Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Si sta diffondendo nei contatti fra le capitali, anche fuori dall'Europa, l'impressione che debba crescere la pressione sia su Mosca sia su Kiev perché in autunno si inizi a negoziare un cessate il fuoco. Tra le idee che emergono spesso nei colloqui, anche con Bruxelles, c'è quella di nominare un inviato speciale per la pace delle Nazioni Unite che si metta al lavoro da settembre per sondare spazi di trattativa.
L'opportunità di creare questa figura dovrebbe arrivare a New York, all'assemblea generale dell'Onu tra il 13 e il 20 settembre. I principali leader avranno l'occasione di parlarne, anche perché l'urgenza di trovare una prima e provvisoria soluzione non è avvertita solo dalle democrazie avanzate. Sempre di più i Paesi emergenti e in via di sviluppo fanno sentire la loro pressione perché tacciano le armi in Ucraina e possano riaprirsi le rotte del grano.
L'idea che si affaccia è che l'inviato di pace dell'Onu possa essere scelto fra i capi di Stato dei Paesi neutrali nel conflitto ucraino, dunque espresso dal mondo emergente. L'evolversi della situazione sul terreno nelle prossime sei o sette settimane resta determinante, ma non sarà comunque facile anche solo aprire discussioni su un cessate il fuoco. Da Mosca, Vladimir Putin misura le conquiste territoriali da quando l'esercito russo è tornato a concentrarsi sull'est dell'Ucraina e non vede per ora molte ragioni per fermarsi.
A Kiev, sulla base dell'esperienza del 2014, Volodymyr Zelensky è convinto che una tregua servirebbe solo alla Russia per preparare meglio il prossimo attacco. Del resto il presidente ucraino non ha margini politici per fare concessioni, perché la sua opinione pubblica per ora crede fermamente nella vittoria: secondo l'ultimo sondaggio «Rating» condotto il 18-19 giugno, il 75% degli ucraini pensa che il Paese vada «nella direzione giusta»e il 57% prevede che ci vorranno «almeno sei mesi» per vincere la guerra. Servirà tempo prima che i nemici contemplino l'ipotesi di lasciar raffreddare le armi, almeno per un po'.