Estratto dell’articolo di Elena Tebano per il “Corriere della Sera”
Non ci sono in Italia numeri certi sui bambini figli delle coppie dello stesso sesso in attesa di riconoscimento. E neppure di quelli già riconosciuti. Dal 7 luglio, quando il Comune di Milano ha ripreso a registrare alla nascita entrambi i genitori dei figli nati all’interno delle coppie omogenitoriali, le registrazioni effettuate sono state 38.
La grande maggioranza riguardano madri: per lo più di bambini e bambine nati in Italia dopo che le mamme hanno effettuato la fecondazione assistita eterologa nei Paesi in cui è legale, ma anche di bambini nati all’estero in Paesi che riconoscono l’omogenitorialità.
Circa un terzo delle trascrizioni milanesi riguarda invece bambini figli di due padri con la maternità surrogata, ma non è una fotografia dei nati nei sei mesi trascorsi: comprende anche i nati negli anni passati che finora (al contrario dei figli di due madri) non erano stati «trascritti» e che sono recuperati dopo dall’anagrafe
C’è un dato empirico chiaro: in generale sono molte di più le madri dei padri, con un rapporto stimato di 9 a 1. Le coppie di donne possono fare la fecondazione eterologa all’estero, una procedura ormai facilmente accessibile in Europa, e poi partorire in Italia.
I padri gay per avere figli devono ricorrere alla maternità surrogata, che è una procedura estremamente costosa (oltre che contestata) e quindi preclusa ai più, e possono farlo solo in Canada e negli Stati Uniti, gli unici due Paesi in cui la gestazione per altri è legale per le coppie di uomini non residenti.
Il fatto che i figli delle coppie dello stesso sesso non vengano rilevati dipende dall’assenza di una legge per riconoscerli: all’anagrafe vengono registrati per lo più come figli di una madre single, o più di un padre single. Un dato circolato in questi giorni è di 150 mila figli di coppie dello stesso sesso in attesa di riconoscimento. […]
Non ci sono dati certi neppure sui genitori tramite maternità surrogata, di qualsiasi orientamento sessuale. Anche in questo caso stime empiriche calcolano che facciano la surrogata almeno 250 coppie all’anno, di cui il 90 per cento eterosessuali.
[…] Le coppie eterosessuali che ricorrono alla surrogata fanno di tutto per nascondersi, nel timore di vedersi togliere i bambini, anche se da anni ormai i processi aperti in proposito hanno concluso che il fatto che la maternità surrogata sia illegale in Italia non è un motivo per toglierli ai loro genitori.