Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
Quando Luca Traini ha impugnato la pistola per colpire i neri che, quel sabato mattina del 3 febbraio, […] non stava rispondendo alla pazzia di un istante. Né la sua mano era guidata da una temporanea infermità mentale […]
"Un soggetto con tratti disarmonici della personalità - scrive lo psichiatra Massimo Picozzi, incaricato dalla Corte di Assise di Macerata della perizia sulle facoltà mentali del 29enne, fascista e militante della Lega - che però non si traducono in un quadro patologico capace di incidere sulla capacità di intendere e di volere. Né al momento dei fatti per cui è imputato, né attualmente".
Dunque, Traini ha fatto quello che ha fatto perché lo voleva fare. […] Perché, infine, si era convinto che toccasse a lui portare la giustizia in città dopo la morte di Pamela Mastropietro, […] Di fronte ai carabinieri che lo arrestarono […] non rinnegò niente. […] l'avvocato difensore Giancarlo Giulianelli ha un'unica strada percorribile al processo, apertosi con il rito abbreviato: dimostrare la semi-infermità mentale del suo assistito.
Solo così può sperare di ridurre di un terzo la pena per quella che sarà una condanna certa. La consulenza di parte del professor Giovanni Battista Camerini di Bologna, in effetti va in questa direzione: indica che, al momento del fatto, Traini era "parzialmente incapace", essendo un " soggetto borderline" che necessita di terapie per stabilizzare l'umore. Le 23 pagine della perizia di Picozzi, però, ribaltano quest' impostazione. […] La pena "balla" tra i 10 e i 30 anni di prigione. […]
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