UN GRANDISSIMO PEZZO DI NERD – IL 36ENNE BOGDAN PESCHIR È IL PRINCIPALE SOSPETTATO DEL FINANZIAMENTO ILLEGALE ALLA CAMPAGNA SOCIAL DEL CANDIDATO FILO-RUSSO CALIN GEORGESCU, CHE HA VINTO IL PRIMO TURNO DELLE PRESIDENZIALI IN ROMANIA (PRIMA CHE LA CONSULTA ANNULLASSE IL RISULTATO) – PESCHIR, EX PROGRAMMATORE INFORMATICO DIVENTATO RICCO CON CRIPTOVALUTE, AVREBBE VERSATO OLTRE UN MILIONE DI EURO A INFLUENCER PER DIFFONDERE DISINFORMAZIONE E PROPAGANDA PRO-RUSSIA E ANTI UE – "L'ELON MUSK DEI CARPAZI" (COME SI FA CHIAMARE) NEGA DI AVERE LEGAMI CON MOSCA, MA…
1. NOME IN CODICE «BOGPR» , CHI È L’UOMO CHE HA VERSATO UN MILIONE AGLI INFLUENCER
Estratto dell’articolo di Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
Nome in codice Bogpr, per mesi si è presentato su TikTok a volto coperto. […] il quotidiano Gandul lo ha identificato come Bogdan Peschir: era il 25 novembre, il giorno dopo il primo turno delle elezioni presidenziali romene, annullato dalla Corte costituzionale anche — se non soprattutto — a causa sua: questo trentacinquenne, ex programmatore in aziende legate alle criptovalute, è il principale sospettato del finanziamento illegale della campagna social del sovranista Calin Georgescu, […] passato in poco tempo da politico semi sconosciuto a sorprendente vincitore del primo round.
Secondo i documenti dell’intelligence desecretati la scorsa settimana, Peschir avrebbe utilizzato il suo account per fare «donazioni» per oltre un milione di euro a influencer contattati da una società sudafricana che si occupa di marketing on line. A ciascuno di loro venivano versati mille euro per pubblicare un video che avrebbe dovuto toccare alcuni argomenti cari alla campagna elettorale di Georgescu.
Il social cinese ha confermato all’intelligence il ruolo che Peschir ha avuto nel finanziare la promozione di Georgescu: […] «Si tratta di violazioni delle politiche di TikTok e della legislazione elettorale romena», hanno chiarito i servizi. Alla fine anche Peschir ha dovuto ammettere di aver elargito denaro agli account pro Georgescu, ma ha negato di avergli fatto versamenti diretti. «Non ho finanziato una campagna, ho donato a diversi tipi di account TikTok senza chiedere loro favori o condizionare queste donazioni al loro orientamento politico» si è difeso.
Di recente si è paragonato a Elon Musk (e del resto Georgescu si è definito il «Trump romeno»): «Sono un imprenditore e un investitore. Non conosco personalmente Georgescu. Il mio sostegno per lui è del tutto volontario. Non penso di fare nulla di immorale per sostenere una campagna in cui credo. Anche Elon Musk ha sostenuto Trump negli Usa con più di 100 milioni di dollari». Peccato che nel caso del patron di Tesla si tratti di donazioni trasparenti.
Soprattutto Peschir non riesce a spiegare […] da dove provengano i soldi, insomma. Un documento dei servizi menziona che il giovane mostra un tenore di vita a cinque stelle […] «che non corrisponde alle attività svolte tramite l’azienda di sua proprietà». Si tratta della Digital On-Ramp Solutions Srl, costituita nel 2021 e mai decollata.
raid in casa di bogdan peschir
[…] Ora si stringe il cerchio intorno a lui: ieri agenti speciali incappucciati e forze di polizia hanno ispezionato la sua villa a Brasov, la «città dei vampiri» in Transilvania, e anche il suo domicilio legale e la sede della sua società fantasma. Al sospetto che sia un tramite con Mosca lui risponde che il suo unico legame con la Russia è la letteratura. «Il mio autore preferito è Dostoevskij e il mio nome in russo significa dono di Dio». […]
2. ROMANIA, LE PROVE DELLA PISTA RUSSA PERQUISITA LA VILLA DEL RE DI TIKTOK
Estratto dell’articolo di Giampaolo Visetti per “la Repubblica”
Sarebbe il “re di TikTok”, legato a circoli romeni dell’estrema destra e titolare di società informatiche che via Sudafrica portano dirette a Mosca, il regista interno dell’«attacco ibrido condotto da uno Stato straniero» che venerdì ha spinto la Corte costituzionale della Romania ad annullare le presidenziali, cancellando in extremis il ballottaggio di oggi.
La polizia, su ordine della Procura di Bucarest, si è presentata ieri nella villa e negli uffici di Bogdan Peschir a Brasov, città nel cuore della Transilvania. Ha perquisito tre edifici del misterioso programmatore informatico di 36 anni, ricco grazie al traffico di criptovalute. Secondo i documenti desecretati sarebbe lui, definito dai media l’“Elon Musk dei Carpazi”, il regista nazionale della rete allestita dal Cremlino per proiettare il filorusso Calin Georgescu alla guida del Paese.
Obiettivo: demolire il sostegno romeno all’Ucraina invasa da Vladimir Putin, spaccando la Ue.
Computer e documenti sequestrati custodirebbero le prove del coinvolgimento di Peschir «nel finanziamento illecito della campagna elettorale di un candidato», oltre che «le tracce di somme frutto di reati, introdotte in un processo di riciclaggio».
[…] Tra i soci di Peschir c’è […] il connazionale Gabriel Prodanescu, attivo in Sudafrica e vicino alla cerchia più stretta che risponde al presidente russo.
raid in casa di bogdan peschir
La polizia ha perquisito anche altri edifici a Bucarest, Ilfov, Timis, Maramures, Salas e Neamt. Un altro filone d’inchiesta punta agli archivi di gruppi d’estrema destra che custodiscono la «propaganda fascista, razzista, xenofoba, di incitamento all’odio e alla discriminazione»: ci sarebbero loro dietro l’exploit di Georgescu. Il candidato filorusso e anti-Ue ha sempre dichiarato di aver trionfato al primo turno «a costo zero». Ora è accusato anche di aver violato la legge sul finanziamento delle campagne elettorali.
In un’intervista a Sky News , Georgescu ha rilanciato ieri le accuse di “golpe”, negando sia legami con Mosca che sostegni esteri. […] A caldo l’accusa di “golpe” contro i giudici costituzionali era stata mossa pure da Elena Lasconi, leader moderata filo-Ue che si è vista negare il ballottaggio. Per questo la Consulta, criticata pure da politologi romeni di orientamento diverso, ha ora bisogno che la magistratura pubblichi al più presto le prove delle «ingerenze straniere»: ieri ha spiegato che dietro il clamoroso stop ci sono, come prevede la Costituzione, «frodi tali da modificare l’assegnazione del mandato presidenziale e l’ordine dei candidati che avrebbero potuto partecipare al secondo turno elettorale »”.
L’annullamento non è stato imposto entro tre giorni dal voto, come previsto dalla legge, «“per non interferire nelle legislative del primo dicembre ». Difficile però, con un presidente e un premier in carica solo per l’ordinaria amministrazione, porre fine al caos politico in cui è precipitato il Paese. Le legislative dell’1 dicembre, rovesciando l’esito del primo turno delle presidenziali, hanno visto la riscossa dei partiti pro-Ue.
Guidati dai socialdemocratici hanno conquistato il 68%, contro il 32 dell’estrema destra. In caso di un rapido “accordo d’unità nazionale”, l’agenda prevede l’insediamento del nuovo Parlamento il 21 dicembre, la nomina del premier il 24 e la fiducia al nuovo governo il 28. Le presidenziali si svolgerebbero tra fine marzo e metà aprile. […]
Articoli correlati
LA CORTE COSTITUZIONALE DELLA ROMANIA HA ANNULLATO IL RISULTATO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI
ECCO COME LA RUSSIA HA INQUINATO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN ROMANIA
LE MANI DI PUTIN SU BUCAREST - L\'UE INDAGA SULLE INGERENZE RUSSE SUL BALLOTTAGGIO IN ROMANIA...
calin georgescu. calin georgescu calin georgescu. bogdan peschir