brittney griner

LA RITORSIONE DI MOSCA – LA CESTISTA AMERICANA BRITTNEY GRINER È STATA ARRESTATA IN RUSSIA CON L’ACCUSA DI TRASPORTO DI DROGA SU LARGA SCALA – L’ATLETA È STATA TROVATA IN POSSESSO DI UNA BOTTIGLIETTA CON OLIO DI CANNABIS, UNA SOSTANZA LEGALE NEGLI USA MA PROIBITA IN RUSSIA - IL TIMORE DEL DIPARTIMENTO DI STATO È CHE SIA DIVENTATA L'ENNESIMA PEDINA DELLA GUERRA FREDDA: NEL 2017, ALCUNI CITTADINI AMERICANI SONO STATI ARRESTATI CON ACCUSE CHE WASHINGTON RITIENE “PRETESTUOSE O ESAGERATE"

M.Ima. per il “Corriere della Sera”

 

brittney griner

Nel 2012, durante il suo ultimo anno all'università, Brittney Griner divenne la prima cestista a essere nominata miglior giocatrice della stagione e della sua fase finale, riuscendo al tempo stesso anche a vincere il titolo. Una volta diventata professionista, è entrata nel libro dei record per aver segnato duemila punti e realizzato cinquecento stoppate in una sola stagione. È una attivista della comunità Lgbt americana, la prima giocatrice dichiaratamente lesbica ad avere firmato un contratto di sponsorizzazione con la Nike. 

 

Non una qualunque, insomma. Adesso, una delle giocatrici di pallacanestro più titolate di sempre, campionessa olimpica nel 2016 e nel 2021, rischia invece di diventare soltanto l'oggetto dell'ennesima disputa internazionale tra Russia e Usa. Tutto è cominciato nel pomeriggio, con una agenzia di stampa statale che comunicava il fermo di una non meglio precisata atleta statunitense. Le autorità doganali non hanno fornito le generalità dell'atleta, ma hanno diffuso un video dell'arresto, avvenuto all'aeroporto internazionale di Mosca. 

 

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Ci è voluto poco per riconoscere Griner, due metri e 6 centimetri di statura, con i lunghi capelli rasta che porta fin dall'inizio della carriera. L'accusa è di quelle pesanti. Trasporto di droga su larga scala, che è l'anticamera dello spaccio internazionale, possibile una pena fino a dieci anni di reclusione. Qui cominciano i problemi, e i possibili distinguo. Griner è stata fermata a febbraio, non si conosce ancora la data. 

 

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Il 26 febbraio, il Dipartimento di Stato americano aveva consigliato i propri concittadini di lasciare la Russia con effetto immediato. Durante la perquisizione dei suoi bagagli, è spuntata una bottiglietta che contiene olio di cannabis, una sostanza legale negli Usa ma proibita in Russia, dove in materia di stupefacenti è in vigore una delle legislazioni più severe del mondo. 

 

Come molte altre sue colleghe, nei tempi morti della stagione della Nba femminile, che va da giugno a ottobre, ha un contratto in essere con una squadra d'oltreoceano, in questo caso l'UMMC di Ekaterinenburg, per la quale disputa il campionato russo da ormai quattro anni. 

 

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A fare scalpore negli Usa è la pesantezza dell'accusa, tra tutte quelle possibili, che comprendono anche l'uso personale, comunque un reato in Russia. Il timore del Dipartimento di Stato è che Griner sia diventata l'ennesima pedina di una guerra fredda sotterranea che certo non è cominciata nelle ultime settimane. A partire dal 2017, alcuni cittadini americani sono stati arrestati con accuse che Washington ritiene pretestuose o esagerate, con l'obiettivo di usarli come pedine di scambio con cittadini russi detenuti in America.

 

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Il caso più conosciuto è quello di due ex marine, Paul Whelan e Trevor Reed, condannati rispettivamente a 16 anni per spionaggio e a nove anni per aver aggredito dei poliziotti durante una lite in una festa ad alto tasso alcolico, per i quali è in corso da mesi una trattativa che vede come possibile controparte due cittadini russi anche loro condannati a New York per crimini comuni. Le autorità doganali russe si limitano a ribadire l'esistenza del reato, che non sembra venire contestato neppure dagli avvocati americani dell'atleta.

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