israele

IN ISRAELE LA QUARTA ONDATA METTE PAURA: DRONI E POLIZIA PER FAR RISPETTARE LE RESTRIZIONI - NELLE ULTIME 24 ORE SONO STATI SEGNALATI 6.275 CASI, LA CIFRA PIU' ALTA DA SETTE MESI A QUESTA PARTE - OLTRE AD APPROVARE MISURE STRAORDINARIE, IL GOVERNO TORNA A PUNTARE SUI VACCINI: DA UNA SETTIMANA E' PARTITA LA TERZA DOSE PER GLI OVER 60 - E ALLO STUDIO C'E' UN NUOVO FARMACO...

Raffaele Genah per "il Messaggero"

 

Covid Israele 2

Non c'è più tempo da perdere. I dati degli ultimi giorni parlano chiaro. 6275 casi di covid nelle ultime 24 ore, quasi il 5 per cento dei tamponi esaminati risultano positivi: per il commissario anti-corona Salman Zarka, nel pieno della quarta ondata, Israele è ormai arrivato a un punto critico.

 

La cifra più alta da sette mesi a questa parte. E se in passato, durante la campagna vaccinale, il paese era stato indicato come modello da seguire, ora il timore è che l'andamento della progressione del virus possa diventare un indicatore da tenere sott'occhio con uguale attenzione perché anticiperebbe di alcune settimane quello che potrebbe accadere negli altri paesi.

 

Covid Israele 3

Il nuovo governo guidato da Bennet cerca di correre ai ripari, approvando misure straordinarie che vanno dall'impiego di altri 1.500 agenti di polizia fino all'utilizzazione dei droni per far rispettare l'uso delle mascherine, la verifica dei Green pass e il rispetto della quarantena (attualmente più di 18 mila le persone si trovano in isolamento). Da oggi altre restrizioni per chi arriva dall'estero (Stati Uniti e Italia compresa): anche se immunizzati dovranno tutti sottoporsi alla quarantena.

 

Covid Israele 4

LA CAMPAGNA RIPARTE E parallelamente si torna a puntare forte sulla campagna vaccinale. Dopo i giovani tra i 12 ai 16 anni (il 34 per cento ha già risposto positivamente), da una settimana è partita quella per la terza dose agli ultra sessantenni, ma resta sempre un punto debole: sono oltre 1 milione e centomila le persone che non si sono vaccinate. Le maggiori resistenze vengono - come già era accaduto nella prima fase - dagli ultraortodossi e dagli arabi israeliani, un terzo dei quali non si è ancora immunizzato: a loro si aggiunge una frangia di No vax che negli ultimi giorni ha lanciato pesanti minacce contro la direttrice del ministero della sanità.

 

Covid Israele 5

Numeri e studi scientifici offrono prospettive diverse e conclusioni talvolta contraddittorie: secondo alcune ricerche la copertura del vaccino resterebbe elevata anche in presenza della variante delta, secondo altre si ridurrebbe da oltre il novanta per cento a poco più del 60 per cento, e c'è che chi sostiene che la percentuale sarebbe anche inferiore.

 

DATI In assenza di dati certi è stata accolto comunque con ottimismo e interesse della comunità Scientifica l'esito delle sperimentazioni su un farmaco messo a punto dal Sourasky Medical center di Tel Aviv secondo cui il 93 per cento dei 90 casi gravi trattati con questa cura è stato dimesso dall'ospedale in cinque giorni.

 

Covid Israele 6

Il farmaco è ancora sotto sperimentazione: dopo i test compiuti in Israele ora, nella seconda fase, la ricerca si svolge in Grecia dove è stato possibile sottoporre la cura ad un numero maggiore di pazienti. Secondo il responsabile della ricerca, il professor Nadin Arber il farmaco farebbe leva su una molecola, chiamata CD24, ancorata alla membrana delle cellule, e dunque presente naturalmente negli organismi umani che sarebbe in grado di regolare la tempesta di citochine che provocano il deterioramento del sistema immunitario.

 

naftli bennett 2

I PLACEBO «Per quanto promettenti possano essere i risultati delle prime due fasi della sperimentazione - suggerisce con opportuna cautela il professor Arber - nessuno può essere sicuro di nulla finché i risultati non vengono confrontati con quelli dei pazienti che ricevono il placebo»: allo studio prenderanno parte ora altri 155 pazienti, ad un terzo dei quali sarà somministrato un placebo. I risultati potrebbero essere resi noti entro la fine dell'anno.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…