Estratto dell’articolo di www.lospiffero.com
In segreto. Ma se le suonano (metaforicamente, s’intende) di santa ragione come accade in pubblico per la politica. E come per il voto popolare, anche quello della Massoneria del Grande Oriente d’Italia chiamata ad eleggere il suo nuovo Gran Maestro ha la sua campagna elettorale a caccia dell’ultimo voto e gli scrutini che, proprio oggi, hanno assegnato la vittoria a Leo Taroni, ravennate che nel suo programma ha tra le priorità la lotta all’infiltrazione mafiosa delle Logge.
Una vittoria combattuta e che proprio in queste ore, mutuando rituali della politica, vede chi è rimasto sconfitto contestare schede e paventare ricorsi.
I numeri, ormai attestano un risultato che vede il Grande Sconfitto, l’ormai ex Gran Maestro Stefano Bisi che non potendosi più ripresentare (tra i grembiulini vige il limite dei due mandati) aveva puntato sul suo Aggiunto, il calabrese Antonio Seminario. Terzo incomodo il barese Pasquale La Pesa.
Se non una rivoluzione, certamente una svolta, quella uscita dalle urne della Libera Muratoria dell’Obbedienza più importante nel Paese che conta oltre 22mila iniziati. A votare per il massimo vertice sono soltanto i circa 17mila Fratelli col grado di Maestro, distribuiti da Nord a Sud in maniera non del tutto omogenea se si tiene conto del gran numero di Massoni in alcune province del Meridione, così come differente è la presenza massonica nei vari territori del Centro-Nord.
risultati elezione grande oriente d italia
Tra le regioni col maggior numeri di votanti la Toscana (1.696), la Sicilia (1440), il Piemonte (1.212). Anche se raramente pure tra squadre e compassi si arriva alla vittoria sul fil di lana, e così risulta dai primi dati che assegnano il 47,28 % a Taroni e il 47,17% a Seminario.
Un cambiamento deciso quello che si prefigura con il passaggio del maglietto (il martelletto con cui il Gran Maestro apre i lavori nel tempio) dal toscano Bisi a Taroni che arriva da una terra, la Romagna, di non meno importante tradizione massonica e dalla quale proveniva anche il predecessore di Bisi, Gustavo Raffi.
Si chiude il decennio durante il quale il Goi è finito tra le polemiche per la questione delle infiltrazioni mafiose. L’apice della tensione risale al 2017 quando la commissione Antimafia guidata da Rosi Bindi aveva ordinato il sequestro egli elenchi degli iscritti, dopo uno scontro velenosissimo con il Gran Maestro Bisi.
Sempre per questa questione, cioè per la gestione degli iscritti accusati di contiguità con i clan, Bisi era diventato recentemente bersaglio di attacchi arrivati dal Cavaliere Nero, il canale Telegram di controinformazione sulla Massoneria.
[…] Sulle contestazioni relative ai massoni sotto inchiesta, invece, il Gran maestro ha sempre sottolineato di aver provveduto alla sospensione, subito dopo aver appreso delle indagini in corso. Un atteggiamento che se pur dovuto e previsto, da una parte dei Fratelli era ed è considerato non esaustivo, marcando la necessità di una selezione a più accurata prima di procedere alle iniziazioni. Un punto, quello del maggior rigore e controllo per contrastare le infiltrazioni mafiose che pare aver premiato il nuovo corso prospettato dall’imprenditore ravennate.
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