alessandro profumo massimo dalema d'alema luciano carta

QUANDO LA TRATTATIVA PER LA VENDITA DI ARMI ALLA COLOMBIA SI STAVA COMPLICANDO, D’ALEMA HA INCONTRATO A PRANZO (DUE VOLTE) L’AD DI LEONARDO ALESSANDRO PROFUMO – UNO DEI DUE APPUNTAMENTI RISALE ALLA PRIMA METÀ DI FEBBRAIO, NEI GIORNI IN CUI “BAFFINO” INCONTRA L'AMBASCIATRICE COLOMBIANA E NON RIESCE A FARE UNA VIDEOCONFERENZA, SEMPRE IN COMPAGNIA DI PROFUMO, CON IL MINISTRO DELLA DIFESA DI BOGOTA’ - A QUEL PRIMO PRANZO I DUE SI PRESENTANO ACCOMPAGNATI DA UN GRUPPO DI PERSONE E SI RIVEDONO IL 24 FEBBRAIO – QUANDO SEMBRA TUTTO FATTO LA FUGA DI NOTIZIE FA DERAGLIARE L'AFFARE…

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

MASSIMO DALEMA

Ostriche De Claire Dousset, gamberi rossi imperiali, ricci di mare, carpaccio di capesante con la zucca, tartare di tonno con le puntarelle. E di fronte a un menù costellato di tali prelibatezze che si sono accomodati, all'apice della trattativa per la vendita di 24 M-346 all'aviazione colombiana, l'ex premier Massimo D'Alema e l'amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo. Si sono dati appuntamento al ristorante Pierluigi, uno dei migliori indirizzi per degustare plateau di crudo a Roma. Questo locale, con pescheria a vista, si trova in piazza de' Ricci a 300 metri a piedi da piazza Farnese dove ha il suo quartier generale la fondazione Italianieuropei, presieduta dall'ex ministro degli Esteri.

 

ALESSANDRO PROFUMO

Due pranzi la cui importanza può essere apprezzata solo ricordando quanto è successo prima e dopo quegli appuntamenti conviviali. In autunno D'Alema si era rivolto a Profumo per sponsorizzare il proprio gruppo di lavoro durante la trattativa per rifornire l'esercito colombiano di nuovi armamenti, tra aerei, navi e sommergibili, per un valore di 4 miliardi di euro. D'Alema e i suoi collaboratori pensavano di poter incassare almeno 80 milioni di provvigioni.  Quando l'ex primo ministro bussa alla porta di Profumo è già in corso un'altra trattativa intermediata dalla società colombiana Aviatek di Luis Zapata.

 

LA MAIL INDIRIZZATA A MASSIMO DALEMA DEL DIRIGENTE DI LEONARDO PER LA VENDITA DI ARMI AI COLOMBIANI

Il vecchio leader della sinistra pensa di scavalcare il competitor indigeno, probabilmente puntando sui buoni uffici dell'amico Profumo. Che in effetti mette in contatto D'Alema con i vertici della divisione commerciale e in particolare con il vicepresidente Dario Marfé che il 15 dicembre scrive a D'Alema una mail con allegati i dépliant informativi di alcuni sistemi radar: «Le brochure sono indicative delle caratteristiche principali dei prodotti» scrive il manager, «in particolare per i radar Atcr 33S - 44S e Par sono in atto avanzamenti tecnologici e miglioramento delle prestazioni che qualora di interesse potranno essere riassunti in una presentazione dedicata».

 

In calce i saluti: «Con i colleghi della divisione Elettronica resto a disposizione per eventuali chiarimenti / approfondimenti. A presto risentirLa anche sul tema M-346».Ovvero l'affare riguardante i 24 caccia del valore di 2,13 miliardi. Un prezzo che, in caso di successo, avrebbe fatto scattare un ricco premio per D'Alema e i suoi.

 

massimo dalema tratta con edgar fierro 3

Ma sembra che nessuno abbia in alcun modo ritenuto necessario ufficializzare il ruolo del fondatore di Liberi e uguali nella trattativa e il contratto di intermediazione stava per essere firmato con l'avvocato Umberto C. Bonavita dello studio Robert Allen Law di Miami, nome indicato proprio da D'Alema o da uno dei suoi uomini, Giancarlo Mazzotta.

 

L'8 febbraio l'ex segretario del Pds, Profumo e il direttore generale della divisione navi da guerra di Fincantieri, Giuseppe Giordo, si sono anche collegati per una videoconferenza con il ministro della Difesa colombiano Diego Molano Aponte che, però, diede buca agli illustri interlocutori italiani.La cosa mandò su tutte le furie D'Alema che ebbe una discussione con il broker Francesco Amato, il quale aveva organizzato quella call e che sino a quel giorno si era impegnato per l'affare a proprie spese.

 

UNA VIDEOCHIAMATA CON MASSIMO DALEMA

L'ultimo battibecco con il «presidente» lo ricorda Amato: «Gli ho detto: "Mi parli di contratti da oltre sei mesi, dove cazzo stanno 'sti contratti? Io il lavoro l'ho fatto, tu mi stai prendendo per il culo". Lui mi ha risposto: "Tu non mi parli così". E io di rimando: "Io ti parlo come cazzo voglio caro presidente". E lui: "Con te non parlo più"».

 

MASSIMO DALEMA E LA VENDITA DI ARMI IN COLOMBIA - I DOCUMENTI CONTRAFFATTI CHE I BROKER ITALIANI HANNO PROVATO A RIFILARE A LEONARDO E FINCANTIERI

Dopo il fallimento del collegamento con il ministro uno stretto collaboratore di D'Alema, Mazzotta, aveva scritto ad Amato: «Mi sono speso personalmente con il Presidente, mettendoci la faccia, e francamente, nonostante i miei ottimi rapporti con lui, credo che si sia disaffezionato a proseguire».Il 10 febbraio D'Alema si era lamentato sia della figuraccia che di Amato con l'ex paramilitare colombiano Edgar Fierro, uno dei mediatori: «[] l'altra sera, da noi era sera, quando non ci siamo collegati con il ministro, questo ha creato un problema molto serio di credibilità [] perché chiaramente ci sono delle pressioni sui vertici delle aziende, di altri, che dicono "ma no, questo canale non funziona, dovete rivolgervi a noi, perché questi non hanno rapporti con il governo colombiano". Questi saremmo noi, chiaro?».

 

MASSIMO DALEMA

E quanto al broker aveva aggiunto: «Amato è un simpatico giovane, a volte fa un po' di confusione, come succede alle persone più giovani». Ma mentre la trattativa sembrava complicarsi D'Alema e Profumo si sono visti ben due volte a pranzo da Pierluigi. Ancora nessuno sapeva in che business fosse coinvolto l'ex premier. Uno dei due appuntamenti risale alla prima metà di febbraio, nei giorni in cui D'Alema incontra l'ambasciatrice colombiana e, in compagnia di Profumo, non riesce a parlare con il ministro della Difesa del Paese sudamericano.

 

Alessandro Profumo

A quel primo pranzo i due, che sono (separatamente) clienti saltuari del ristorante, si presentano accompagnati da un gruppo di persone. La comitiva si accomoda nel dehor esterno riscaldato. Un po' di giorni dopo i commensali diminuiscono e a tavola si ritrovano solo in quattro. Mangiano le rinomate crudités del locale e un secondo sempre di pesce. Il tutto annaffiato da vino bianco.Il 21 febbraio l'avvocato Bonavita sembra certo e manda questo messaggio ad Amato: «Questa settimana chiudo definitivamente con le ditte italiane. Con questo abbiamo il mandato. Entro giovedì devo avere in mano i due contratti».

alessandro profumo hensoldt

 

Cioè il 24 febbraio, quando effettivamente, ci sarebbe stato l'ultimo contatto ufficiale con Leonardo. Nelle stesse ore, come detto, D'Alema e Profumo pranzano di nuovo insieme. Poi le fughe di notizie fanno deragliare l'affare. La possibile mediazione dell'ex premier esce come indiscrezione sul sito Sassate. Il giorno dopo La Verità pubblica l'audio in cui l'ex leader del Pds parla dei suoi futuri possibili guadagni. Scandisce: «Siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro». Viste le aspettative immaginiamo che il conto da Pierluigi lo abbia pagato D'Alema.

PIERLUIGI RISTORANTE

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…