— Elon Musk (@elonmusk) August 25, 2024
1. ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI MUSK E SNOWDEN IN DIFESA DEL FONDATORE DI TELEGRAM
Estratto dal “Sole 24 Ore”
Le manette in Francia al fondatore di Telegram, il miliardario francorusso Pavel Durov, scatenano l’ira di Mosca e la levata di scudi di personaggi come Elon Musk ed Edward Snowden, convinti si tratti «dell’ennesimo attacco alla libertà di parola». Durov, 39 anni, è stato fermato sabato sera all’aeroporto parigino di Le Bourget, dove era arrivato a bordo di un jet privato proveniente da Baku in Azerbaigian. Il fermo è scattato per un mandato d’arresto francese, spiccato sulla base di un’indagine preliminare dell’Ufficio per la violenza sui minori.
Tra le accuse ancora non formalizzate ci sarebbero frode, traffico di droga, cyberbullismo, criminalità organizzata e promozione del terrorismo sulla piattaforma. [...] Il teorema dell’accusa però si è scontrato con gli appelli alla liberazione di Durov lanciati a caldo dal patron di X, Elon Musk: «Tempi pericolosi», ha scritto con l’hashtag ’#FreePavel’ e ironizzando sul motto francese, trasformato in «Liberté, Liberté!, Liberté?». [...]
2. MUSK: «IL PROSSIMO SONO IO, AL 100%»
Estratto dell’articolo di Sarina Biraghi per “La Verità”
L’arresto di Pavel Durov all’aeroporto Le Bourget di Parigi ha fatto tremare il mondo della tecnologia. [...] Telegram, [...] Creata nel 2013, con i suoi 900 milioni di utenti attivi, [...] è sempre stata una spina nel fianco per i governi di tutto il mondo che la ritengono un rifugio sicuro per chi ha qualcosa da nascondere grazie alla sua crittografia end-to-end e alla politica di non collaborazione con le autorità. L’arresto dell’imprenditore franco-russo, con un patrimonio netto di circa 15 miliardi di dollari, ha provocato una serie di reazioni esplosive ma anche un dibattito globale sul solito dilemma tra la libertà digitale e la sicurezza nazionale.
Uno dei più attivi è stato proprio Elon Musk, proprietario della piattaforma X che ha utilizzato il suo profilo per esprimere il forte disappunto anche per la punizione sproporzionata e lanciare un appello a favore di Durov. «Il numero 1 di Telegram rischia 20 anni di carcere» osserva Musk. [...]
Musk, sempre attento a commentare le questioni che riguardano la libertà di parola perché il suo X è nel mirino del commissario Ue Thierry Breton per le attività di contrasto all’odio on line e alla disinformazione, risponde infine con un perentorio «100%» a chi afferma» oggi tocca a Telegram, domani tocca a X».
Quindi, il riferimento al secondo emendamento, che negli Stati Uniti sancisce che «il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non potrà essere violato». È l’unico motivo, dice il fondatore di Tesla, per cui il primo emendamento, che tutela la libertà di parola, sarà rispettato. [...]
«È ora che i giganti tech si assumano le loro responsabilità», ha dichiarato un portavoce del governo francese. Ma il fermo di Durov rischia di diventare uno scontro geopolitico per la doppia nazionalità del ceo di Telegram. Infatti l’ambasciata russa a Parigi ha accusato le autorità francesi di «mancata collaborazione»: «Abbiamo immediatamente chiesto alle autorità francesi di spiegare le ragioni della sua detenzione e abbiamo chiesto che i suoi diritti siano protetti e che gli sia concesso l’accesso consolare. Ad oggi, la parte francese si è ancora rifiutata di collaborare su questo tema».
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dalla Tass, ha ricordato come nel 2018 alcune Ong occidentali avessero condannato la sentenza della corte russa sul blocco di Telegram sottolineando però che Durov è rimasto libero e ha continuato a sviluppare durante quel periodo il suo sistema di messaggistica. Da qui la domanda retorica di Zakharova: la comunità internazionale ne chiederà il rilascio o «si morderà la lingua». [...]
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