark Galeotti era certamente un missile a propulsione nucleare (forse appunto il Burevetsnik); qualcosa è andato storto ed il carico radioattivo è stato disperso nell'ambiente. Gli americani avevano un progetto simile negli anni Sessanta, ma fu abbandonato perché troppo pericoloso.
Stando ad altri esperti potrebbe trattarsi invece del Zircon, missile ipersonico (viaggia ad una velocità superiore di 8 volte quella del suono) da crociera anti-nave a lungo raggio oppure del Poseidon, un drone sottomarino a lungo raggio, lanciato da un sottomarino. Negli ultimi anni gli specialisti militari federali hanno avuto a disposizione enormi quantità di denaro. Adesso è venuto il momento di dimostrare i risultati di questo immenso sforzo finanziario.