Guido Olimpio per www.corriere.it
Sono la sua passione, ma non solo. Mezzi eccezionali che possono cambiare gli equilibri. Donald Trump, nei lunghi colloqui con Bob Woodward per il libro «Rage», ha indicato l’esistenza di un nuovo sistema nucleare del quale nessuno ha mai sentito parlare. «Ho costruito un sistema nucleare... un’arma che nessuno ha mai avuto prima in questo Paese. Abbiamo qualcosa che non si è mai visto e sentito. Abbiamo qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo. Non c’è nessuno... quello che abbiamo è incredibile» ha rivelato Trump al giornalista. E il reporter, attraverso le sue fonti, ha avuto un paio di conferme.
Il «segreto» ha subito messo in moto la catena delle interpretazioni, gli specialisti hanno formulato delle ipotesi. Interessanti quelle apparse sul blog «The War Zone», dove hanno provato a rispondere agli interrogativi. Al primo posto — scrivono Joseph Trevithick e Tyler Rogoway — c’è la testata W93 che dovrebbe dotare il missile intercontinentale Trident D5, ospitato sui sommergibili, una delle componenti fondamentali dell’arsenale. La pensa così anche un altro esperto che tuttavia ritiene sia stato sviluppato nel periodo 2018-2019.
Poi ci sono progetti per il bombardiere con caratteristiche Stealth B 21 Raider, l’ordigno nucleare B61-12, un nuovo vettore a lungo raggio installato nei silos e un’arma – sempre atomica – ipersonica. I «candidati» non mancano, così come abbondano i fondi per accrescere il potenziale in teatri sempre più complessi, da Occidente a Oriente.
C’è anche la possibilità di qualcosa di davvero top secret, anche se a questo punto c’è stata una piccola breccia. Una super arma sconosciuta, qualcosa passato sotto pochi «occhi», tra questi quelli del presidente, magari in termini generici. Forse si è fatto sfuggire il dettaglio oppure ha voluto farlo in modo deliberato per rafforzare un messaggio abituale della sua comunicazione: con me l’America sarà di nuovo grande ed avrà apparati sempre più poderosi.
Nelle sue schermaglie pubbliche, con gli interventi su twitter, The Donald ha spesso esaltato le capacità del Pentagono e messo in guardia gli avversari sulle conseguenze. Gli esempi sono numerosi. Ha citato l’enorme potenziale per ammonire il nord coreano Kim, leader con il quale ha un rapporto fatto di tensioni e di gesti amichevoli. Ha postato foto dopo un fallito test iraniano non escludendo che all’origine ci fosse un sabotaggio, magari un atto di guerra cyber dell’intelligence statunitense.
Ha avvertito, sempre con foto, il generale iraniano Qasem Soleimani poi ucciso da un raid di un drone americano a Bagdad. Show verbali – però collegati a fatti reali – che si sono specchiati in quelli dei concorrenti.
Vladimir Putin non è stato da meno, con i riferimenti ad una mezza dozzina di progetti: il super drone, il missile da crociera Burevestnik, la testata Avangard, un nuovo sottomarino ed altro ancora. I cinesi, invece, hanno insistito sulle contromisure per spazzare via le portaerei e proprio il leader di Pyongyang fa sfilare ad ogni parata le sue produzioni belliche ed ha condotto un’infinita serie di test. Provocazioni alla quale una volta il capo della Casa Bianca ha risposto con la celebre frase: «Il mio bottone nucleare è più grande del tuo».
trump e le bombe sugli uragani
Un’ultima annotazione riguarda Woodward. Nella biografia dedicata a George Bush jr raccontò di un altro piano segreto, un sofisticato sistema integrato di intelligence/forze speciali/velivoli per dare la caccia ai militanti in Iraq e portato avanti dalla Task Force 77.
Bob Woodward e Carl Bernstein bob woodward nella trump tower il sottomarino nucleare uss georgia